1) L’istituzione della sala del commiato laico di via delle Puglie ha sanato un grave deficit della nostra città negli anni scorsi. Viene usata sempre più spesso e avrebbe bisogno di piccoli adeguamenti per renderla più accogliente come, ad esempio, l’installazione di un piccolo impianto audio. Possiamo contare in un suo impegno in tal senso?
Assolutamente SI. Tutto ciò che può alleviare la sofferenza delle persone e aiutarle nella rielaborazione del lutto deve essere fatto. Siccome crediamo, e dobbiamo costruire, uno Stato laico non si può lasciare solo alle confessioni, delle quali abbiamo il massimo rispetto come scelta individuale, il monopolio della sofferenza e le strategie della rielaborazione del lutto.
2) Anche l’istituzione del Registro dei Testamenti biologici è stata una conquista delle ultime legislature, possiamo contare nella sua collaborazione per adeguarlo alle modifiche inerenti alla recente approvazione della legge nazionale e diffondere la notizia della sua esistenza fra i cittadini ternani?
Assolutamente SI, SI. E’ stata una conquista, e come sapete, tra enormi difficoltà. Non solo va adeguata, ma comunicata attraverso un serio piano di comunicazione da elaborare con i portatori di interesse: cioè con le associazioni e gli istituti impegnati in prima linea nella laicizzazione dello Stato.
3) Problema ancora irrisolto è invece la perenne assenza a Terni di un forno crematorio per le salme, ancora oggi i parenti dei defunti che optano per questa scelta devono “migrare” a spese proprie verso Perugia o Viterbo. Ha in programma la sua realizzazione?
E’ solo questione di volontà politica. Si e sarà una nostra battaglia in Consiglio comunale. L’unico invito è di fare insieme questa battaglia di civiltà, non si può tutto delegare ai rappresentanti politici. Penso che una delega totale alla politica sia un errore della società civile. Alcuni problemi possono essere risolti solo con un impegno diretto e partecipativo di tutti. Come saprete il tema centrale del nostro programma è la trasparenza e la partecipazione. Portare i cittadini non ad esprimersi con una semplice “X” su un SI o un NO, come avviene nei gazebo o nella piattaforma Rosseau, ma portarli fin dentro i processi decisionali. Come sapete noi prevediamo una “rivoluzione istituzionale” con l’istituzione di Consigli e Consulte, per chi non conoscesse ancora il nostro programma lo invitiamo a leggerlo nella pagina Facebook di potere al popolo – Terni, e su questa “rivoluzione” riformare la macchina amministrativa. Non a caso una delle frasi utilizzate nel nostro programma è: “Il diritto alla città non implica nulla di più che una concezione rivoluzionaria della cittadinanza politica” di Henri Lefebvre.
4) Viste le condizioni delle finanze comune di Terni perché non azzerare la concessione degli oneri di urbanizzazione secondaria (pienamente gestibili dal Comune) alla Chiesa Cattolica che ha ben altre risorse dallo Stato centrale e a destinarle alla manutenzione strade e dei giardini pubblici?
Siamo d’accordo. Non solo, vista la modifica della legge, diciamo che i proventi della Bucalossi non devono finire nella ragioneria generale del Comune ma devono rimanere nel quartiere per finanziare gli interventi di qualità urbana, come i proventi dei parcheggi a pagamento. Solo attraverso il finanziamento della qualità urbana, una maggiore socializzazione e cultura, ciò che noi definiamo far “riappropriare la città ai cittadini”, può essere data una risposta al senso di inquietudine e insicurezza del cittadino. Se dovessi sintetizzarlo in un motto: meno telecamere e droni e più cultura. Ovviamente cultura congiunta ad azioni che limitino il precariato.
5) Si parla molto di ambiente, ma poco di misure pratiche sulle abitudini dei cittadini. Problematiche annose sono: il sottoutilizzo delle biciclette (con l’intera zona Terni Nord, ovvero trentamila persone, che non possono arrivare in centro in bici) causa carenza di piste ciclabili anche nella zona centrale;e il sottoutilizzo dei mezzi pubblici causa anche orari e corse non proprio appropriate. Cosa pensa di fare per limitare e disincentivare l’uso degli automezzi privati in questa città?
Nel nostro programma c’è un piano sulla mobilità alternativa che va proprio nella direzione da Voi sollecitata. Più corse autobus soprattutto serali e festivi. I quartieri non possono rimanere isolati durante le festività e potenziamento dei percorsi ciclopedonali. Inoltre possiamo far si che almeno un giorno alla settimana, la domenica, la città possa essere goduta a piedi?
Comunque c’è molto da lavorare soprattutto per cambiare le abitudini, come una mamma che in un’intervista si lamentava delle automobili e la sua paura la combatteva accompagnando la figlia a scuola in automobile. Bisogna lavorare molto, a partire dalle scuole. Noi ci saremo.