da Adista
FREQUENTI L'ORA DI RELIGIONE? UN PUNTO IN PIÙ.
RICORSO AL TAR CONTRO L'ULTIMO REGALO DEL MINISTRO FIORONI
34464. ROMA-ADISTA. Nelle scuole, la frequenza dell'ora di religione è facoltativa; eppure l'Insegnamento della Religione Cattolica (Irc) risulterà determinante per l'attribuzione del voto finale ai prossimi esami di Stato delle scuole superiori.
Lo ha stabilito il ministero della Pubblica Istruzione – quando era
ancora guidato da Giuseppe Fioroni -, provocando così un "effetto
gravemente discriminatorio nei confronti degli studenti che abbiano
deciso di non avvalersi dell'Irc, né di insegnamenti sostitutivi", i
quali – si legge nel ricorso al Tar presentato da diverse Chiese
cristiane e associazioni per la difesa della laicità dello Stato –
partiranno svantaggiati rispetto ai loro compagni che invece durante
l'ora di religione restano in classe.
L'ex ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, lo scorso 10 marzo,
poche settimane prima di lasciare il dicastero di viale Trastevere a
Maria Stella Gelmini, aveva emesso una Ordinanza Ministeriale, la n.
30, che regola lo svolgimento degli esami di Stato, di fatto
‘fotocopiando' il contenuto di un'analoga Ordinanza del 2007, che per
la prima volta aveva introdotto la novità del ‘credito in religione'
(v. Adista n. 41/07). L'O. M. 30 ribadisce infatti che i docenti di
religione cattolica partecipino "a pieno titolo alle deliberazioni del
consiglio di concernenti l'attribuzione del credito scolastico agli
alunni che si avvalgono di tale insegnamento" (cioè una quota di 20
punti su 100 – ma che presto diverranno 25 – che si ottiene sia dalla
media dei voti del triennio sia dalla valutazione di eventuali attività
extrascolastiche regolarmente certificate e approvate dai docenti).
Stessa facoltà hanno i docenti "delle attività didattiche e formative
alternative all'insegnamento della religione cattolica, limitatamente
agli alunni che abbiano seguito le attività medesime". Mentre i
tantissimi alunni che non partecipano ad alcuna attività alternativa –
molto spesso perché le scuole non le organizzano, ma anche perché
scelgono di fare "studio individuale" assistito – o che optano per
uscire da scuola, hanno pochissime possibilità di farsi riconoscere un
credito: dovrebbero essere in grado di dimostrare di aver partecipato –
in concomitanza con l'ora di religione che non frequentano – "ad
iniziative formative in ambito extrascolastico", oppure la scuola
dovrebbe certificare che lo studio individuale svolto durante l'ora di
religione "si sia tradotto in un arricchimento culturale o disciplinare
specifico". Quindi, se un ragazzo va bene in religione, può aspirare a
un punto in più di credito scolastico. Altrimenti, specie nel caso non
frequenti nemmeno la materia alternativa, difficilmente otterrà il
credito.
Le stesse associazioni e Chiese che hanno depositato il ricorso al Tar
contro l'O. M. 30 (fra le altre "Per la scuola della Repubblica", Cidi,
Cgd, Mce e le consulte per la laicità delle istituzioni di Roma e di
Torino, Chiesa evangelica, Chiesa valdese, Chiesa luterana, Chiesa
avventista, Chiesa pentecostale e Chiesa battista, più due studenti
‘non avvelentisi') avevano presentato ricorso anche lo scorso anno. Il
Tar del Lazio, nel maggio 2007, riconoscendo la legittimità delle
motivazioni dei ricorrenti, aveva "sospeso" l'Ordinanza ministeriale.
Fioroni, però, aveva fatto ricorso d'urgenza al Consiglio di Stato,
ottenendo l'annullamento della sospensiva del Tar. Ma nel merito del
ricorso né il Tar né il Consiglio di Stato si erano espressi, lasciando
così la questione aperta. E così quest'anno le associazioni ci
riprovano. Stavolta, però, nel loro ricorso non chiedono al Tar la
preventiva sospensiva dell'Ordinanza, ma di emanare il più presto
possibile una sentenza, in modo da fare definitivamente chiarezza sulla
legittimità del credito in religione. Se il Tar avvalorasse le tesi dei
ricorrenti, gli scrutini già svolti risulterebbero invalidi e tutti i
consigli di dovrebbero essere riconvocati in fretta e furia prima
dell'inizio degli esami di Stato. Nel caso invece la sentenza arrivi a
luglio o dopo l'estate, gli esami potrebbero addirittura essere
dichiarati nulli. (luca kocci)