L’abito fa il prete [La Stampa]

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GIACOMO GALEAZZI su La Stampa del 15/2/2008

CITTA' DEL VATICANO
Mondani, restii ad indossare l'abito talare e a obbedire ai superiori, poco interessati alla preghiera e alla vita comunitaria. Insomma, al giorno d'oggi i religiosi cattolici sono poco attenti alle forme e alla disciplina. A lanciare l'allarme è Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata, cioè del dicastero vaticano che si occupa dei religiosi e delle religiose.

«L'imborghesimento e il relativismo morale sono i due grandi pericoli che indeboliscono la vita religiosa – avverte il porporato -. Nonostante il calo delle vocazioni sia irrisorio, dello 0,7% nel 2006, attualmente i problemi più grossi sono determinati dal clima di secolarizzazione che è presente non solo in tutta la società occidentale ma anche all'interno della Chiesa stessa».


Gli indicatori, secondo lo stretto collaboratore di Benedetto XVI, sono: «Una libertà senza vincoli, un debole senso della famiglia, uno spirito mondano, una scarsa visibilità dell'abito religioso, una svalutazione della preghiera, una insufficiente vita comunitaria e uno scarso senso dell'obbedienza». Davanti agli errori, agli abusi o al rilassamento dei costumi e della scelta di vita, puntualizza il porporato, «ogni ordine religioso, in base al principio di sussidiarietà, ha i suoi organi di controllo e la Santa Sede interviene solo in casi estremi e di violazione delle costituzioni, che sono i testi di riferimento fondamentali di ogni istituto».

A giudizio del responsabile del dicastero della Vita consacrata, il celibato non fa paura, perché manifesta piuttosto una libertà di amore e di dono di sé. «La castità parla di una sessualità vissuta non in maniera ossessiva e di fronte alla fragilità affettiva di oggi solo nella Chiesa si può essere peccatori, perdonati e riabilitati per poter riprendere la propria vita – osserva il cardinale -. Nel mondo quando sbagli sei tagliato fuori e segnato per sempre».

Nei quasi ventisette anni di pontificato di Karol Wojtyla, il numero di religiosi nel mondo è diminuito del 25% ed è sempre più evidente la sproporzione tra vocazioni femminili e vocazioni maschili negli ordini religiosi. «La vita contemplativa – puntualizza il porporato – suscita la maggiore attrattiva sui giovani e la gente, perché esprime una scelta di vita più radicale. Oggi attrae chi si impegna in una vita di fede "sine glossa", come si diceva nel passato». Ai sacerdoti degli ordini religiosi bisogna aggiungere anche i preti diocesani che sono altri 270mila. Due settimane fa a san Pietro, nella Giornata della vita consacrata, Joseph Ratzinger, ha raccomandato alle suore e ai religiosi di farsi testimoni esemplari del Vangelo e di «aiutare i fedeli cattolici a valorizzare nella loro quotidiana esperienza la preghiera, la meditazione, la parola di Dio».

Nel 2006 nella Chiesa cattolica, secondo i dati ufficiali del ministero vaticano, su un totale di 196.473 uomini consacrati, ci sono 137.058 religiosi sacerdoti e 55.030 religiosi professi, ovvero non ordinati preti, i cosiddetti «fratelli». Le suore sono invece 836.091. «La vita religiosa svolge il suo servizio soprattutto nel mondo dell'educazione e dell'assistenza e della promozione umana – spiega il cardinale – Ci sono 63.073 scuole materne, 91.090 scuole elementari, e 38.277 scuole superiori, circa 1.000 istituti universitari».

18 Febbraio 2008   |   articoli   |   Tags: