Passate le canoniche 24 ore dalla decadenza di Berlusconi come Senatore della Repubblica possiamo rimettere in ordine i vestiti e buttare le bottiglie vuote di champagne che sono state stappate per l’occasione.
A mente lucida siamo coscienti che vent’anni di Berlusconi sulla scena politica non si cancelleranno mai più; troppe, veramente troppe le ferite alla fragile e incompiuta democrazia di questo paese.
Dallo sdoganamento dell’estrema destra e della lega, agli attacchi ai magistrati, dall’umiliazione della laicità dello Stato (memorabile la frase “potrebbe avere un figlio” riferita ad Eluana Englaro) alla riuscita trasformazione dell’Italia in Repubblica Presidenziale a tutti gli effetti con la rielezione di Giorgio Napolitano.
Il berlusconismo ha ormai contagiato come un il peggiore dei virus tutte le forze politiche del paese, da destra a sinistra. Forze politiche che senza il “leader” di riferimento sono ormai incapaci di presentare qualsivoglia proposta politica credibile. Basta vedere quello che succede con il Pd in cui gli iscritti, magari di sinistra, votano Renzi come segretario perché “è l’unico che ci può far vincere”. Sempre e comunque prescindendo dal programma del candidato.
Rivoluzione Civile non è entrata in parlamento? Colpa di Ingroia che non era un leader carismatico.
Beppe Grillo dice una cavolata? Nessun grillino lo ammetterà mai, perché senza il leader il movimento prenderebbe “percentuali da prefisso telefonico”.
Oggi è diventato impossibile fare analisi politiche che riguardino le carenze dello stato sociale, dire che togliere i diritti ai lavoratori non garantisce la ripresa economica, sostenere che mandare in pensione la gente più tardi non aiuta certo i giovani a trovare lavoro. Ogni qualvolta si prova ad argomentare su simili questioni si è tacciati di veterocomunismo tanto dal Pdl quanto dal Pd. L’insulto “comunista” che Berlusconi e i suoi peones hanno ripetuto a reti unificate per venti anni ha contagiato tutta la scena politica. Basta pensare che oggi, nel nostro paese Keynes è incostituzionale.
Le ferite dicevamo non si rimargineranno in tempi brevi, anche perché non si vedono all’orizzonte medici capaci di sottoporre il paese a cure adeguate. Soprattutto in termini di democrazia, laicità e senso civico.
Proprio in queste ore Alfano ha ricordato a Letta che il governo ora dipende dalla pattuglia di ex- Berlusconiani. Leggiamo alcuni nomi di questi: Roccella, Sacconi, Schifani, Formigoni, Lupi, Quagliarello e Giovanardi.
Si tratta di una pattuglia di ultra reazionari e cattolici integralisti che ha paralizzato il parlamento sui temi etici per decenni. Quindi è ovvio che da questo governo non possiamo aspettarci niente per tutto ciò che riguarda i diritti civili, tematica in cui l’Italia è ormai agli ultimi posti del mondo occidentale e non solo.
Era giusto festeggiare la decadenza di Berlusconi da Senatore, l’abbiamo fatto e lo rifaremmo. Ma nel tunnel in cui l’Italia è entrata vent’anni fa non si vede nessuna luce. Chi dice il contrario non è un ottimista, ma semplicemente un neo-berlusconiano.
Alessandro Chiometti