* Francesco Pullia su Notizie Radicali
Confessiamo di essere rimasti turbati dalla foto, pubblicata qualche
giorno fa da un noto quotidiano, che immortala Francesco Rutelli mentre
riceve la comunione dal card. Camillo Ruini.
Siamo rimasti colpiti perché troviamo quell'immagine oscena, invereconda, ipocrita, vergognosamente antireligiosa, rivelatrice dello stato di decadenza cui è giunta la politica italiana.
Ciò che si contesta non è il bisogno, ammesso che ci sia stato, dell'esponente della Margherita, nonché vicepremier, di ricevere un sacramento. Ci mancherebbe. Per quel che ci riguarda, l'ex segretario radicale, ormai molto, ma molto, ex, può recarsi in chiesa, confessarsi e comunicarsi anche ventiquattro ore al giorno. Ognuno nel corso della propria vita può essere soggetto a cambiamenti ed è giusto che si comporti di conseguenza.
Il problema è un altro ed è di estrema gravità. E' corretto farsi fotografare mentre si riceve l'ostia, cioè rendere volutamente pubblico e propagandistico un evento che dovrebbe restare gelosamente confinato alla sfera privata, ai propri sentimenti?
Se Rutelli fosse stato un semplice cittadino non ci sarebbe stato niente di male. Il fatto è che, come tutti sanno, non lo è. Proprio per questo, quell'immagine puzza a tre miglia di falsità e doppiezza, di bieca strumentalizzazione della religione.
La gravità sta tutta nell'ostentazione dell'atto, come ad esprimere una palese sottomissione da parte della politica nei confronti dell'istituzione ecclesiastica. Il sacramento non esiste, non ha valore. In questo caso è un tramite per manifestare qualcosa di altro. Si badi bene: dall'altra parte non c'è un sacerdote qualsiasi ma una delle figure più di punta della gerarchia vaticana, qual è appunto Camillo Ruini.
Se la Chiesa, intesa non come comunità di fedeli ma come organizzazione (anche finanziaria) che esercita potere, si è fatta sempre più sfacciatamente invadente, condizionante, baldanzosa e sprezzante delle regole, è perché coloro che dovrebbero di più e meglio rappresentare lo Stato hanno consentito l'attuale, continuo, franare.
Non più di dieci anni fa il quotidiano dei vescovi non avrebbe osato permettersi di "consigliare" un anno sabbatico a un uomo di spettacolo come Pippo Baudo, reo di avere civilmente espresso la propria contrarietà al comportamento papale. Non si tratta di un "consiglio". E' chiaro che se i vescovi chiedono qualcosa è perché sanno di potere ottenere molto di più. In altri termini, in piena logica talebana, di Pippo Baudo si vuole l'estromissione (temporanea?) dalla scena pubblica. Se non è questa una fatwa cos'è?
Non dimentichiamo che quattro secoli fa Santa Romana Chiesa affidò l' "eretico impenitente" Giordano Bruno al braccio secolare fingendo di pregare, tuttavia, il potere civile di non torcergli un capello. Tanto avevano già provveduto gli aguzzini dell'inquisizione a fargli shampoo, taglio e manicure… Il filosofo finì, come si sa, arrostito e i cardinaloni si fregarono le mani. Loro avevano fatto la propria parte e il potere civile la sua.
Questa Chiesa, la ratzingeriana per intenderci, è ben lontana da compassione, carità, ascolto, forsennatamente com'è anticonciliare. Non è militante ma militare, espressione, ormai neanche tanto velata, dell'Opus Dei e delle sue fosche strategie antiliberali. Non è un caso che l'uomo che ha rispolverato il camauro sia stato a lungo a capo del cosiddetto Sant'Uffizio. A riflettere su questo, però, Rutelli, che tra le sue file accoglie di buon grado il cilicio della Binetti, non pare affatto intenzionato. E con lui, purtroppo, le alte cariche dello Stato.
A proposito, dove sta scritto che una legge dello Stato, prima di essere approvata, debba avere l'assenso del Vaticano, l'unica struttura rimasta ancora assolutistica e monocratica?