Questo libro [1], meritoriamente dedicato ad Ipazia, filosofa, matematica ed astronoma, assassinata dai Cristiani, nel 415, ad Alessandria d’Egitto, è un florilegio di brani della Bibbia e del Corano, nonché di pronunciamenti di Padri della Chiesa, di teologi islamici e di Papi sulla donna.
1) Eraldo Giulianelli, nello stilare questa antologia, ha avuto un unico problema: l’imbarazzo della scelta, poiché gli uomini delle tre Religioni del Libro hanno profuso le loro energie, per “confezionare” una donna la cui inferiorità gareggia solo con l’orrore che ispira.
Genesi, III, 22:
“… Il Signore Iddio disse alla donna:
‘Che hai fatto?
Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai i figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto ma egli ti dominerà’ ”[2].
Tertulliano – Padre della Chiesa (II secolo):
“La donna è breccia del demonio: sei tu che hai concesso l’ingresso al diavolo … Così facilmente hai gettato a terra l’uomo, l’immagine di Dio …[3]”.
Come cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, così l’avvento del Protestantesimo non mutò la situazione, visto che il fondatore, Martin Lutero, ribadì che:
“… l’uomo è più elevato e migliore, la donna una creatura dimezzata, una bestia idrofoba …
… la donna, essendo un mezzo bambino, un pazzo animale, deve soltanto piegarsi ed essere presa a bastonate …
Che esse siano naturalmente inferiori è un fatto acclarato, indubitabile” [4].
Se, dalla fredda Germania, passiamo nella calda Arabia, non troviamo un’atmosfera migliore per le donne:
Sura IV, 34:
“Gli uomini hanno sulle donne autorità per le preferenza che il Dio ha concesso al maschio sulla femmina e a causa di ciò che essi hanno speso per loro.
… Temete l’infedeltà di alcune di loro?
Ammonitele, relegatele sui loro giacigli in disparte, picchiatale; ma se tornano a miti consigli allora basta, va bene così” [5].
Alì, cugino e genero di Maometto, nonché quarto Califfo, ovvero successore (656-661) del Profeta, non va per il sottile:
“La donna nella sua interezza è un demonio e ciò che è peggio è che ella è un demonio necessario.
Non si dovrebbe mai chiedere consiglio ad una donna poiché il suo consiglio è privo di valore.
… Non trascorrete troppo tempo in loro compagnia perché potrebbero portarvi alla rovina.
… Anche la più virtuosa tra loro è di debole virtù e le più corrotte sono sgualdrine” [6].
Se passiamo da un uomo d’azione ad un teologo, Al Ghazzali, vissuto tra l’XI ed il XII secolo, ci imbattiamo in un giudizio ugualmente negativo:
“È un dato di fatto che tutte le prove, le disgrazie ed i dolori che capitano agli uomini provengono dalle donne” [7].
2) Questa unanimità, senza soluzione di continuità nel tempo e nello spazio, tra seguaci di religioni, che si sono ferocemente combattute nel corso dei secoli, induce a parafrasare un celebre motto:
“Religiosi misogini di tutti i Paesi, siete già uniti!”.
Infatti, al quadro delineato, va aggiunto un altro dato significativo: l’impurità “naturale” della donna ed il “conseguente ribrezzo” da lei ispirato.
Levitico XV, 19:
“Quando una donna abbia flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, la sua immondezza durerà sette giorni; chiunque la toccherà sarà immondo fino a sera.
Ogni giaciglio sul quale si sarà messa a dormire durante la sua immondezza sarà immondo …
Se un uomo ha un rapporto intimo con essa l’immondezza di lei lo contaminerà: egli sarà immondo per sette giorni e ogni giaciglio sul quale si coricherà sarà immondo” [8].
Bernardo di Chiaravalle, Santo e Dottore della Chiesa (1090-1153), non perde tempo a distinguere tra il periodo mestruale, quello precedente e successivo:
“Tu, fanciulla, che indossi lo strascico, sei solo sterco ricoperto (stercus involutum)” [9].
La Sura II, 222, qualifica i cicli femminili come:
“… una sporcizia.
Non abbiate contatto carnale con donne mestruate, statene a debita distanza fino a che non si siano purificate …”[10].
3) Il culmine della negatività femminile è, “naturalmente” rappresentato dalla strega, come pontifica, nel 1484, Innocenzo VIII:
“… in città e villaggi ci sono molte persone che si uniscono carnalmente con gli spiriti notturni, distruggono e annientano con mezzi magici, con l’aiuto del demonio, i parti delle donne, la fecondità degli animali, i frutti della terra e sono capaci di impedire agli uomini l’atto generativo, alle donne il parto, a tutti il compimento dei doveri coniugali.
Dell’eresia stregonesca vengono insudiciate più le donne che gli uomini perciò è anche logico definire non l’eresia degli stregoni ma delle streghe e sia lodato l’Altissimo che fino ad oggi ha preservato così bene il sesso maschile da tale mostruosità” [11].
Essendo questa parola di Papa, ogni altra citazione sarebbe, nel contempo, superflua ed irriguardosa; pertanto, ci limitiamo ad una domanda:
“Quando emanò la Bolla “Summis desiderantes affectibus”, che diede inizio alla caccia ed allo sterminio delle “streghe”, il Papa era ispirato da Dio e, quindi, infallibile?”.
4) Due ultime considerazioni.
A) Il libro consiste esclusivamente di citazioni; Giulianelli si limita ad indicare gli autori delle “perle” e l’epoca in cui sono vissuti, poiché ritiene che i “Sacri Testi” parlino da soli a chiunque abbia fatto proprio l’insegnamento di Immanuel Kant:
“Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso.
Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro … Sapere aude!
Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza.
È questo il motto dell’Illuminismo”.
B) Senz’altro particolare è l’ultima sezione del libro, intitolata: “Una risata li seppellirà”.
Qui, l’Autore presenta 13 suoi sonetti, che sono altrettanti commenti ad affermazioni dei grandi personaggi della Storia dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islamismo: si comincia con Mosè e, passando per Benedetto XVI, si termina con Maometto.
Le vignette di Alessandro Camiciola, in arte Camic, che corredano i sonetti sono, nel contempo, altrettanto istruttive e divertenti.
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