Personalmente non siamo molto portati ad analizzare a fondo ogni articolo che viene dal mondo del cattolicesimo integralista, in primo luogo perché il masochismo non ci appartiene e in secondo perché dovremmo avere migliaia di persone a libro paga per stare a sottolineare tutte le corbellerie prodotte dal fronte di disinformazione cattolica.
Tuttavia non lo neghiamo, a volte è davvero impossibile non commentare.
Capita così che andando a guardare il sito degli ossimori viventi Uccr, ovvero Unione Cristiani Cattolici Razionali (un unione dicono loro “che non ha sede, non ha statuto, non ha organico, non spaccia tessere e non batte cassa” ma che ha molta pubblicità sul sito, nata nel 2011 più che evidentemente per contrastare l’Uaar, ma che in realtà ha confermato a tutti che è impossibile usare la ragione ed essere cattolici fino in fondo) scopriamo che anche loro si sono accorti che il mondo cattolico è “leggermente” diviso.
Per tutti c’è speranza verrebbe da dire, ma vediamo cosa dicono in questo “sconcertante” articolo firmato “la redazione”.
Innanzitutto la presa di coscienza: Non è facile amici, la situazione è molto complessa e le acque non sono mai state così agitate. Parliamo della realtà cattolica italiana,” suonate campane, apriti cielo, se ne sono accorti anche loro… ma un momento, perché subito dopo si specifica: “ovviamente quella che appare a livello mediatico” perché quella reale no? Ci sembrava strano…
Dopo l’inevitabile autocelebrazione che arriva a disegnare l’Uccr come una potenza internazionale “In questi anni abbiamo contribuito a neutralizzare l’ateismo organizzato italiano (chi oggi parla o si interessa più dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti?) e non solo” (verrebbe quasi da rispondergli nel dettaglio ma lasciamo perdere perché non c’è niente di più divertente del vedere una pulce che si crede un dobermann), arrivano al dunque: “anche il cattolicesimo sta subendo sempre più l’influsso del relativismo, dell’opinionismo, dell’egocentrismo, del sentimentalismo, dell’emotivismo, del “sono quel che mi sento”. L’esempio più evidente è la posizione individuale in antitesi con quella della Chiesa di tantissimi cattolici, praticanti e non, nei confronti della morale sessuale e delle posizioni bioetiche.”
Ma va’? Cari cattolici sedicenti razionali, la legge sul divorzio è del 1974, quella sull’aborto del 1978 e il referendum che l’ha confermata del 1981, considerando che andate millantando (oggi come allora) che il 99% degli italiani è cattolico non vi era sorto finora il dubbio che quelle leggi sono state fatte e confermate anche con il voto dei cattolici che da sempre, se adeguatamente informati, se ne fottono di quello che dice il Papa? Benvenuti nel mondo reale.
Dopo qualche consueto fraintendimento e cambiamento di significato delle parole (stavolta tocca alla voce “fede adulta” che i cattolici sedicenti razionali riprendono a pie’ pari da Ratzinger come sempre in modo totalmente acritico), si arriva al nocciolo della questione. È interessante leggerlo tutto soprattutto per chi non ha la sfortuna di essere aggiornato delle beghe cattoliche: Questa confusione dei piani, questo individualismo estremo, questa liquidità della fede e la pressione costante e ridicolizzante nei confronti della fede da parte dell’ideologia mondana, ha prodotto una miriade di divisioni, di litigi, di vendette anche all’interno della realtà cattolica e mediatica italiana. Abbiamo visto organi di informazione cattolici criticarsi a vicenda, La Bussola Quotidiana contro Avvenire e i cattolici di sinistra, La Croce di Adinolfi contro La Bussola Quotidiana (ad esempio nel caso Mattarella), Corrispondenza Romana di De Mattei contro tutto e tutti, Antonio Socci antipapista armato di una retorica infantile copiata dall’anticlericalismo più militante. Insulti, diffamazioni e querele tra cattolici nel caso del commissariamento dei Francescani dell’Immacolata, divisioni interne sul recente Family Day, anche a livello gerarchico (mons. Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, a favore e mons. Galantino, segretario della CEI, contrario), attacchi spropositati a Comunione e Liberazione per non aver aderito ufficialmente all’evento, Scout che assistono all’udienza del Papa e poi sfilano al Gay Pride accompagnati da un prete che attacca la Chiesa e la castità. Scontri e diatribe tra i “pro-Medjugorje” e i “contro-Medjugorje”, vaticanisti che manipolano le parole del Papa e in costante litigio tra loro.
Insomma definire il mondo cattolico diviso e assolutamente incoerente al suo interno è al solito pleonastico; del resto noi (laici, anticlericali, razionalisti non per autodefinizione ma veramente) lo diciamo da sempre. State attenti quando usate il termine “cattolico” perché Frei Betto non è Ruini, Mancuso non è Adinolfi e Don Formenton non è Vincenzo Paglia. Certo, come qualcuno giustamente obietta, il problema non è il nostro ma di chi dovrebbe fare chiarezza all’interno di quel mondo e dirci chiaramente da che parte sta. Tuttavia considerare i cattolici come un totem d’acciaio impenetrabile è il migliore regalo che si possa fare alle gerarchie ecclesiastiche.
Tornando a ai nostri cattolici sedicenti razionali, una volta preso atto di ciò e avendolo finanche messo nero su bianco cosa fare? Cominciare ad interrogarsi sul perché il buon Dio (l’unico… quello loro ovviamente) abbia permesso che dopo 2000 anni di eresie, inquisizioni, crociate, scismi e il proliferare della visione protestante (e anche di quella atea aggiungiamo noi) ciò che rimane della sua chiesa prediletta non riesce a mettersi d’accordo su cosa dire neanche su un misero decreto legge sulle unioni civili?
Cominciare ad interrogarsi se è il caso di continuare a tenere insieme Opus Dei e Teologia Dellla Liberazione?
Cominciare a dire “fratelli, forse la verità è cosa relativa?”
No. Non possiamo pretendere un atteggiamento razionale da un cattolico sedicente razionale ma tutt’al più un po’ di sano opportunismo. Ed infatti: A volte sembra soltanto una lecita dialettica interna, ma effettivamente da l’impressione di essere invece una pesante e continua divisione. Le acque ci sembrano davvero agitate, dicevamo all’inizio, troppo agitate per riuscire ad entrare nel merito con ragionevolezza, per contribuire con lucidità come crediamo di aver fatto finora. Per questo, come redazione, preferiamo temporeggiare qualche settimana, qualche mese, altrimenti rischiamo solamente di amplificare questo frazionamento di posizioni.
Tanto per citare il mai troppo compianto Cuore e la sua rubrica “parla come mangi”: aspettiamo di vedere chi vince, poi diciamo la nostra.
Razionali forse no, ma furbastri di certo!
Alessandro Chiometti