L’etica laica e libertaria di Vasco Rossi (seconda parte)

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(per la prima parte, vedi qui)

E l'amore e il sesso fanno parte anch'essi dell'attimo fuggente? È vero che ogni occasione è persa se non si afferra al volo e se la prende con Alfredo che gliene ha fatta perdere una favolosa. Ma la cosa è più complessa,  per poterlo capire occorre analizzare le tante sfaccettature che l'amore e il sesso hanno nelle sue canzoni.
 


In "Tu che dormivi piano" un'avventura, a quanto pare sessuale, classica di chi vuol cogliere l'attimo, con una donna di cui ignora il nome, diviene talmente coinvolgente  che "le anime calde si fusero insieme sospese in mezzo alla stanza… mentre il soffitto sembrava cadere stringevo in pugno la vita", ma ad un tratto "lei uscì dal letto e volò via" . In "Dimentichiamoci questa città" è ancora più esplicito e meno poetico: "Bambina amiamoci…ti voglio amare da morire voglio farti impazzire…dai che prendiamo il volo dai che viviamo un attimo solo". Dove invece il sesso offerto dalla donna trova il suo rifiuto è in "Non so più cosa fare", stanchezza, scarsa attrazione? Niente di tutto questo, ma paura di rimanere incastrato: "Dio se vorrei lasciarmi andare…vorrei toccarla baciarla come mi viene in modo naturale! ma forse è meglio lasciare stare, non posso rischiare". Qui il libertario ha paura di mettere in discussione la propria libertà, cogliere l'attimo fuggente a volte non è potenziarla ma metterla in gioco o forse perché l'amore, quello vero, è comunque fonte di sofferenze come fa capire in "Anima fragile", quando, rivolto ad una donna, svela le sue di fragilità : "come me cerchi solo avventure perché non vuoi più piangere". Una preoccupazione che in Vasco appare qua e là  è quella della sincerità : "ma dimmi quando fai l'amore fingi?" o in uno squarcio poetico "Se c'è qualcosa che non ti va dillo alla luna… guardami in faccia quando mi parli se sei sincera… la voglio in faccia la verità! se sarà dura la chiamerò sfortuna". Lo mette in crisi anche la donna che non si fa capire, quella che non comunica : "dimmi che cosa che cosa ti dà quell'inaccessibiltà?" o "tra i vari interessi che hai dimmi che posto mi dai!". Invece il dato di fatto che anche in amore tutto cambia, come in De Andrè, niente è eterno per l'uomo, non lo spaventa più di tanto perché cosi vanno le cose, anche se c'è un modo per farlo "durare", un figlio. In "Benvenuto"  lo dice senza reticenze "a noi due che eravamo qui annoiati ormai quasi spenti… non sarebbe durata a lungo questa storia d'amore eterno se non arrivavi tu", ma subito dopo, rivolto al figlio, si rende conto della responsabilità: "certo che non credevo sai di tirarti in mezzo a un casino… chissà cosa è successo!?!?". Vasco è così, pieno di insicurezze e di contraddizioni, di entusiasmi e di emozioni, specialmente in amore, interpreta le fragilità di tutti noi, gli egoismi di tutti noi, ma ciò che lo contraddistingue rimane una sincerità di fondo che costituisce l'humus di tutta la sua produzione, l'amore, quando arriva, non sente ragioni: "ho guardato dentro un'emozione e ci ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore… e va bene così senza parole…". Anche la galleria di ritratti femminili è varia, a volte sono bambine di fronte alle quali il libertario, abituato a cogliere l'attimo, fa un passo indietro, in "Quanti anni hai" tira il freno: "meglio che non esci stasera, non posso approfittare di te… quello che ti do stasera! è questa canzone onesta e sincera" e basta . È colpito, come è naturale per lui, dalle ragazze anticonformiste e libere e quando afferma "C'è chi dice è una strega tanto lei se ne frega. Ai giudizi degli altri non fa neanche una piega", sembra voler fare una proiezione al femminile di Vasco. La ragazzina di Alba chiara che è "chiara come un'alba e fresca come l'aria", che porta con sé tutta l'innocenza di chi deve ancora scoprire la vita, è colta nel momento in cui scopre il sesso da sola. Questo momento che per la morale conformista, sessuofobica e cattolica è quello del peccato, per Vasco diventa