Un esempio, non certo l’unico, di quanto la Chiesa sia ben poco “infallibile” e anzi molto disinvolta nel cambiare “verità” quando ciò le torni utile, è la “abolizione” del Limbo, decretata il 22 aprile 2007 dalla Commissione teologica internazionale, con l’approvazione di Benedetto XVI. Alle origini della decisione è la necessità di rispondere a un problema pastorale che secondo la Chiesa è oggi diventato “urgente”: l’alto numero di bambini, feti ed embrioni, che muoiono senza battesimo, o perché figli di genitori non credenti, o a causa dell’aborto.
Senza battesimo non c’è salvezza Per il Catechismo romano del Concilio di Trento (1566), «il Battesimo è necessario a tutti, senza eccezione. Lo ha dichiarato Gesù stesso: “Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5)».
Questa dottrina era stata professata dalla Chiesa per secoli. Secondo Agostino «i bambini che muoiono senza il battesimo si troveranno nella condanna, benché mitissima» (a paragone degli altri dannati). Nel 418 papa Zosimo decretò: «se qualcuno afferma… che nel regno dei cieli ci sarà qualche luogo posto nel mezzo o un luogo altrove, dove vivono come beati gli infanti che trapassarono da questa vita senza battesimo […] sia anatema; chi manca della parte destra, senza dubbio finirà in quella sinistra». L’affermazione di Pelagio, secondo cui anche i bambini morti senza battesimo possono salvarsi fu condannata come eretica nel V secolo e fu una delle eresie che portò Wycliff al rogo nel secolo XIV.
La convinzione che senza battesimo non c’è salvezza fu ribadita da vari papi (Gregorio I, Innocenzo III, Eugenio IV, Pio XII) e non fu senza conseguenze pratiche. È uno dei motivi per cui la Chiesa condannò con particolare violenza l’aborto che, non permettendo il battesimo del feto, «esclude dalla beata visione di Dio un’anima creata a sua immagine» (Sisto V, Effraenatam, 1588). Tale posizione costò la vita a molte donne, poiché la Chiesa ordinava di far nascere il bambino ad ogni costo, anche se sarebbe morto subito e il parto avrebbe causato la morte della madre: l’importante era tenerlo in vita il tempo sufficiente per battezzarlo. Fra la vita spirituale del feto e quella materiale della madre, avvertiva Alfonso de’ Liguori, bisogna scegliere la prima.
Entra in scena il Limbo Durante il Medioevo però si cominciò ad affermare l’idea di un luogo intermedio, il Limbo, distinto fra “limbo dei fanciulli”, dove starebbero in eterno i bimbi morti senza battesimo, e “limbo dei patriarchi”, dove stavano i santi patriarchi morti prima di Cristo, finché non furono liberati da lui e portati in Paradiso. Nel 1794 Pio VI ribadì l’esistenza del “limbo dei fanciulli”, ancora come parte dell’Inferno. Nel 1912, finalmente, il Catechismo della dottrina cristiana di Pio X, lo riconobbe come luogo a sé stante, distinto sia dal Paradiso sia dall’Inferno. Per Pio X i bambini morti senza battesimo «vanno al Limbo, dove non è né premio soprannaturale né pena; perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l’inferno o il purgatorio».
Cambia così la dottrina, e si rifiuta la formula dicotomica imposta da Zosimo sotto pena di anatema, secondo cui «chi manca della parte destra, senza dubbio finirà in quella sinistra».
Il Limbo esce di scena Qualche teologo sottile ha sostenuto tuttavia che non c’è contraddizione con la dottrina tradizionale, poiché anche nel Limbo manca la visione beatifica e ciò corrisponderebbe alla condanna “mitissima” di cui parlava Agostino. Ma anche questa ipotetica continuità viene meno col Catechismo della Chiesa cattolica del 1992, approvato da Giovanni Paolo II. Qui si afferma, in conformità alla tradizione, che «i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo». Però si aggiunge, contraddittoriamente: «la grande misericordia di Dio che vuole salvi tutti gli uomini e la tenerezza di Gesù verso i bambini […] ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo».
Infine, il 22 aprile 2007, un documento della Commissione teologica internazionale, approvato da Benedetto XVI, declassa il Limbo ad “ipotesi teologica” che «non possedeva la certezza di un’affermazione di fede», attribuendo «serie basi teologiche e liturgiche alla speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica».
Un dubbio ci assale In conclusione, dobbiamo credere che i bambini morti senza battesimo vadano all’Inferno, secondo quanto insegnato nel Catechismo romano di Pio V, o che vadano al Limbo, ma siano comunque privati della visione beatifica, come insegna il Catechismo di Pio X? O magari che entrambe queste affermazioni sono sbagliate, e che quindi tutta la cattolicità fino ad oggi è caduta in errore? E, in questo caso, chi ci garantisce che domani non ci sarà data a credere per vera un’altra versione ancora?
Inoltre, se non è più vero, o quantomeno certo, quanto papi e concili hanno imposto a milioni di fedeli, colpendo con l’anatema e il rogo chi pensava il contrario, possiamo davvero ritenere la Chiesa “colonna e sostegno della verità”, e maestra infallibile, secondo quanto recita il catechismo attualmente in uso?
Nel frattempo sono morte, sembra per niente, le donne cui sono stati fatti partorire bambini moribondi, solo per amministrare loro il battesimo, secondo l’ordine tassativo di Santa Madre Chiesa.