Uno degli argomenti dei creazionisti, che tra l’altro è molto in voga, dice che “quella dell’evoluzione è solo una teoria”.
Ed è così. Cos’altro dovrebbe essere? Un semaforo? Un cesto di frutta? Nelle linee di ricerca scientifiche che spiegano un fenomeno (l’evoluzione) arrivare a una teoria è il massimo. Poi, la teoria nel tempo, con l’accumularsi delle conoscenze, si verifica, cresce e si aggiusta dove serve.
Perché l’evoluzione biologica è un fenomeno di cui abbiamo decine, forse centinaia di milioni di reperti a cui si aggiungono i risultati di moltissimi studi, come quelli della genetica e della medicina. La teoria neodarwiniana è il quadro generale che interpreta e spiega l’insieme dei singoli casi.
La frase dovrebbe diventare “quella dell’evoluzione è addirittura una teoria”, perché in molti casi la scienza non arriva a fare teorie e neppure può verificare se dei fenomeni sono reali oppure no.
Per esempio, la “creazione” e il “disegno intelligente” di cui parlano i tanto i nemici di Darwin sono presunti fenomeni che non hanno lasciato alcuna documentazione.
Come si fa a verificarli e poi a costruire una spiegazione? Persino della selezione naturale, che è una alterazione statistica a livello generazionale, abbiamo un’infinità di prove sperimentali soprattutto grazie a virus e batteri, che hanno cicli vitali brevissimi e ci consentono di osservare dal vivo migliaia e migliaia di generazioni. Dell’essere divino, magico o extraterrestre che a un certo punto decide di creare una specie secondo non-teorie creazioniste cosa possiamo studiare?
Nulla.
Quindi, anche volendo proprio tentare questo approccio, sarebbe impossibile costruire una teoria scientifica della creazione o del disegno intelligente.
Andrea Marinucci Foa