“Inferno” è il quarto romanzo di Dan Brown che vede come protagonista Robert Langdon, l’investigatore diventato famoso principalmente grazie al successo planetario de “Il codice Da Vinci”.
Scritto con il consueto susseguirsi di colpi di scena e un ritmo sempre coinvolgente e piacevole, il libro rende omaggio soprattutto alla città di Firenze in cui è ambientato per buona parte; Robert e la sua aiutante involontaria Sienna Brooks attraversano molti dei luoghi caratteristici di una delle città d’arte più belle del mondo durante una caccia all’indizio che oramai è un marchio di fabbrica delle storie targate Dan Brown.
Il tema centrale del libro però fa tremare i polsi molto più dei segreti degli Illuminati o dell’Opus Dei.
In una trama che coinvolge l’Organizzazione Mondiale della Sanità e verosimili organizzazioni segrete ma non troppo, il tema portante è che uno “scienziato pazzo” ha trovato il modo per rimediare alla piaga che quotidianamente facciamo finta di non vedere, ovvero la sovrappopolazione del nostro pianeta.
I grafici (veri) riportati nel libro sull’aumento esponenziale nell’ultimo secolo del numero degli appartenenti alla razza umana e sull’abuso delle risorse del pianeta e il conseguente inquinamento lasciano pochi spazi a dubbi. La sovrappopolazione ci estinguerà, esattamente come succede alle alghe che ricoprendo interamente la superficie di un lago consumano tutte le risorse a loro disposizione e quindi scompaiono (l’esempio è riportato nel libro).
La soluzione dello “scienziato pazzo” è semplice, eliminare almeno un terzo degli abitanti del pianeta facendo cioè quello che la peste nera fece nel 1300 in Europa, sfoltendo la popolazione e creando (fa dire ai protagonisti del romanzo Dan Brown) le condizioni per la rinascita (il Rinascimento per l’appunto).
La domanda che il lettore (e i protagonisti del romanzo) si fanno è inevitabile, quant’è pazzo lo scienziato pazzo? Come si può non condividere davanti a dati certi e inconfutabili la preoccupazione per la nostra crescita spropositata? Se gli incentivi alla contraccezione e al controllo delle nascite provati dall’Oms falliscono miseramente in quanto boicottati, tanto per non far nomi, dal Vaticano e dagli stati teocratici, cosa fare? La negazione, anzi la rimozione del problema non è una risposta e tanto perché ciò sia chiaro Dan Brown cita più volte la frase di Dante “I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali.”
Non sveliamo altro del romanzo dello scrittore statunitense e lasciamo ad altri molto più competenti di noi la consueta caccia all’errore storico-artistico, ci sembra tuttavia che i temi sollevati meritino una risposta (vera) in breve tempo.
J. Mnemonic