I no vax siete voi

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No, io non mi vaccino! Perché dovrei correre il rischio di vaccinarmi se porto sempre la mascherina che ci ha salvato in questi due anni di pandemia?

Questa frase, sentita e/o letta in ogni discussione come argomentazione sulla libertà di non vaccinarsi (anzi sulla giustezza di questa scelta), esemplifica quanto da noi più volte sostenuto su queste pagine. Ovvero che i danni del disastro comunicativo fatto in occasione di questa pandemia resteranno molto più a lungo della Covid19.

E, se nel governo qualcuno ha cominciato a prendere provvedimenti che hanno una base razionale (seppur con molte contraddizioni al suo interno) come il famoso Green Pass, ancora non c’è il minimo segno di rinsavimento per quel che riguarda i mass media e l’elefantiaca macchina burocratica che attanaglia le varie Asl del nostro assurdistan.

Se quest’ultima continua, per fare un esempio fra i tanti, continua in modo demenziale a mandare in isolamento le persone sane, vaccinate e senza sintomi per un contatto con un positivo avvenuto diversi giorni prima, i secondi continuano a mistificare e a confondere con le loro non-notizie tutto ciò che riguarda l’efficacia dei vaccini (altissima) con quella delle altre misure di “epidemiologia difensiva”, dalle mascherine ai lockdown e ai coprifuochi (molto bassa e a volte del tutto inesistente).

Su MicroMega ci ha provato Vittorio Agnoletto a rompere il muro di omertà che non consente di parlare degli errori della gestione italiana della pandemia da Covid19; secondo noi però non ha colto il vero fulcro della questione.

Dall’inizio di questa vicenda chiunque abbia provato a sollevare dei dubbi sull’efficacia delle misure poste in essere è stato tacciato di: “negazionismo del virus”, di “salvinismo” di “bolsonarismo” di “apologia dell’eugenetica svedese”, e ovviamente di essere un no vax.

Oggi i dati, oltre all’efficacia dei vaccini, evidenziano con estrema chiarezza due fatti:

1) fino a marzo 2021 l’Italia è stata il peggior paese del mondo occidentale (insieme al Belgio) per i risultati ottenuti nel contenimento dell’epidemia, e pochi nel resto del mondo avevano fatto peggio di noi.

2) le misure di epidemiologia difensiva hanno un effetto estremamente limitato. Dato che conferma pienamente ciò che riportavano tutti i manuali di virologia prima della pandemia (e speriamo continuino a riportarlo oggi): queste misure servono solo in fase iniziale per appiattire la curva e ritardare il picco di qualche settimana per dare al SSN il tempo di prepararsi.

Quello che serve in una pandemia virale sono i vaccini. Nell’attesa ci possono essere cure molto utili come i famosi anticorpi monoclonali, quelle che servono solo a contenere la stiuazione (antinfiammatori, antibiotici e antidolorofici) e quelle pericolose, da usare solo in casi di estrema gravità del paziente, come il famoso plasma iperimmune.
Da tempo è noto, a chi abbia sentito parlare almeno vagamente di chimica farmaceutica, che i farmaci antivirali sono al contempo difficili da mettere a punto (più del vaccino) e che spesso causano più danni del virus stesso (basta pensare ai danni dell’Azt come cura dell’Aids).

Ora le cose sono due, o chi ha gestito l’epidemia, i virologi da tv e i direttori dei vari mass media hanno gli attributi per dire “Scusate, abbiamo sbagliato” oppure, se si continua a difendere la gestione che si è basata sul principio “non possiamo sapere” (che, torniamo a ripeterlo è lo stesso alla base della mentalità no-vax), le cose andranno sempre peggio e la fiducia nella scienza e (di conseguenza) nelle istituzioni che millantano di appoggiarsi ad essa scomparirà. E a quel punto ne vedremo delle belle, altro che i portuali di Trieste che portano avanti una lotta giusta (il lavoro) con le argomentazioni sbagliate (il rifiuto del Green Pass) o l’assalto fascista alla Cgil a Roma.

