Per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana la delirante pretesa, non solo lessicale, di essere la religione comune a tutti gli esseri umani era miseramente fallita già ai tempi di Lutero, se non addirittura da quelli delle Crociate in Terrasanta.
Tuttavia il triste spettacolo a cui stiamo assistendo oggi è segno di un fallimento ancora peggiore, ovvero l’assoluta incapacità di ricondurre il mondo cattolico a una sintesi accettabile, neanche quando si parla della piccola realtà italiana.
Da anni sosteniamo che sarebbero arrivati al pettine i nodi politici per la Cei e il Vaticano; nodi dovuti alla continua ingerenza nei governi italiani che ha costretto, dopo la fine della Dc, la Chiesa a sporcarsi le mani sostenendo individui impresentabili.
L’ingerenza politica ha un prezzo da pagare, soprattutto quando al proprio interno si hanno gruppi con visioni politiche diametralmente opposte come, tanto per fare un esempio, l’Opus Dei e la Teologia della Liberazione.
La “fusione a freddo” è stata per decenni raffreddata con fiumi di denaro (usati in modi molto diversi dalle varie realtà cattoliche) ma oggi questo non sembra più bastare.
In un clima politico così acceso l’umiliazione che devono quotidianamente subire l’una o l’altra sponda politica è di fatto insostenibile. Salvini, alla guida di un partito, che dopo essersi proclamato pagano e anticlericale nel suo primo periodo di vita, adesso si riscopre difensore delle radici cristiane e fa campagna elettorale sul Vangelo brandendo crocifissi, è una costante fonte di vergogna per ogni prete di strada che ogni giorno aiuta (con parte di quel venti percento dell’otto per mille che la CCAR si degna di dare in carità) ragazzi di ogni nazionalità nel suo oratorio. D’altra parte la mossa della Caritas che si dice felice di accogliere i profughi delle navi bloccate più o meno illegalmente da Salvini è il minimo che ci si poteva aspettare.
Così ogni giorno, per quanto i mass media evitino di parlarne, assistiamo ad uno scisma della Chiesa Cattolica sempre più netto e che potrebbe diventare violento (se non altro per questioni economiche).
Ad esempio, succede che a Terni un nome illustre dell’Azione Cattolica scrive in un documento pubblico che alle elezioni comunali (dove la lega ha trionfato) hanno vinto “gli altri” cattolici. Altri cattolici, ha scritto proprio così.
O addirittura vediamo nunzi apostolici che chiedono pubblicamente le dimissioni papali dando voce all’insofferenza contro Papa Francesco I. Insofferenza che non si limita più ai deliri editoriali di Socci & co.
Dimissioni che se avvenissero porterebbero alla cifra record di tre papi.
Corrado Augias scrisse su Repubblica poco tempo fa che da giovane aveva sempre disprezzato la Democrazia Cristiana, mentre ora in avanzata età si rendeva conto di quante cose, ingerenze e integralismi, riusciva a digerire quel ventre molle prima che arrivassero in superficie.
Ecco, pensare che in quarant’anni di governi democristiani non avevamo mai assistito a populisti che giuravano sul Vangelo o brandivano feticci religiosi per raccoglier voti, deve far riflettere, perché adesso la situazione non può che peggiorare.
L’incapacità della Chiesa di dire chi è “dentro” e chi è “fuori” i suoi canoni, la volontà di tenere i piedi non in due ma in venti staffe senza nessuno che vada a prendere per un orecchio il Salvini di turno dicendogli che se vuole fomentare l’odio verso i migranti non lo deve fare in nome di Cristo, o, se si stabilisce che la ragione “teologica” è dall’altra parte butti fuori dagli oratori tutti gli immigrati irregolari, rende la figura del Papa e della Chiesa priva di ogni residua autorevolezza.
Ma non c’è da gioire di questo perché, come dicevamo prima, siamo su un piano inclinato e in questa situazione non ci meraviglieremmo che nella guerra del povero contro il più povero si aggiungano alla xenofobia anche fanatismi religiosi.
Sono anni davvero strani quelli che stiamo vivendo.
Anni in cui spostiamo con un click miliardi di euro dalla borsa di Pechino a quella di Johannesburg, in cui si può fare il giro del pianeta in un paio di giorni e fare vacanze nei voli subspaziali. Ma sono anche anni in cui secoli di medicina e di scoperte scientifiche possono essere cancellate con un decreto legge “in nome del popolo” o “in nome di dio” dal primo cialtrone che è riuscito ad ammaliare una parte dell’elettorato.
Per questo, ancora di più è essenziale vigilare sui diritti conquistati negli anni passati per impedire salti mortali, letteralmente mortali, all’indietro.
Alessandro Chiometti (scritto originariamente per Italia Laica)