Sinceramente, dopo le parole di Papa Woytla che aveva invitato il mondo cattolico a prendere seriamente in considerazione la teoria dell’evoluzione come spiegazione della presenza dell’uomo sulla terra, pensavo che i furori crazionisti si sarebbero un po’ calmati.
Invece dopo più di dieci anni da quelle parole illuminate (fatto peraltro abbastanza raro negli interventi di Woytla) c’è ancora bisogno di difendere Darwin… anzi, oggi più che mai, possiamo dire.
Questo breve saggio di Telmo Pievani (“In difesa di Darwin”, Bompiani, 123 pp., € 8,00) ha l’indiscutibile merito di raccogliere i misfatti più significativi del movimento antievoluzionista italiano.
Partendo dal capolavoro della ministra Moratti (degna precorritrice della odierna ministra Gelmini) grazie alla quale i creazionisti italici hanno conseguito il loro maggior successo, ovvero il forte ridimensionamento dell’ingombrante presenza dell’evoluzione biologica nei programmi scolastici, si arriva alla “strana” sostituzione da parte del Vaticano di Padre Coyne, direttore dell’osservatorio astronomico di Castel Gandolfo, che probabilmente ha pagato il suo schierarsi apertamente e decisamente a fianco dell’evoluzionisti contro il Disegno Intelligente (ovvero la maschera sotto cui il creazionismo cerca di rientrare nella casa della scienza dopo essere stato cacciato a pedate dalla porta).
Il quadro tracciato dal bravo Prof. Pievani è disarmante, leggere certi passi che riportano il “sermonti-pensiero” se in un primo momento fa sorridere poi, inevitabilmente, fa piombare il lettore in una depressione quasi profonda. Pensare che questi sono i personaggi che vengono portati come esempio di “scienziati modello” dalla parte catto-integralista, porta inevitabilmente a considerare chiusa ogni qualsiasi forma di dialogo.
In conclusione il saggio di Pievani non mette certo di buon umore, ma del resto questo era intuibile fin dal sottotitolo, ovvero: “piccolo bestiario dell’antievoluzionismo all’italiana”. Tuttavia è un passaggio obbligato per tenersi aggiornati sulle fantasie creazioniste senza essere costretti a comprare L’Avvenire.
J. Mnemonic