Anche Fabo è morto. Anche lui è dovuto andare via dal nostro paese a causa di una politica imbelle che non riesce a dare una legge di civiltà firmata da oltre centomila italiani e gradita alla larga maggioranza degli italiani.
La politica non ci riesce per i soliti motivi che non stiamo qui a elencare, li conosciamo benissimo e sono chiusi in tre parole: ingerenza del Vaticano.
Interessante vedere invece le reazioni di coloro che si auto-definiscono “per la vita” e professano pietà e amore verso il prossimo.
Monsignor Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha il compito di ricordarci quanto la c.d. “modernizzazione della Chiesa” fatta da Papa Francesco I sia solo un’operazione pubblicitaria e di marketing ma in realtà priva di contenuti.
“Ogni volta che si pone termine a una vita, o ci si propone di farlo, è sempre una sconfitta” per l’arcivescovo “la legge non può per sua natura regolamentare situazioni così drammatiche il rischio è di creare ‘la cultura dello scarto’ di cui parla il Papa“.
Al di là della retorica e della “solita” sconfitta di tutti, il vero sconfitto è lo Stato Italiano, che ormai costringe i suoi cittadini ad andare all’estero per nascere, ad andare all’estero per lavorare e ad andare all’estero anche per morire. E su due di queste tre emigrazioni della speranza il Mons. Paglia e i suoi colleghi della gerarchia vaticana hanno colpe ciclopiche. Sono i responsabili dell’arretratezza dello Stato Italiano in tutto ciò che riguarda l’autodeterminazione e i diritti civili, quindi per lo meno che il Monsignore abbia il buon gusto di non essere ipocrita.
La Binetti, figura tristemente nota del peggior integralismo cattolico marchiato Opus Dei, con la solita testardaggine prova a rimescolare le carte e magari a nasconderne alcune “Nessuno intende aprire la porta a questa pratica che va contro il diritto alla vita e non risponde a criteri di solidarietà infatti anche se la legge sul testamento biologico fosse già stata approvata, Fabo non avrebbe in alcun modo potuto accedere all’eutanasia come è avvenuto in Svizzera». Può la senatrice non sapere che la legge sottoscritta da oltre centomila italiani prevede sia l’introduzione del Testamento biologico ma anche la depenalizzazione dell’eutanasia? Difficile crederlo, quindi? Tentativo di disinformazione? Confusione da cilicio troppo stretto? Mah!
Ma è il il Deputato Gianluigi Gigli (esponente del Movimento per la Vita) eletto con Monti e poi migrato ai vari gruppetti parlamentari, a vincere il premio per il ribaltamento delle frittate con salto mortale annesso: “Ancora una volta l’associazione Luca Coscioni si dimostra un esperto imbattibile nell’opera di sciacallaggio. È sotto gli occhi di tutti il tentativo di sfruttare l’umana tragedia di dj Fabo per condizionare il dibattito parlamentare sul consenso informato e sulle Dat. L’uso strumentale del caso è ancor più evidente se si pensa che, a differenza di quanto avviene in Svizzera, la legge in discussione in Italia avrebbe consentito di lasciar morire dj Fabo di stenti, ossia per disidratazione e denutrizione, e non certo per suicidio assistito farmacologico“.
Cioè l’Associazione che ha promosso la legge, che da anni si batte coerentemente per il diritto all’eutanasia e la validità del testamento biologico e che dà voce ai diretti interessati diffondendone gli appelli e poi quando è possibile li aiuta anche a smettere di soffrire in paesi più civili del nostro fa opera di sciacallaggio? E allora il sedicente “movimento per la vita” che anche tramite il Gigli blocca la legge in parlamento adducendo argomentazioni del tipo “Fabo non può scegliere per se stesso perché un altro paraplegico gli ha detto di ripensarci” (Vedi articolo dell’avvenire dei giorni scorsi), cosa farebbe invece? Sul delirio finale che confonde per l’ennesima volta eutanasia e testamento biologico non c’è niente da dire se non che quando disse “andate e moltiplicatevi” dio non si era evidentemente guardato bene intorno.
Ovviamente non poteva mancare di far sentire il suo peso Mario Adinolfi, sempre più impresentabile anche fra i cattolici. Oggi sulla sua pagina facebook non trova di meglio che paragonare l’associazione Coscioni e i medici Svizzeri a Hitler. Anzi, per essere esatti dice: “Dj Fabo è morto. Ora la nostra domanda è semplice: speculando su questa tragedia, che legge volete? Volete il sistema svizzero, che sopprime un disabile a listino prezzi? Iniezione di pentobarbital, pratiche e funerale, diciottomila euro tutto incluso. Volete sfruttare l’onda emotiva per ottenere questa vergogna? Hitler almeno i disabili li eliminava gratis.”
Se la domanda è semplice figuriamoci la risposta: Sig. Adinolfi noi vorremmo semplicemente che una persona come Fabo, che trova insostenibile continuare a vivere, possa trovare la pace senza emigrare e magari anche senza spendere diciottomila euro. Il problema è la gente come lei che lo impedisce, poi nel suo caso si arriva anche al paradosso che lei (non ci risultano altre dichiarazioni simili, evidentemente a tutto c’è un limite anche nell’integralismo religioso) ha pure il coraggio e la sfrontatezza di rinfacciargli il fatto che ha dovuto spendere diciottomila euro.
Caro Sig. Adinolfi forse basterebbe che ognuno pensi alla propria di vita, che sia un disc jokey, un prete, un ludopatico divorziato e risposato; senza che nessuno si senta superiore agli altri dando giudizi etici e morali e a destra e manca su scelte in cui conta solo l’autodeterminazione. Ma certo, questo significherebbe avere un po’ di pietà e forse, per un giocatore di poker, è impossibile.
Alessandro Chiometti