I temi dell’eutanasia, del suicidio assistito, del testamento biologico tornano periodicamente a svegliare questo paese dalla sua sonnolenta ipocrisia.
Anche questa volta, come nel caso di Mario Monicelli e Lucio Magri, c’è voluto il suicidio di un personaggio famoso, Carlo Lizzani, a ricordare agli smemorati italiani, tutti presi dalla retorica dell’apprezzamento di Papa Francesco, che in questo paese manca una legge che permetta di morire dignitosamente.
Anzi, in questo paese per dirla tutta, è ancora punito con una pena che va dai 6 ai 15 anni di reclusione il reato di “omicidio del consenziente”.
Non solo, qui in Italia manca anche quel semplice “registro dei testamenti biologici” che garantirebbe, per lo meno, l’applicazione di un diritto costituzionale: quello di poter rifiutare le cure.
Per sanare questa mancanza di diritti civili sono state raccolte oltre sessantamila firme in questi mesi per una legge di iniziativa popolare che depenalizzi l’eutanasia e istituisca il registro dei testamenti biologici. Le firme sono state consegnate ma abbiamo in realtà ben poche speranze che questa, come succede di solito con queste leggi popolari, non venga bloccata in qualche commissione senza neanche giungere in aula.
Tuttavia in questi giorni per lo meno se ne parla, e oltre ai soliti testimonial delle ragioni laiche si vocifera che anche il teologo dissidente Hans Kung voglia lanciare un’ultima sfida alla Chiesa Cattolica richiedendo per se stesso il suicidio assistito (il teologo infatti soffre di Parkinson). “Non voglio continuare a vivere come l’ombra di me stesso” ha recentemente scritto Kung ed ha tutta la nostra comprensione.
Il dibattito sul tema del fine vita ora produrrà la stanca e trita retorica cattolica secondo cui la vita non è disponibile, che la sofferenza avvicina a dio etc. E come al solito i cattolici integralisti dimenticheranno il punto focale della discussione, ovvero che nessuno chiederà a loro di ricorrere all’eutanasia o di rifiutare le cure.
Come sempre la differenza sarà fra una visione laica che vuole garantire i diritti di tutti, cattolici e non, e una che vuole imporre la propria visione a tutti che non possiamo definire in altro modo se non integralista.
Come al solito sentiremo strillare contro di noi parole come “assassini” e “nazisti” e come sempre i mass media mescoleranno nel calderone temi che c’entrano come i cavoli a merenda.
Per fortuna che siamo in Italia, sai che noia a vivere in un paese dove tutti i diritti sono riconosciuti?
Alessandro Chiometti