Dato che in tempi recenti perfino un ministro dell’istruzione si è dato molto da fare perché l’insegnamento di Darwin nelle scuole pubbliche venisse cancellato riuscendo solo parzialmente a raggiungere il suo scopo (ci riferiamo ovviamente a Letizia Moratti nel 2004) non ci meraviglia che esistano professori di biologia che insegnino ai loro studenti che l’Evoluzione Biologica è solo una favoletta mai provata e mai verificata.
Alcuni di costoro tengono dei blog in cui quotidianamente vengono riversati, oltre alla disinformazione scientifica più classica presa dai deliri creazionisti e dell’intelligent design, insulti e improperi verso i divulgatori scientifici propriamente detti che cercano con la loro azione di frenare la dilagante ignoranza scientifica del nostro paese.
Uno dei divulgatori più in vista è sicuramente Telmo Pievani a cui vengono rivolte giornalmente le attenzioni di questi paladini della Vera scienza (ovvero quella che non disturba la loro fede religiosa).
Capita così che anche una persona educata, calma e tranquilla come il Prof. Pievani decida di dedicare una risposta a qualcuno dei paladini suddetti; il vincitore di questa risposta è stato il Prof. Enzo Pennetta insegnante di Scienze Naturali al liceo paritario della fondazione Cristo Re che oltre alla sua attività didattica è autore di imprescindibili libri come “Inchiesta sul darwinismo – come si costruisce una teoria” e “Extraterrestri – le radici occulte di un mito moderno” e che sul suo blog si lamenta continuamente di come la comunità scientifica non prenda in esame le sue importantissime domande che dovrebbero smentire la validità della teoria darwiniana.
La risposta (di dodici pagine!) è stata pubblicata sul sito Pikaia e rivolgendosi direttamente al Prof. Pennetta il Pievani oltre a spiegare perché le domande assurde non meritano una risposta (cosa dovrebbe rispondere un figlio unico se gli domandano come sta sua sorella?) e pure rispondendo con estrema pazienza ad alcune di queste prese puntualmente nel “minestrone delle facezie da bar dello sport pseudo scientifico”, illustra ancora una volta la situazione attuale del neo-darwinismo.
Passaggio molto importante a nostro avviso è quello in cui distingue le tre posizioni differenti dei neo-darwinisti odierni: I Riformisti (in cui oltre a se stesso colloca J.S. Gould e N. Eldredge) che sostengono che il programma della sintesi moderna è più che sufficiente sul piano empirico e teorico ma che necessita di continui aggiornamenti, integrazioni e revisioni; i Conservatori (ad es. Dawkins e Dennett) che ritengono il grande algoritmo darwiniano potentissimo e che il suo eventuale restyling deve essere solo superficiale; i Rivoluzionari (Jablonka) sparuta minoranza che vorrebbe superare il neodarwinismo rigido della sintesi moderna recuperando l’originale flessibilità darwiniana.
Cosa che dimostra a chiunque abbia la mente abbastanza aperta che la scienza non è un totem che impone dogmi ma un continuo processo di sperimentazione e verifica in cui le “domande scomode” non vengono certo rifiutate purché abbiano un senso. Insomma se uno insistesse a chiedere ad un astrofisico perché il sole gira intorno alla terra dovrebbe aspettarsi una risposta? La stessa cosa vale per chi in biologia continua a chiedere “dove sono gli anelli mancanti?”, “com’è possibile che una mutazione generi un vantaggio?”, “perché le altre scimmie non si sono evolute?”.
Fatto sta che anche questa fatica del professor Pievani si è dimostrata completamente inutile, visto che il Pennetta ha replicato sul suo sito con un’altra lettera in cui dimostra di non aver capito una parola delle dodici pagine pubblicate su Pikaia.
Del resto , lo stesso Pievani nel memorabile numero di MicroMega 1/2012 si lamentava di come gli accademici nel nostro paese fossero costretti a dibattiti di retroguardia fuori dal tempo, affrontati sempre da pseudoscienziati che ripropongono sempre i soliti temi creazionisti.
“Non ti curar di loro, ma guarda e passa” diceva il Sommo Poeta… e in effetti la tentazione è forte. Ma cosa fare con i ragazzi che apprendono a scuola l’antiscienza?
Alessandro Chiometti