In occasione della morte di Marco Pannella io e Marcello Ricci abbiamo dedicato un’ora della trasmissione settimanale “la befana non esiste” in onda tutti i venerdì su Radio Galileo dalle 17,30 alle 19,20 al ricordo della sua azione politica e di quella del Partito Radicale. Sia sul nazionale che sul locale. Questa la trascrizione abbastanza fedele di quello che ne è uscito fuori.
Lo conoscevi di persona Marco Pannella?
Si lo conoscevo anche se non ero intimo, mi dispiace molto non essere a Roma per il suo addio ma sono in contatto con un mio amico che mi tiene aggiornato costantemente sullo svolgimento del funerale fatto laicamente in quella piazza che è il simbolo di tante battaglie e tante vittorie radicali, prima di tutte quella sul divorzio.
Ecco forse nasce proprio lì l’aura di santone laico intorno a Marco Pannella, da quella vittoria. Leader storico di un partito che pur non avendo i numeri della Dc o del Pci ma neanche del Psi ha cambiato l’Italia molto più dei grandi partiti.
Certo perché i grandi partiti tendono ad essere conservatori, il Pci infatti non voleva fare la battaglia sul divorzio, un po’ per la paura di perdere un po’ per non rompere con i cattolici. Ci è stato trascinato.
Io sono stato sempre diffidente nei confronti dei partiti poi nel ’74 ho conosciuto i radicali proprio con la battaglia sul divorzio. Ero diffidente nei confronti dei partiti, non ero qualunquista ma di indole anarchica. Quando ho iniziato a insegnare filosofia al liceo tutti davano per scontato che fossi marxista, perché allora se eri un filosofo o eri marxista o eri cattolico, e io l’aspetto del cattolico non l’ho mai avuto. Ma io venivo dall’ideologia anarchica, quella che deriva da Socrate fino alla tradizione odierna. Anarchismo non violento ovviamente.
Poi sono stato incuriosito dalla loro posizione pro-referendaria e io sono sempre stato per la democrazia diretta. Allora sono andato nella loro sede, che tutto era tranne che una sede di partito ma un crogiolo di esperienze diverse, dall’omosessualità all’obiezione di coscienza. Ho capito che le loro radici storiche erano le stesse che avevo io, ovvero quelle che affondano nella resistenza fatta dal Partito D’Azione.
Nel frattempo avevo anche smesso di frequentare i circoli anarchici romani che sapevano solo parlarsi addosso, io volevo fare qualcosa di concreto politicamente parlando. Un movimento più incisivo nella realtà degli anni ’70. E li ho conosciuto un po’ tutta la dirigenza radicale: Pannella, la Bonino e Rutelli che venne un po’ più tardi. Insomma le idee erano quelle, libertarismo, non violenza e diritti umani. E anticlericalismo ovviamente. sono sempre stato anticlericale, per me le religioni hanno fatto molto più danni che altro all’umanità.
E nella nostra città?
Le esperienze nella nostra città si chiamavano il “Cinema Primavera” e poi ovviamente “Radio Evelyn”, non erano esperienze del partito radicale ma di tanti giovani libertari con diversi orientamenti.
Le prime campagne referendarie le ho fatte tutte da solo, perché gli altri radicali ancora andavano all’Università, ma poi non è che abbiamo mai raggiunto numeri da capogiro, siamo sempre stati quattro gatti iscritti al partito.
Ma a Radio Evelyn eravate di più.
Si era una realtà diversa e più composta. È stata anche la radio del terremoto quando la gente chiamava per chiedere aiuto e dire dove stavano i danni maggiori. Un caso che finì anche sul Corriere della Sera. Ma anche quella ha avuto una fine solitaria, ho dovuto chiudere la porta dopo l’ultimo notiziario. Del resto dopo la scomparsa di Sergio Secci morto nella strage di Bologna è stato come lo spegnersi di una luce, un segnale che un epoca era finita. Chiusa la radio, anche io ho abbandonato la politica attiva e mi sono messo a lavorare per il Progetto Mandela.