l'esaltazione della libertà della scoperta di sé, della naturalità e della fondamentale innocenza del sesso: "E qualche volta fai pensieri strani con una mano ti sfiori e tu sola dentro la stanza…e tutto il mondo fuori!!!". Tra questi ritratti spicca Jenny, che la gente ha etichettato come la pazza, che "non vuol più parlare, non vuol più giocare, vorrebbe soltanto dormire…Jenny non sente più niente, non sente le voci che il vento le porta, Jenny è stanca, Jenny vuole dormire". E' un prodotto della emarginazione sociale contro la quale Vasco leva il suo grido: "Lasciatela stare voi non potete!!!!!!!!", si sente un vago sapore del De Andrè di "dai diamanti non nasce niente/dal letame nascono i fior", è la simpatia per i diversi che incarnano il diverso che è lui stesso: "mi ricordo che si escludeva per primi quelli che facevano paura… si escludeva sempre il più debole". Nelle sue canzoni Vasco incontra spesso la politica ma lo fa sempre dal suo punto di vista anarchico, laico, libertario e antimilitarista, le sue simpatie vanno ai radicali, "Pannella è il mio alter ego politico" ha confermato recentemente. Una canzone ferocemente antimilitarista tutta giocata sul filo dell'ironia è "Faccio il militare": "domani c'è esercitazione di tiro col cannone spariamo colpi che possono arrivare …fino in Giappone!???, ma non ci si può rilassare, i russi possono arrivare…". Accanto all'ironia spesso si fa strada la protesta:
"E il tempo crea eroi mentre il sole brucia ancora per i cazzi suoi… e avanti ancora tra la nebbia e la follia ed in tasca la DEMOCRAZIA! e alla gente povera rimanga l'onestà, a vantaggio di chi NON CE L'HA! che comunque può COMPRARSELA". Lo infastidiscono quelli comodi che "state bene voi…se gli altri vivono per niente perché i furbi siete voi", quelli che "per sopravvivere…qualunque porcheria lasciate che succeda e dite : NON E' COLPA MIA!". A volte fa capolino il movimento degli anni settanta sotto forma di metafora, i bambini dell'asilo sono il movimento studentesco, che però finisce presto e i versi "i bambini dell'asilo non fanno più casino sono rimasti troppo pochi dopo i fuochi", ricordano molto la canzone "L'ultimo mohicano" di Gianfranco Manfredi, quando l'ultimo studente si ritrova con un sampietrino in mano e non sa più a chi tirarlo, perché davanti non c'è più la polizia e dietro non c'è più il movimento. Ma la realtà è che Vasco non è fatto per l'impegno politico diretto perché appartiene a quella generazione di sconvolti che "non ha più santi né eroi". Tantomeno ha Dio, di cui Vasco parla poco, solo in "Portatemi Dio" affronta il problema a suo modo "Metteteci Dio sul banco degli imputati. Metteteci Dio … portatemi Dio gli devo parlare", par di capire che vuole chiedere conto ironicamente a un Dio, a cui non crede, "di una vita che ho vissuto e che non ho capito". In "Ambarabaciccicoccò" è chiaro che non gli piace il Concordato e l'educazione dei bambini dalle Orsoline e pensa che nel terzo Millennio "tutte le chiese" saranno  "sempre più d'accordo, sempre più lontane", il suo anticlericalismo non è gridato, ma circola sottinteso dietro tutto il suo pensiero. Fin qui abbiamo fatto un panorama a trecento sessanta gradi del "vascopensiero", ma abbiamo volutamente lasciato fuori l'elemento che più lo contraddistingue tra il pubblico giovanile e che gli si è stampato addosso come un'etichetta: la trasgressione, che in lui vuol dire salvare la propria libertà dal conformismo morale, dalle regole imposte, dall'uniformità che è la morte in nome della diversità che è la vita. La prima delle trasgressioni è data dal  lasciarsi andare alle sensazioni, alle emozioni, per lui non vale il "cogito ergo sum" ma il "sento ergo sum", sente il mondo sulla pelle senza mediazioni razionali "sensazioni sensazioni… sensazioni forti non importa se la vita sarà breve…vogliamo godere!" e una splendida giornata è quella "straviziata". "Stravissuta… senza tregua!… sempre con il cuore in gola fino a sera". L'ideologia del "vado al massimo" è il suo vangelo laico, ma si sa i vangeli non hanno fortuna anche quello di Gesù non è stato molto ascoltato. Quando, nel 1982 si presentò al festival di Sanremo (il tempio di quel conformismo nazionale, che Tenco nel 1967 pagò con la sua pelle), magro, vestito scuro, occhi azzurri e faccia da bravo ragazzo di buona famiglia, esordì un po' spaurito un po' spavaldo con "Vado al massimo!… voglio vedere come… va a finire andando al massimo… senza frenare voglio vedere se davvero poi si va a finir male!… vado in Messico voglio veder se là davvero si può volare…". Arrivò ultimo.
