Nel 2014, a dieci anni (sic!) dalla prima richiesta ufficiale il Comune di Terni individua dei propri locali da destinare ad essere usati come Sala del Commiato per i funerali laici. Sono i locali polifunzionali siti in via delle puglie (ex circoscrizione est) che vengono assegnati in via prioritaria a questo scopo.
La soluzione, che doveva essere provvisoria in attesa che si individuasse una struttura più adeguata, ha messo in questi anni una toppa all’incresciosa situazione che vedeva i cittadini ternani non cattolici e senza altre stanze messe a disposizione da altre realtà politiche o religiose, dover celebrare i funerali dei parenti scomparsi in strada.
In questi anni pochi anni, con il diffondersi della notizia della sua esistenza, la sala è stata sempre più usata tant’è vero che si mormorava fino a poco tempo fa che il Comune avesse l’intenzione di prendere un provvedimento definitivo e realizzarne una al cimitero adeguatamente attrezzata.
Non solo questo non è avvenuto, ma non si è neanche provveduto ad attrezzare la sala esistente di un semplicissimo impianto audio necessario allo svolgimento delle cerimonie.
Ma c’è di peggio per coloro che decidono la via della cremazione della salma e la successiva dispersione delle ceneri.
I nostri attentissimi amministratori si sono infatti “dimenticati” di recepire la legge regionale n. 890/2017 che metteva la parola fine alle assurdità burocratiche per chi sceglieva questa via.
Il risultato è che a Terni (nonostante il Sindaco Leopoldo Di Girolamo avesse individuato delle aree consone alla dispersione delle ceneri alcuni anni fa, cosa che speravamo avesse posto la parola “fine” a queste scempiaggini) ancora oggi, nell’anno 2019 dell’era volgare, viene richiesta dall’attentissima amministrazione locale non solo una dichiarazione firmata della persona scomparsa che affermi la volontà di essere disperso dopo l’avvenuta cremazione ma, udite udite, questo documento deve essere autografo nella sua interezza. Ovvero totalmente scritto a mano dal de cujus.
E fate attenzione (dis)onesti cittadini, non pensate di gabbare questi favolosi e scrupolosi amministratori “ritrovando” in modo “sospetto” qualche foglio disperso qua e là tra i documenti dello scomparso. No! A loro “non la si fa” e infatti, nel caso aveste l’impudenza di presentare il documento richiesto, dopo che vi sia stata fatta notare la sua mancanza, costoro prima di acconsentire alla vostra vergognosa usanza lo esporranno in delle apposite bacheche comunali per giorni trenta affinché nessuno contesti la sua autenticità.
Fortunatamente la gogna pubblica per chi chiedeva il permesso di trasgredire ai riti della Religione-non-di-Stato-ma-è-come-se-lo-fosse, invece è stata abolita.
Evitiamo, per pietà civile, di fare ulteriori commenti, sperando che chi di dovere provveda al più presto ad eliminare una vergogna e una discriminazione che ci fa vergognare della nostra Terni.
Alessandro Chiometti
Presidente Ass. Cult. Civiltà Laica