Forza e coraggio ragazzi, siamo arrivati alla fine. Da Venerdì sera arriverà il silenzio pre-elettorale a stendere un velo pietoso su una delle campagne elettorali più anonime che la storia ricordi. Cadranno facilmente nel dimenticatoio nei prossimi giorni tutte le promesse elettorali, insieme alla gustosa scena, che è già diventata leggenda urbana, di una vecchietta che dicono sia andata alle poste con la lettera di Berlusconi a chiedere i soldi dell’Imu e se n’è andata convinta che le poste sono comuniste e quindi stanno boicottando il cavaliere.
Alcune lezioni questa campagna elettorale le ha comunque date e non sono di poco conto.
Prima di tutto, il senatore a vita Mario Monti avrebbe fatto meglio a seguire i consigli di Napolitano, e di tutti i componenti del suo ex governo, di tirarsi da parte e lasciare gli altri a massacrarsi in campagna elettorale, tanto per lui il posto come superministro sarebbe stato assicurato. Avendo invece partecipato al gioco al massacro della campagna elettorale e probabilmente raccapezzando un magrissimo consenso sarà costretto a star fuori dai giochi o comunque a recitare una parte minore di quella che avrebbe potuto avere.
Il Pd che avrebbe vinto a mani basse le elezioni poco più di un anno fa, sarebbe bastato andare al voto dopo la caduta di Berlusconi, ha il fiato corto e i sondaggi, nonostante l’alleanza con Sel di Vendola, hanno visto assottigliarsi la distanza dall’asse Pdl-Lega che sappiamo essere sempre sottostimato da questo tipo di valutazioni.
Qualunque cosa si possa dire di Grillo e del suo Movimento cinque stelle (sarebbe curioso che vincesse la camera solo per verificare se il Beppe resisterebbe alla tentazione di fare il premier) ha dimostrato che lo spazio per costruire un movimento popolare alternativo ai due schieramenti maggiori c’era tutto. Gli ultimi sondaggi lo davano al 15%, su quelli non ufficiali di questi giorni sembra sia al 20% e che potrebbe puntare ad insidiare il secondo posto. Il tutto rifiutandosi sempre di rispondere alle domande e ignorando le voci sempre più numerose della mancanza di democrazia al suo interno. La discesa in campo di personaggi come Celentano e Fo al suo fianco potrebbero assicurargli altri voti, forse non sufficienti per la vittoria finale ma che comunque saranno importanti.
Chi ha molto da riflettere sul boom dei grillini è come al solito la sinistra radicale. Se nel 2008 dopo la batosta elettorale che l’ha costretta fuori dal parlamento avesse impiegato il tempo davanti a proporre e costruire una vera alternativa invece che fare da spalla al Pd nelle giunte locali oggi, probabilmente, sarebbe lei ad essere accreditata di sondaggi a doppie cifre e non il M5S. Ma siamo certi che neanche questa lezione servirà a far ragionare la litigiosa combriccola di Ferrero, Diliberto & Co, forse Ingroia riuscirà ad entrare in parlamento ma è difficile scommettere sulla tenuta della sua coalizione a lungo termine.
A proposito di scommesse, le quote di William Hill vedono praticamente certo il futuro di Pierluigi Bersani come primo ministro (1/5), Berlusconi è dato distantissimo addirittura 6/1, ma comunque meglio di Monti (8/1) e di Grillo (50/1), evidentemente i sondaggi recenti che hanno a disposizione (in Italia nascosti non si sa in base a quale principio di garanzia) devono essere abbastanza chiari.
Personalmente, conoscendo la proverbiale propensione degli elettori di Berlusconi a non dichiarare il loro voto ed anzi a dissimulare esprimendo simpatia per altri candidati riteniamo che le sue possibilità siano sottostimate. In particolare pensiamo che molti presunti elettori di Grillo siano in realtà elettori di Berlusconi che si vergognano (giustamente) della loro scelta.
Azzardiamo anche noi una previsione, se poi faremo una brutta figura non sarà certo un dramma, la sfida fra l’asse Pd-Sel e quello Pdl-Lega si deciderà sul fil di lana, se dobbiamo esprimerci in forchette come è doveroso fare sotto elezioni, daremmo una forchetta del 30-34% per entrambi. Monti 8-10%, Grillo 13-17%, Ingroia 3-5%.
Buon week end di passione.
Alessandro Chiometti