Chissà che sarebbe successo se avesse presentato "Siamo solo noi", scritta l'anno prima, che sembrava aver fatto assurgere ad ideale la trasgressione fine a se stessa e che recitava "siamo solo noi che andiamo a letto la mattina presto… che non abbiamo vita regolare… che non abbiamo niente da dire… siamo solo noi quelli che non credono più a niente… quelli che tra demonio e santità è lo stesso basta che ci sia posto… generazione di sconvolti che non ha più santi né eroi".
Ma per chi non avesse capito scrisse quello che divenne l'inno di una generazione:  "Vita spericolata". "Ho affrontato", afferma Vasco, "il tema che in quel periodo affliggeva tutti: la paura di una vita piatta, tranquilla, priva di emozioni". Erano i primi anni '80, era finito il movimento del '77, ed era cominciato il deserto di ideali, lo yuppismo dei nuovi giovani rampanti in giacca e cravatta, che non frequentavano più le piazze con i sampietrini ma Piazza Affari. In questa situazione Vasco reagisce scegliendo non la battaglia collettiva, ormai impossibile, ma la protesta individuale:
"Voglio una vita spericolata… voglio una vita maleducata… voglio una vita che se ne frega che se ne frega di tutto sì!… ognuno a rincorrere i suoi guai… ognuno in fondo perso per i cazzi suoi… voglio una vita esagerata voglio una vita come Steve McQueen!! … voglio una vita la voglio piena di guai!!!". E tra i guai è arrivato anche l'arresto per possesso di stupefacenti, in nome dell'ordine e della disciplina occorreva rimettere in riga il drogato, lo sballato, che dava ai giovani il cattivo esempio. Lo Stato, tra gli applausi dei benpensanti, accontenta così il prete che ammoniva i giovani, pena il peccato mortale, a non  partecipare ai concerti di Vasco. Ma per un libertario vero non è che un incidente, la lotta continua, anche se  la voglia di evadere spesso fa capolino. Ma non è solo una fuga come in "Vuoi star ferma", quando dichiara "stasera bevo perché è più facile" o in "Valium", quando cerca "100 gocce di valium…per dormire del tutto…non sentire più niente… cancellare la mente e domani mattina non svegliarsi neanche". L'evasione è anche la ricerca di un mondo dove essere più liberi e sinceri: "cosa non darei per stare su una nuvola…per vivere una favola o anche io voglio vivere come se tutto il mondo fosse…FUORI!" Come non pensare a quel mondo che auspicava De Sica nel film "Miracolo a Milano", dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno? L'essere sinceri fino in fondo non è un vezzo moralistico, ma il modo migliore per conoscere se stessi e gli altri. È così che Vasco trova nella trasgressione o nell'evasione quel senso che la vita non ha? O forse il trasgredire o l'evadere gli serve a coprire quella mancanza di senso? Probabilmente  tutte e due: chissà se le centinaia di migliaia di giovani che vanno ai suoi concerti lo hanno capito? Comunque il messaggio più laico che Vasco ci lascia è che nella scelta del senso della propria vita non deve mettere bocca nessuno, né Stato, né prete, né partito: "Canto per non impazzire, per il piacere di dire tutte le cose che vedo intorno a me!… E non mi resta che dire questa è una nuova canzone… che aiuterà me a capire… e in qualche modo a sfogare… tanto la musica è dolce… ti gira intorno e non muore… senti che brividi nel cuore…" E a noi non resta che ascoltarla. Passivamente? No! Per un libertario la libertà o è di tutti o non è di nessuno, ecco perché Vasco ci dice che in fondo la vita "è una canzone da cantare tutti con la faccia verso il sole, una canzone dove le parole tutti se le possono inventare".

Marcello Ricci

5 Giugno 2006   |   articoli   |   Tags: