prendiamo dal sito del manifesto
Il cardinale Ratzinger e la rivista antisemita
Il caso di «Die Aula»
Non ci son santi: il pastore tedesco ha un vizietto che, nonostante i tentativi suoi e dei suoi fan, non riesce a nascondere e periodicamente salta fuori. Qualche giorno fa, ai primi di aprile, Rue89, un sito web francese «d’informazione e dibattito sull’attualità» ha messo in rete un articolo sulla collaborazione, nel ’98, dell’allora cardinale Joseph Ratzinger a una rivista dell’estrema destra austriaca, filo-nazista e negazionista. Apriti cielo. Rue89 viene colpita dall’anatema e dall’accusa di volersi accanire ingiustamente con Benedetto XVI.
Rue89. Rue89 è un giornale on line nato nel maggio 2007 da ex giornalisti di Libération, Pascal Riché, Pierre Haski e altri, in concomitanza con il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. Il primo scoop le fece una settimana dopo quando rivelò che il Journal de dimanche aveva censurato la notizia dell’astensione, in quel ballottaggio, di colei che era ancora la moglie del candidato e poi presidente Sarkozy, Cecilia. Questo su Ratzinger non è propriamente uno scoop. La notizia del vizietto che affligge il povero papa e dei tentativi un po’ goffi per nasconderlo era già uscita. Su Der Spiegel, il settimanale tedesco del 16 marzo. Ancora prima, in febbraio, era stato il deputato social-ecologista austriaco Karl Öllinger a rivelare la nuova scivolatina di Ratzinger, invano smentita dall’archidiocesi di Vienna e dall’agenzia di stampa cattolica austriaca Kathpress che si erano provate a negare che l’allora Prefetto vaticano per la congregazione della fede avesse dato il suo permesso di pubblicare il testo incriminato.
Die Aula. Die Aula è una rivista e una casa editrice (Die AulaVerlag) di estrema destra che a sede a Graz, in Carinzia, la terra d’origine di Jörg Heider, l’esponente simil-nazista austriaco morte nell’ottobre scorso quando si andò a schiantare ubriaco con la sua auto dopo un festino a base di birra e boys, e del suo successore Heinz-Christian Strache, capintesta del FPÖ, il Partito austriaco della libertà. Il mensile Die Aula è parte integrante della Freiheitlichen Akademikerverbände Österreichs, la Congregazione accademica della libertà, gruppi che riuniscono i simpatizzanti della FPÖ nei Länder austriaci, in cui militavano da giovani Haider e Strache. Rue89 ha pescato alcuni numeri di Die Aula, che esce dal lontano 1951, e ha trovato alcune piacevoli quisquilie. Un articolo del ’94 in cui riabilitava in pieno il negazionista Walter Lüfti che negava l’esistenza delle camere a gas (tanto che perfino Haider, per non bruciarsi la carriera, aveva dovuto prendere le distanze), definito «una pietramiliare sulla strada della verità». Gli editori di Die Aula-Verlag, Herwig Nachtmann, Otto Srinzi e Jürgen Schwab sono tutti noti esponenti dell’estrema destra germanofila (o nazistofila) e antisemita austriaca. La rivista aveva inserito l’articolo del cardinale Ratzinger in un volume che si occupava di liberalismo e massoneria» rivedendo «criticamente la rivoluzione del 1848» in Germania.
Der Spiegel. Der Spiegel, ripreso da Rue89, fa luce su come Ratzinger abbia dato l’ assenso alla pubblicazione del suo saggio sulla rivista nazi austriaca smentendo le smentite dell’archidiocesi di Vienna. Il 18 settembre ’97, un giornalista di Die Aula, Gerloch Reisegger, aveva chiesto per iscritto al cardinale Ratzinger «l’autorizzazione per la riproduzione» (Abdruckerlaubnis) di un suo testo scritto nel ’95 e pubblicato sulla rivista cattolica Communio. Il 30 settembre ’97, il segretario del cardinale, Josef Clemens, risponse in modo inequivocabile. Così: «Caro signor Reisegger. In relazione alla sua amabile lettera del 18 settembre 1997, sono autorizzato, su ordine del signor cardinale Ratzinger a informarvi che egli è d’accordo che il suo testo "Libertà e Verità" sia riprodotto nel mensile Aula della Freiheilichen Akademikerverbände Österreichs». Quindi era autorizzato, quindi sapeva cosa fossero Die Aula e la Congregazione accademica della Libertà. Quindi era d’accordo. Non a caso nel sito di Die Aula campeggia la foto del suo illustrissimo collaboratore. E quando fu eletto papa, nell’aprile 2005, a testimonianza di una bella amicizia, la rivista gli mandò un messaggio di congratulazioni. Questo: «Noi salutiamo il vostro arrivo. Protettore di Dio! Come uno della Gioventà hitleriana e del Corpo anti-aereo che allora protesse i vostri simili dalla bolba dell’olocausto anglo-americano! Santissimo padre sapresete combattere oggi con altrettanta determinazione l’olocausto dei bambini?»
Libertà e Verità. Ma a parte la collaborazione alla rivista filo-nazi c’è il contenuto del saggio del futuro papa. Che è una violentissima filippica contro la democrazia, che «non è ancora la forma compiuta della libertà» e via di seguito. L’affare del vescovo negazionista inglese Williamson non è uno scivolone.