Che Diego Fusaro confonda il marxismo con l’omofobia di stampo sovietico è cosa abbastanza nota. Che nei suoi articoli faccia uso ed abuso del tubolario, soprattutto quando si tratta di riempire la pagina del blog, anche. Che cominci ad essere un campione dell’umorismo involontario estremo è cosa abbastanza nuova anche se non sorprendente.
Prendiamo ad esempio la performance odierna sul suo blog che tiene sul giornale del Fatto Quotidiano.
“Cambiare sesso a 17 anni, il coraggio di Olimpia”, così titola La Repubblica, de facto divenuto il nuovo Osservatore Romano della postmodernizzazione capitalistica dei consumi e dei costumi.
Due righe di scrittura, prima confusione. Se “La Repubblica” fosse il nuovo Osservatore Romano (in realtà semmai è la Pravda di Papa Francesco I e lascia ai bigotti di ogni ristretta veduta politica, come il Fusaro per l’appunto, il compito di essere reazionari) dovrebbe di certo essere scontenta e arrabbiata dell’autorizzazione al cambio di sesso al/alla diciasettenne in questione. In realtà, come si capisce leggendo le righe seguenti, è il Fusaro ad essere arrabbiato e reazionario e quindi de facto il nuovo Osservatore Romano.
La parola coraggio, che l’occidente impiegò per Odisseo e Achille, per Aiace ed Ettore, viene ora disinvoltamente attribuita ai gesti più conformisti, omologati e in linea con lo spirito dei tempi liberal-libertariodel capitalismo liquido-finanziario. Il quale ha dichiarato guerra a tutte le identità solide e stabili, in quanto di ostacolo alla logica illogica della new economy flessibile e precarizzata del market system globalizzato (e glebalizzato).
A dire il vero ci vuole coraggio (e invero anche sprezzo del ridicolo) ad usare in un blog di comunicazione giornalistica anche il nome Odisseo a posto del più noto Ulisse. Anche perché qualche giovane lettore potrebbe pensare che il Fusaro si stia riferendo ad un personaggio dei Cavalieri dello Zodiaco, cosa che per lui sarebbe stata migliore vista la scarsa attitudine a parlare di cose concrete. Ad ogni modo lo informiamo che la guerra a tutte le identità solide e stabili i rivoluzionari come Marx e seguenti (e precedenti) l’hanno dichiarata da tempo e solo in un mondo dalla “logica illogica eccetera eccetera” un individuo può spacciarsi per marxista o marxiano prendendo posizioni reazionarie. Piuttosto abbiamo il sospetto che il Fusaro quando usa la parola glebalizzato non si rende conto che probabilmente sta pensando, guardandosi narcisisticamente allo specchio, più ai servi della gleba di Elio e le Storie Tese che a quelli storicamente conosciuti.
Tutto deve essere liquido, fluido e flessibile: financo le identità sessuali, ridefinite sempre da capo dal nuovo spirito del fanatismo economico chiamato pudicamente economia di mercato. Non più uomini e donne, con etica solidale familiare: solo atomi unisex e gender-fluid, queer e con sradicamento sessuale incorporato. Proprio come non vi saranno più cittadini di Stati nazionali con diritti e doveri, ma consumatori migranti e apolidi votati all’erranza permanente legittimata falsamente come cosmopolitismo. Ecco l’essenza del nuovo capitalismo postnazionale planetario.
Al di là dei soliti sproloqui su un mercato che esiste solo nei sogni del Fusaro (o forse viene da questi scambiato con le bancherelle hippies dei suoi viaggi di gioventù) mentre invece quello reale ha sempre avversato i diritti civili basati sull’autodeterminazione dell’individuo (poi ovviamente il mercato sa anche correggersi, cosa diversa dalla favola dell’autoregolamentazione, e questo è ovvio a tutti, tranne che a Fusaro) non possiamo che rispondere: il bisogno emergente si caratterizza per il ri-orientamento delle linee di tendenza in atto al di là delle contraddizioni e difficoltà iniziali attivando e implementando in un ambito territoriale omogeneo, ai diversi livelli la trasparenza di ogni atto decisionale.
E non vogliamo tornarci sopra (anche perché il tubolario non salva la pagina e quindi non ritroveremmo più la frase).
Chissà perché io – anche in questo precedendo obstinate contra – sono sempre più convinto, invece, che il vero coraggio sia accettare se stessi per quello che si è. “Conosci te stesso”, dicevano i greci. Rispettando il mètron, il “giusto limite”. Più precisamente: conosci te stesso (gnothi sautòn) come ente finito, con limiti naturali intrascendibili che vanno conosciuti e rispettati. Esattamente ciò che la società di mercato e i suoi araldi postmoderni (La Repubblica in primis) pare non riescano proprio a capire. Il fondamento metafisico del capitalismo assoluto – l’illimite – si dispone nell’ambito dei costumi come funesta violazione di ogni inviolabile. L’impresa eccezionale è essere normale, cantava Lucio Dalla. Non più conosci te stesso per rispettare il limite che ab intrinseco sei, bensì non conoscere te stesso, per meglio valicare ogni limite materiale e immateriale
Ullallà, il Fuffar… ehm il Fusaro ne ha detta una giusta. Accettare se stessi per quello che si è. Esatto Fusaro, esatto. Quindi se io sono omo, etero o trans o queer mi devo accettare e non forzarmi di rinchiudermi dentro trappole e gabbie ideologiche costruite da omofobi repressi accecati da religioni o ideologie misogine, maschiliste e omofobe. E non solo questo ma devo anche accettare quello che sono gli altri senza la pretesa di cambiarli (chissà perché questa parte il Fusaro se la dimentica sempre).
E lasciamo perdere, per pietà della ragione, i sedicenti “limiti naturali” Fusaro! Altrimenti non salire mai in macchina, in treno o in aereo non usare il computer e tanto meno internet e già che ci sei evita di accendere il fuoco per riscaldarti.
Conosci te stesso, Fusaro! Se ti guardi dentro con sincerità scoprirai che sei un reazionario omofobo represso e prolisso. Il che per carità può anche starti bene, ti sposi metti su famiglia e fai tanti bei bambini, perché lo dice Dio, perché lo dice il Socialismo (quello Sovietico) o perché lo dice la Tauromachia. Insomma Fusaro, fai quello che vuoi. Basta che la pianti di rompere le scatole pretendendo di negare i diritti agli altri.
Questa è, anzi dovrebbe essere, la normalità in una società laica e civile ma, come per l’appunto diceva il grande Lucio Dalla (omosessuale), quello che dovrebbe essere normale, ovvero non negare i diritti agli altri e non giudicarli in base a leggi morali anacronistiche, è un impresa eccezionale. Anzi, impossibile per il Fusaro.
Alessandro Chiometti