Mi ero illuso che la sentenza della cassazione potesse mettere un freno all’inciviltà degli integralisti religiosi nel nostro paese.
Insomma, ritenevo che il parere definitivo del nostro sistema giudiziario, come dovrebbe essere in un paese civile, fosse un punto di riferimento per tutti per stabilire non cosa è giusto ma cosa è consentito dai nostri ordinamenti giuridici.
In questo senso le sentenze emesse sono chiare, in Italia è vietata l’eutanasia ma è possibile rifiutare le cure. Semplice e lineare.
Il giorno dopo la sentenza definitiva della cassazione la macchina catto-integralista si è attivata immediatamente mostrando che in tutta questa vicenda, nonostante i numerosi atteggiamenti di dubbio gusto già messi in mostra nei sedici anni precedenti, non aveva ancora mostrato il peggio di se.
Si è cominciato con il rifiuto della sentenza della cassazione e il ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo presentato da trentaquattro associazioni “per la vita” (quale vita? Quella che dicono loro ovviamente). Ricorso di cui già è stata cassata, dalla Corte, la pretesa di urgenza (buon segno).
I catto-integralisti hanno poi, con supremo sprezzo del buon gusto, cominciato a far circolare e-mail e appelli con il seguente titolo (cito le testuali parole): “ ELUANA CONDANNATA A MORTE: L’ESECUZIONE SIA PUBBLICA, CON TESTIMONI E VIDEO”. Roba che dovrebbe disgustare per primi i cattolici, che vengono inevitabilmente accomunati con gente di questo stampo. E invece, i cattolici integralisti (ma comincio a stancarmi di dover fare distinzioni, se tenete al buon nome della vostra fede dissociatevi pubblicamente da questi fanatici e costringeteli a non abitare nella vostra stessa “casa”) della ben nota attivissima associazione “Scienza & Vita” (Scienza: non pervenuta, Vita: la solita, a loro uso e consumo personale) ne vanno fieri di questo bell’esempio di inciviltà.
Poi ci ha pensato mamma RAI ad attaccare il povero Beppino Englaro, non esplicitamente certo, ma presentando una fiction (ah, la casualità dell’ottima tempistica, che c’entri la divina provvidenza?) ispirata a un fatto realmente accaduto, ovvero un bambino che si risveglia dal coma (dopo soli quaranta giorni e non certo in Stato Vegetativo Permanente, ma si sa per gli integralisti cattolici questi son dettagli ininfluenti), sul TG1 delle 20.00 di Domenica 15 Novembre, con un’intervista alla vera madre di questo bambino durante la quale fa allusioni pesanti riferendosi a chi non ha la forza di andare avanti in queste situazioni.
Poi è stato il turno del Dott. Cuccurullo, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che parlando a titolo personale (sia chiaro), è andato contro ogni codice deontologico e convenzione medica dichiarando che quello di Eluana è un caso di eutanasia. Notizia riportata dai mass media cercando di far passare questo parere personale come la posizione ufficiale del CSS.
E oggi, come se non bastasse, anche “La Repubblica”, quotidiano che ospita prestigiose firme laiche, pensa bene di sanare lo spazio concesso finora a quest’ultime con un commovente servizio giornalistico sul caso della sig.ra Fernanda che da 47 anni cura con amore struggente il figlio Giorgio, colpito dall’encefalopatia all’età di sei mesi (vedere pagina 17 del quotidiano in edicola oggi, Venerdi 21 Novembre, ripreso anche dal sito internet dello stesso quotidiano). Articolo comparso a tutta pagina, sotto la notizia dell’apertura da parte della Corte Europea di un fascicolo su Eluana, quindi evidentemente pubblicato per paragonare i due diversi comportamenti dei genitori.
Pleonastico, ma necessario, dire che lo sfortunato Giorgio è in una condizione completamente differente da quella di Eluana, basta ricordare che non è ne’ alimentato ne’ idratato artificialmente. Altrettanto pleonastico sottolineare come l’articolo fa confusione sui termini medici, Giorgio viene definito in “stato vegetativo” da 47 anni, poi si pubblicano foto in cui guida un automobilina e dalla stessa intervista si capisce che gioca attivamente… evidentemente non è un caso di Stato Vegetativo.
Viene da chiedersi chi è che ha avuto la bella pensata di paragonare i due casi… ma non hanno un consulente medico a “La Repubblica”? Forse l’hanno perso con i recenti tagli all’editoria di Tremonti? Bell’esempio di giornalismo spazzatura sul più diffuso quotidiano nazionale, complimenti.
Ma è ancora niente, la sig.ra Fernanda conclude l’articolo del giornalista Mauro Rancati con queste belle parole per commentare i casi di Welby ed Eluana: “Per me hanno tutti diritto di vivere così come sono, non vanno mai sospese le cure, se no è come se li ammazzassero”.
Ora, dato che la sig.ra Fernanda (per colpa di un giornalismo spazzatura certo) si è sentita in diritto di emettere il suo giudizio morale sul Beppino Englaro e i parenti di Welby, la domanda sorge spontanea: quante volte, cara signora, è stata importunata da laicisti che volevano convincerla a far smettere di soffrire il suo amato figlio Giorgio?
Posso azzardare la risposta? Mai, ovviamente. Noi laicisti, in genere, non ci permettiamo di dare giudizi sulla moralità e l’etica altrui.
Invece a lei chi glie l’ha dato il diritto di giudicare moralmente chi ha il solo torto di avere una concezione della vita diversa dalla sua?
Non me ne voglia signora, so che lei non ha colpe ed è stata strumentalizzata da fanatici religiosi che non hanno rispetto per niente se non per i loro dogmi medievali e che, a quanto sembra, sono presenti anche nel prestigioso quotidiano fondato da un laico doc come Eugenio Scalfari. Ma il clima che questi fanatici stanno creando attorno a Beppino Englaro è così disgustoso che non si può assistere senza reagire.
Già Beppino Englaro, che ancora una volta da lezioni di stile, scegliendo la via del silenzio ora che il suo caso resta, comunque, giuridicamente concluso.
Ma noi, non dobbiamo restare in silenzio, non dobbiamo permettere che i fanatici integralisti brucino il povero Beppino sul rogo mediatico (nell’attesa di poter riaccendere quelli veri, ovvio).
L’unica vera notizia, come al solito sapientemente occultata dai mass media, è che tutti i sondaggi danno una realtà italiana completamente diversa da quella che vorrebbero i fanatici religiosi. L’ultimo sondaggio presentato è quello di Mannheimer, che ha gelato Bruno Vespa in diretta (dopo mezzanotte sia ben chiaro) costringendolo a cambiare in fretta e furia argomento. Pensate: ben il 65% degli italiani vorrebbe che sia resa legale l’eutanasia! Le percentuali scendono per il testamento biologico (al 59%, sempre in salda maggioranza) ma solo perché sono di meno le persone che sanno di cosa si tratta.
Ma al solito, i sondaggi vengono diffusi in modo ampio solo se fanno comodo a qualcuno…
Alessandro Chiometti