1) Il Cardinale Camillo Ruini ha tenuto, il 19 settembre 2005, in apertura del Consiglio permanente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) una dotta "Prolusione", che merita sicuramente il plauso, per l'organicità e l'incisività con cui tratta tematiche teologiche, etiche, scientifiche, economiche, politiche e giuridiche, sapientemente inscrivendole, di volta in volta, nel piano mondiale, europeo e nazionale.
Per rendersi conto, sia pur approssimativamente, della profondità di questa vera e propria lezione di geopolitica internazionale, è sufficiente scorrere i paragrafi in cui è suddivisa: "La giornata mondiale di Benedetto XVI; Grande influsso sulla pastorale feriale; Formula indovinata del Compendio (si riferisce al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, presentato dal Papa il 28 giugno 2005, NdA); Catastrofi naturali, attentati, incidenti; Costruzione europea difficoltà da non minimizzare; Situazione italiana sempre sul crinale; Le unioni di fatto dibattito da smontare". [1]
L'acuto sguardo del Cardinale si sofferma, ecumenicamente, sulla problematica dell'ospitalità "virtù quasi scomparsa", sugli eventi naturali dell'Asia "vittime delle alluvioni di fine luglio nell'India settentrionale", e dell'Europa "inondazioni di fine agosto nell'Europa centro-orientale", nonché su quelli politici, sia che coinvolgano i Potenti "La riunione del G8 svoltasi in luglio ad Edimburgo…", sia che riguardino gli Ultimi "incontro…tra il Presidente della Repubblica e il capo dell'opposizione del Togo…(per) fermare le violenze che da troppo tempo estenuano questo poverissimo Paese".
Leggendo, quindi, queste tre meditate pagine, viene anche da chiedersi: quanti degli attuali uomini politici nazionali ed internazionali sarebbero in grado di tenere un simile discorso? Soprattutto, se si pensa che per l'ineffabile Presidente Bush la Slovacchia e la Slovenia pari sono. [2]
2) Tuttavia, ben altre sono state le domande suscitate in noi dalla suddetta "Prolusione", cosicchè, ora, proveremo a rivolgerle, sia pur solo idealmente, al Cardinal Ruini.
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