Dopo alcuni giorni che ho visto
questo film mi capita spesso di riflettere su una domanda… chissà se
chi vedeva Totò negli anni '60 si rendeva conto della sua genialità o
pensava che era uno dei tanti comici che apparivano sugli schermi?
Sarebbe interessante saperlo, potrebbe essere utile per capire meglio
la grandezza di chi ci capita di osservare a noi, oggi.
Non voglio
certo paragonare Corrado Guzzanti a Totò come attore.. ma voglio invece
paragonare la grandezza delle loro genialità comiche.
Questo
lungometraggio (strappato a forza dalla produzione dalle mani del
regista, lo stesso Guzzanti, che lo avrebbe voluto smontare e rimontare
completamente per la duemilionesima volta) è stato realizzato
recuperando i pezzi apparsi nel corso della trasmissione tv "il caso
Scafroglia" poi aggiunti ed integrati con nuove scene girate
costringendo gli stessi protagonisti di tre anni prima a stare due mesi
in una cava alle porte di Roma sotto il sole d'agosto ("… Torniamo a
casa? e come facciamo a convincere il Duce che abbiamo davvero
conquistato Marte? mica possiamo portargli dei sassi che potrebbero
venire da una qualunque cava alle porte di Roma!"). Tecnicamente
parlando sono senz'altro presenti una marea di errori (bloopers), e di
certo la ripresa e la scenografia sono da filmato amatoriale… eppure
cè una cosa fa dimenticare tutto questo, ed è proprio la genialità di
Corrado Guzzanti.
Troppe, veramente troppe le prove di maestosa
bravura satirica del cresciuto "Lorenzo" per essere raccontate in poche
righe; partendo dal conto alla rovescia in latino, fino al rapimento di
Majorana, alla scoperta dell'acqua sul pianeta rosso (bolscevico e
traditor), alle scritte fasciste dipinte sul suolo marziano, ai Mimimmi
e soprattutto alla voce fuori campo che come nei documentari Luce ci
racconta tutto quello che stiamo vedendo.
Ma il pezzo più geniale è
quello in cui fa un "velato" riferimento alla tacita collaborazione fra
chiesa cattolica e fascismo; quando la madonna fascista che
periodicamente appare al gerarca Barzagli ed in una scena precedente
aveva abbandonato il pargolo per il bastone, nel finale del film guarda
lo stesso Gerarca mentre è ormai abbandonato sul suolo marziano, e
quando lui la invoca lei guarda il bastone nella sua mano e lo lascia
cadere alzando le mani schifata, il tutto mentre la voce fuori campo si
domanda "…forse Barzagli fallì in quanto tradito da chi tacitamente
appoggiò e poi fece finta di non sapere?".
La ciliegina sulla torta di
un capolavoro.
Da vedere, rivedere, esaminare, imparare a memoria e
tramandare come esempio supremo di film satirico.