Torniamo a Marco Pannella e al Partito Radicale. Successi clamorosi quelli dei referendum sul divorzio e sull’aborto. Percentuali di italiani favorevoli intorno al 60 percento. Poi tante altre battaglie, l’obiezione di coscienza… l’antiproibizionismo e il diritto all’eutanasia che durano ancora oggi. Però se vediamo la storia elettorale del Partito Radicale poi questo non si è mai spostato dalla percentuale compresa fra il 2 e il 4 percento. Come ti spieghi questo fatto?
Si… ma ci sono state anche le Elezioni Europee del ’99 in cui abbiamo raggiunto l’8 percento…
Vero… ma di quelle poi ne parliamo perché avevo una domanda proprio su quelle. Tabelle alla mano se si eccettua quell’elezione siamo sempre a quelle cifre. Poco sotto il 2 poco più del 4…
Beh indubbiamente la vocazione del partito è minoritaria. Com’è stato per Giustizia e Libertà. Poi quando c’è stata la campagna “Bonino for president” abbiamo triplicato i voti… e per fare quella campagna il Partito si è venduto la frequenza di Radio Radicale 2 e Agorà!
Hai anticipato la domanda… infatti volevo chiederti che ne pensavi della storia, che a questo punto capisco essere una leggenda urbana, del fatto che Berlusconi vi aveva concesso lo spazio su Mediaset per ripagare il debito che aveva nei confronti di Pannella per l’appoggio del ’94.
L’appoggio rimase per tre mesi poi Pannella se ne andò quando capì che Berlusconi non era affatto un liberale. Che debito poteva aver mai contratto Berlusconi per tre mesi di appoggio? Però qualcosa di buono venne anche da quell’esperienza, perché fece in tempo a far nominare la Bonino ministro europeo e da li iniziò la carriera di Emma.
Veniamo a qualche critica che si fa comunemente al Partito Radicale. La prima che mi viene in mente è che ha tradito la non violenza del partito quando ha appoggiato i bombardamenti in Kosovo.
Qui bisogna che chiariamo una cosa, la tradizione Radicale è non violenta, non pacifista tout court. Questo vuol dire che in caso di necessità occorre comunque reagire. Ed in quel caso il Partito Radicale fu favorevole perché sapevamo già che c’erano delle fosse comuni derivanti dalla pulizia etnica fatta da Serbi. Oggi sappiamo tutti che cosa è successo a Srebrenica. È stato un appoggio ad una richiesta di difesa.
Altre grosse polemiche, e parlo di polemiche fra militanti del partito radicale, fu in occasione della candidatura di Ilona Staller, in arte Cicciolina, al parlamento. So che molti compagni radicali addirittura lasciarono il partito.
Ma si molte polemiche… ma in realtà era solo una provocazione. Nessuno pensava che Cicciolina prendesse tanti voti. E invece li ha presi! E diventammo famosi in tutto il mondo per aver portato una pornostar in parlamento. E i voti li aveva presi lei, non il Partito Radicale.
Ma era solo una provocazione sul sesso, del resto la sede del partito già ospitava la sede del FUORI, ovvero il Fronte Unitario degli Omosessuali Rivoluzionari Italiani. Chi non l’ha capita non ha capito lo spirito del Partito Radicale.
Un ultima cosa, la presenza di tanti fuoriusciti dal Partito Radicale che magari hanno cambiato anche idea su tante questioni etiche come la Roccella, Rutelli o Capezzone non può essere sintomo che la presenza di Pannella sia stata troppo ingombrante in questo partito?
La presenza di un leader come Marco Pannella non può non essere ingombrante. Però bisogna tener presente che abbiamo avuto anche tanti segretari giovani! Rutelli e Negri avevano venti anni quando sono stati fatti segretario del partito. Poi se ne sono andati. Ma Pannella la classe dei giovani l’aveva tirata su. Poi ci sono i convertiti, come la Roccella o Quagliarello che come tutti i convertiti diventano i peggiori integralisti che esistono. Rutelli invece ha fatto un percorso più soft, infatti con lui ci si può ancora parlare. Poi ci sono i radicali che sono usciti ma continuano a portare avanti le stesse battaglie come Della Vedova.
Insomma noi radicali non abbiamo mai vincolato nessuno per la vita, se cambi idea scegli il tuo percorso. Del resto bisogna anche ricordare che la coerenza non sta nel pensarla sempre allo stesso modo ma di agire sempre secondo le proprie idee.
Alessandro Chiometti