E tanto per essere chiari, prima che qualcuno pronunci la fatidica domanda: “ma perché dove abbiamo sbagliato?” ecco un utile elenco di errori fatti durante la pandemia.

– Si è tentato di screditare l’attendibilità dei test clinici, scoraggiandoli invece che incoraggiarli. In un primo momento anche quelli molecolari, poi quelli rapidi e ancora oggi, qualcuno (vedi il Dott. Risi sul Corriere della Sera di Venerdì scorso) continua a parlare di attendibilità solo per otto ore quando evidentemente non ha capito che l’utilità di questi  è quella di contenere il rischio di contagio in percentuali gestibili. Se continuiamo a non distinguere fra eventi molto improbabili e dati “certi” non andremo mai molto lontano.

– Si sono diffuse informazioni false e allarmistiche sulle modalità di contagio del virus, sono stati fatti girare video in cui una persona che faceva un bancomat contagiava interi condomini. Si sono inoltre diffuse notizie non verificate e studi non attendibili.

– Si è continuato a dire per  tutto questo tempo che non possiamo saper nulla del Sars-cov-2, mentre in realtà i coronavirus sono noti e molto studiati e per questo si sapeva che avrebbe avuto cicli “stagionali”, che non avrebbe mai resistito nell’acqua di mare o al cloro o ai raggi UV e che sarebbe mutato in senso più contagioso ma meno aggressivo per l’ospite come fa ogni virus da miliardi di anni.

-Viceversa su cose su cui effettivamente non possiamo sapere con certezza la risposta, come l’eventuale origine del virus da un laboratorio, si è continuata ad ostentare una sicurezza negazionista del tutto fuori luogo che potrebbe rivelarsi l’ennesimo boomerang a lunga scadenza. In realtà uno scienziato serio di fronte alla domanda sul fatto che il virus sia sfuggito da un laboratorio o meno (e beninteso potrebbe essere sfuggito senza il dolo di nessuno) avrebbe dovuto semplicemente rispondere: “Non lo so, ma perché a voi cosa importa? Ormai sta qui in giro e dobbiamo pensare a contenerlo!”. E magari spiegare anche che sì, è vero ci sono un sacco di laboratori in giro per il mondo che sperimentano sui virus creando anche brutte bestie e non lo fanno perché vogliono conquistare il mondo ma per anticipare le mutazioni naturali e trovare, magari, cure prima che queste avvengano in natura. Sull’opportunità di questa abitudine ne possiamo discutere a lungo ma così stanno le cose.

– Si è fomentata la diffidenza e la paura verso il prossimo, si è incitato alla delazione dei trasgressori, il ministro Speranza si è lamentato di non poter entrare nelle nostre case a controllarci, si sono criminalizzati i giovani, si è quasi creato uno stato etico per stabilire quale lavoro fosse giusto che sopravvivesse e quale no. Il tutto per non ammettere la semplice verità dei fatti: ovvero che il SSN è stato smantellato da ogni governo negli ultimi trent’anni e per questo ci siamo fatti trovare impreparati.

– Gli “addetti ai lavori” sono andati a spulciarsi i curriculum in tv dando un pessimo esempio di comunicazione della scienza.

– Si è proibito alla gente di uscire di casa con coprifuochi assurdi anche quando era già confermato che il virus nell’aria aperta semplicemente non c’è. Rischio di contagio zero.

– è stata sopravvalutata l’efficacia delle misure di epidemiologia difensiva: tutti i dati concordano con quanto già si sapeva, la loro somma anche nell’applicazione più stretta riduce i contagi di una percentuale inferiore al 20%.

– viceversa si sono negati (e si continua a farlo) gli enormi danni sanitari ed economici del prolungamento di quelle misure.

Ecco, cominciate ad ammettere questi errori e poi, tutti insieme, costringiamo il pensiero a-scientifico all’angolo.

Altrimenti basta lamentarsi dei no vax, perché i no vax siete voi.

Alessandro Chiometti

21 Ottobre 2021   |   articoli, attualità   |   Tags: , , ,