Le indagini del commissario Castigliego arrivano al loro secondo capitolo e siamo ragionevolmente certi di leggerne presto un terzo conoscendo la prolificità del loro autore.
Magari prima o poi vedremo anche una serie da lui ispirata vista la dinamicità degli eventi narrati che ben si prestano a questi adattamenti. Tuttavia il fatto che Manuel Castigliego vada a spulciare fra i vizi degli alti porporati (falsi esorcismi e abusi sessuali nel primo libro, guerre fra fazioni cardinalizie in questo) ci fa sospettare che sarà molto più probabile vedere storie meno scomode, in particolare sulle reti di “mamma Rai”.
Alessandro Maurizi riprende in questo Castigliego e i Tormenti del Papa (Frilli Editore 2019, 240 pagine, 14,90€) il suo personaggio incontrato in Roma e i figli del male, romanzo pluripremiato in vari concorsi della penisola italiana. E non lo fa certo rimpiangere.
Lo scrittore viterbese ormai è per noi “il Dan Brown della Tuscia” precisando che il tanto vituperato fenomeno di vendite di qualche anno fa a noi non dispiace affatto, non solo per la sua verve anticlericale ma perché, al di la di alcune ragionevoli critiche, Il Codice da Vinci e Inferno sono ottimi thriller; Angeli e Demoni invece no, è proprio indifendibile Ad ogni modo leggiamo Maurizi fin dal suo esordio con Il vampiro di Munch e possiamo dire che migliora ad ogni romanzo che produce.
Il suo Manuel Castigliego acquista spessore riga dopo riga e diventa sempre più convincente anche in un contesto in cui è facile cadere nel “non-credibile”. Anche se questo giudizio tranchant che spesso viene usato nel demolire ogni vatican-thriller da Dan Brown per l’appunto fino alle recenti serie TV Young Pope e New Pope; o anche per cose molto più soft come l’Habemus Papam di Nanni Moretti, ci fa un abbastanza ridere visto che poi la realtà degli intrighi vaticani supera di gran lunga la fantasia. E senza stare a scomodare i complotti sulla fine di Giovanni Paolo I basta ricordare gli omicidi fra le guardie Svizzere, i buchi milionari in decine di diocesi sparse per il pianeta, le condanne a Don Inzoli e a decine di alti prelati per abusi sessuali fino ad arrivare alle clamorosi inchieste sui palazzi di Londra che per ora vengono ancora raccontante dai giornalisti con abuso spregiudicato di verbi al condizionale per evitare cause legali ai giornali.
Però poi quando si va nella fiction chissà perché, i giochi politici vaticani vengono quasi sempre bollati come “non credibili”.
Tornando al libro in oggetto la narrazione di Alessandro Maurizi si fa più ardita della volta scorsa, e dopo aver portato il suo Castigliego ad indagare “intorno” al Vaticano in questo libro lo porta proprio dentro ai sacri palazzi. A colloquiare, perché certe persone non si possono mica interrogare, con cardinali il cui potere è “inimmaginabile”.
Ma il caso è troppo grave per essere ignorato e troppo “interno” per essere affidato alla gendarmeria vaticana che anch’essa può essere succube di una delle fazioni che giocano contro il nuovo papa appena eletto, Celestino VI.
Durante la sua elezione nel conclave infatti, quattro cardinali sono stati avvelenati e uno di loro è morto. E se ciò non bastasse ci sono altri delitti in giro per Roma che sembrano collegati a questo avvenimento. Per Celestino VI è troppo, la sua coscienza non può sopportare di essere arrivato alla poltrona papale al prezzo di assassini e infatti sta pensando alle dimissioni.
Manuel Castigliego è chiamato a indagare, o per meglio dire a dare una mano.
Anzi diciamola tutta caro Commissario, ti hanno chiamato perché qualcuno vicino al santo padre ha chiesto aiuto, ma tu sii furbo… dai un un’occhiata senza farti notare troppo. E se proprio devi fare delle domande cerca di non importunare i cardinali… e se proprio ci devi andare… non ci andare per dio!
Prudenza Castigliego. Prudenza.
Alessandro Chiometti