È sempre illuminante e istruttivo leggere i deliri dettati dal fanatismo religioso più becero e integralista.
Grazie a “Il messaggero” del 29 Giugno 2010 (i mass media sono sempre molto attenti a non perdersi neanche una di queste esternazioni) vengo a conoscenza del fatto che gli integralisti religiosi nostrani rifiutano (lo dicono proprio così senza vergogna: “noi rifiutiamo”) la possibilità che qualche essere umano abbia una concezione etica della propria vita diversa da loro.
I prodi crociati contemporanei non hanno digerito il fatto che si possa criticare, anche con forza, una decisione assunta dal consiglio comunale.
Così i firmatari del comunicato esternano la loro contrarietà al fatto che, pensate un po’, qualcuno abbia avuto l’iniziativa di fondare un Comitato cittadino pro-Testamento Biologico, ma soprattutto, cosa gravissima, che questo abbia avuto una qualche visibilità “in realtà largamente superiore alla propria consistenza”. Chi lo dice che è largamente superiore? Ma è ovvio, i firmatari del comunicato stesso che, evidentemente, sono depositari della verità assoluta e parlano in nome di dio (quello loro, ca va sans dire). Se qualcuno gli volesse obiettare che il comitato è composto da decine di associazioni e diversi partiti, lasci perdere… meglio parlare ai muri.
Comunicato che, se non parla a nome di dio, non si capisce a nome di “che cosa” parli. Non certo dei cattolici “tout court” visto che come sono costretti ad ammettere i firmatari stessi fra un vaneggiamento integralista e l’altro, i vari esponenti di spicco del clero locale non hanno esternato le loro posizioni.
Quello che gli integralisti religiosi de noantri affermano è, nella sostanza, che loro rifiutano il concetto di autodeterminazione. Roba vecchia come il cucco, insomma. Roba che sa di muffa. Di vecchio. Di Medioevo.
Non c’è neanche gusto a rispondere a questi fanatici che se fossero nati in Afghanistan sarebbero di certo al fianco dei talebani. Troppa è la distanza culturale tra la parola “democrazia” e le loro affermazioni.
Però due annotazioni al loro comunicato sono doverose.
La prima, e lo dico come presidente di un’associazione promotrice della proposta discussa in consiglio comunale, è che le firme sono state “solo” quattrocento per un semplice motivo. Perché è un numero largamente superiore a quello richiesto per presentare una proposta di deliberazione di iniziativa popolare. Quindi, dato che l’obiettivo è stato raggiunto in solo tre giorni di “banchetti”, ci sembrava assolutamente inutile raccoglierne altre cinquemila. Come dimostra l’entusiasmo che circonda il Comitato Permanente nato dopo la delibera del consiglio comunale (quello stesso entusiasmo che tanto ha dato fastidio ai fanatici religiosi ternani), l’argomento in città ha molti più sostenitori dei quattrocento firmatari.
La seconda è che il voto integralista del consiglio comunale di Terni non ha, di fatto, bocciato nessun Testamento Biologico. Quello che i prodi integralisti religiosi (purtroppo) eletti in consiglio comunale hanno bocciato è l’offerta di un servizio ai cittadini di Terni. Il Testamento Biologico è comunque in vigore e con validità legale. Basta andare da qualsiasi notaio e sottoscriverlo. A pagamento.
A questa discriminazione fra chi ha possibilità economiche e chi non le ha, il Comitato e l’Associazione Culturale Civiltà Laica cercheranno di porre rimedio cominciando a raccogliere, gratuitamente, le testimonianze anche filmate che attestino la volontà dell’individuo sulle tematiche del fine vita. Testimonianza che, come ha decretato la sentenza Englaro, ha validità legale e che il medico ha l’obbligo di rispettare.
Alessandro Chiometti
Presidente dell’Ass.Cult. Civiltà Laica