Come Volevasi Dimostrare.
La kermesse convocata da Mons. Paglia si è esaurita lasciando più o meno tutto come l’aveva trovato.
La passarella di politici che si sono susseguiti dalla mattina del Sabato alla sera della Domenica ha dimostrato quanto conti nella politica di questa città rispondere agli appelli del Vescovo. Che si stia al governo o all’opposizione non fa differenza.
C’erano quelli che, genoflettendosi, lo ringraziavano dell’occasione data per denunciare tutti i mali della città, si sbrigavano ad abbracciare in toto la relazione socio-economica tenuta dal prof. Luca Diotallevi e maledicevano al contempo la cappa sovietica che governa la città.
E poi c’erano quelli che, genoflettendosi, lo ringraziavano dell’occasione data per spiegare quanto bene avevano lavorato in questi anni e condividevano in buona parte la relazione socio-economica di Luca Diotallevi sostenendo che stavano già lavorando nel senso da lui indicato.
Unica, o quasi, eccezione fuori dal coro: il sindaco della città. Paolo Raffaelli si è dimostrato forse il più infastidito dalla “supplenza” di Mons. Paglia che è andato, oggettivamente ed innegabilmente, ad occupare un vuoto lasciato dalla politica: ovvero la mancanza di un dialogo pubblico e diretto con le rappresentanze cittadine.
Da annoverare fra i “non allineati” anche Donatella Massarelli, che già nei giorni precedenti aveva dato una piccata risposta a chi parlava inopportunamente di declino della città.
Fra un politicante e l’altro, tanti gli interventi di coloro che politica di partito non ne fanno, ma che ci tenevano a dire la loro sull’andamento della città.
Da loro si è potuta capire una cosa, alle associazioni vicine alla Chiesa di Mons. Paglia il governo di Terni non piace. Tante le critiche, pochissimi, se non del tutto assenti, gli apprezzamenti.
Negli interventi che si sono susseguiti poco o nulla è stato risparmiato al comune. La decisione di fare una mostra sulla Cina, i soldi dati “ai soliti noti” per i “i soliti festival”, le mostre sugli anni ’70 a Palazzo Primavera… e chi più ne’ ha più ne’ metta.
Poco importava se le “alternative” proposte in questa sede suonavano spesso un po’ ridicole (da citare: una mostra sulla ceramica piedilucana che avrebbe dovuto risollevare le sorti della città e la proposta di svendere San Valentino alle grandi catene di distribuzione che ne avrebbero fatto un icona pubblicitaria), fatto sta che secondo l’associazionismo cattolico il comune di Terni, in questi anni, ha sbagliato tutto.
Chissà se poi questa valanga di critiche piovute sul comune, non abbia intenerito il cuore di Mons. Vincenzo Paglia che nelle sue conclusioni non se l’è evidentemente sentita di dare un dolore all'(ex?) amico Paolo Raffaelli.
Effettivamente una conclusione in linea con quanto emerso dal convegno avrebbe dovuto dire più o meno così: “questa città fa schifo, cambiamo la giunta comunale e speriamo che vada meglio”.
Invece sono state conclusioni molto soft all’insegna del cerchiobottismo; impegniamoci tutti di più, prendiamo ad esempio Gerusalemme e non Samaria, diamoci un appuntamento annuale per continuare la discussione… e così via.
Il vescovo sembrava sinceramente preoccupato di non farsi sfuggire di mano la situazione; evidentemente quando noi, cattivoni anticlericali, gli abbiamo ricordato che in questi otto anni ha praticamente gestito la città in collaborazione con il sindaco, non abbiamo detto baggianate.
E infine, domanda da un milione di dollari: ma i giovani dov’erano a questo convegno?
Mosche bianche fra coloro che sono intervenuti (età media sui sessanta o giù di li), nella sala si sono visti solo i rampolli di partito che in giacca e cravatta tenevano a far bella figura supportando il diretto superiore e si disinteressavano del resto.
Per un convegno che guardava al futuro della città, davvero un pessimo segnale.
Alessandro Chiometti