In questi ultimi anni abbiamo visti sedicenti esseri umani esultare per bambini che affogavano nel mare e poi mandare appelli per adottare gattini senza casa; abbiamo visto i “pro-vita” essere a favore della pena di morte, abbiamo visto un Ministro del lavoro dire che “Marcinelle insegna che non bisogna emigrare per lavorare”… nonostante tutto questo non riuscivamo ad immaginare che un giornale potesse pubblicare un articolo del genere.
Nello studio televisivo di Piazza Pulita dibattevo con la conduttrice della seguitissima trasmissione Alle Falde del Kilimangiaro. La signora si lamentava che il pianeta sta soffocando di CO2, perché quella prodotta dall’umanità negli ultimi 150 anni ne ha aumentato la concentrazione atmosferica di 100 ppm (parti per milione). Le feci notare che 100 ppm dello studio televisivo che ci ospitava erano appunto 100 litri, e che 100 litri di CO2 corrispondono a 50 grammi di carbonio, che è quello contenuto in una ordinaria candela. In buona sostanza, cara dottoressa dissi se bruciamo una candela in questo studio, abbiamo introdotto in esso la stessa CO2 che le attività dell’umanità vi hanno introdotto in 150 anni. Oddìo, professore replicò la dottoressa questa complicata matematica mi fa venire il mal di testa; la metta più elementare. Non potevo: era aritmetica da terza elementare, ed in seconda elementare non si sanno ancora calcolare i volumi.
Ammesso che il Battaglia (di cui non sappiamo titoli accademici e neanche ce ne frega nulla di conoscerli) abbia detto davvero una cosa del genere nella foga della trasmissione televisiva, forse accecato dalle luci dello studio o perché il demone più ignorante dell’oltretomba si fosse impossessato di lui; è cosa infinitamente più grave che un giornale pubblichi questo scempio. Anche se come in questo caso è “il Giornale” che ci aveva abituati a quasi tutto.
A parte il fatto che a meno che lo studio di Piazza Pulita non sia uno stanzino di massimo cinque metri per cinque e alto meno di quattro, il Battaglia ha clamorosamente spagliato i calcoli di quante candele ci vogliono per aumentare la CO2 nell’aria di quello stanzino… (ce ne vorrebbero almeno quattro considerando uno studio televisivo normale) ma quello che dovrebbe essere OVVIO è che non stiamo parlando del VOLUME DI ARIA DI QUELLO STANZINO.
Quando la poveretta che ha avuto a che fare con questo colosso dell’ignoranza e dell’arroganza parlava dell’aumento di 100 ppm della CO2 atmosferica si riferiva ovviamente all’atmosfera di TUTTO IL PIANETA non di quella dello studio televisivo.
Per alzare il livello di CO2 dell’atmosfera totale del pianeta di 100 ppm occorre per l’appunto compiere una cosa così folle come proliferare fino a diventare sette miliardi di persone e inquinare come deficienti tutti i giorni. Per l’appunto, quello che abbiamo fatto in questi anni grazie alla follia di seguire uno sviluppo infinito. Altro che accendere un paio di candele.
Vorremmo dire a codesto Franco Battaglia che semmai avesse incontrato davvero in vita sua un libro di Chimica, dovrebbe aver sentito parlare di un certo Svante Arrhenius (Nobel nel 1903 per la Chimica). Beh sappia il Battaglia, che quanto succede oggi (innalzamento della temperatura terrestre per livelli folli della CO2) era stato previsto nei dettagli dai calcoli di Arrhenius che aveva fatto quasi per gioco, commentandoli con quasi noncuranza perché, disse, tanto per raggiungere quei livelli di CO2 nel pianeta ci sarebbero voluti sette miliardi di persone.
Ma il problema non è Franco Battaglia, dottore o professore che sia. Il problema è che esistono mass media che arrivano a milioni di persone e si permettono di pubblicare un articolo di disinformazione scientifica, anzi di vera e propria divulgazione dell’ignoranza. Con un errore così madornale che dovrebbe far scattare gli allarmi del buon senso appena viene proposto.
“Aho… coso… come te chiami… Batta’ … ma che te pare che stanno a fa sto casino perché qualcuno ha acceso una candela? E daje, magari se ne passano col catastrofismo ma che mo’ mica davero davero, no?”
Questo il più buzzurro e ignorante di un redattore di un giornale avrebbe dovuto dirgli.
Non sappiamo cosa abbiano in testa i redattori de “il Giornale” ma si ricordino che, a parte la figura che ci fanno, anche loro, purtroppo, vivono sul pianeta Terra.
Alessandro Chiometti