“Pia fraus” o pia frode o inganno a fin di bene: è questa la connotazione costante che caratterizza fin dall’inizio la religione cristiana.
L’esistenza stessa di Gesù è controversa: dobbiamo fidarci esclusivamente dei Vangeli perché su di lui tacciono gli storici romani del tempo: Svetonio, Plinio il Giovane e Tacito nonché gli storici giudaici Giusto di Tiberiade e Giuseppe Flavio che pure descrissero nei particolari le vicende di quel tempo. E qui interviene la “pia fraus” di uno scriba cristiano che, mosso da spirito devozionale, inserisce nelle “ Antichità Giudaiche”, opera di Giuseppe Flavio, un falso riferimento a un certo Cristo vissuto al tempo di Pilato, falso che passerà alla storia come “Testimonium Flavianum”.
Gesù figlio di Dio partorito da una vergine?
Esattamente come quasi tutte le coeve religioni prevedevano. Il dio Mitra, venerato a Roma già da due secoli ,era nato da un dio padre e da una vergine :
“ La Vergine ha partorito, la luce cresce” recitava una sua formula liturgica. Il giorno della sua nascita era il 25 dicembre (dies natalis solis) che la Chiesa usurperà per farne il suo Natale. Dioniso era figlio di Zeus e di una vergine così come Eracle risulta figlio di Zeus e della vergine Alcmena per non parlare di Esculapio generato anch’egli da una vergine. Difficile poi accertare il numero esatto dei figli che Zeus ebbe da altrettante vergini perché stando alla mitologia classica parrebbe che questa fosse la sua attività prevalente.
Ma cinque secoli prima di Cristo il Budda si era incarnato e la vergine madre era stata divinamente avvertita dagli angeli: “Rallegrati e sii lieta, vergine Maya, perché il bimbo che hai partorito è sacro!”
Ma il pio inganno assume connotazioni grottesche nel cristianesimo perché il figlio di Dio è Dio lui stesso ed anzi è lo stesso Dio padre per cui Cristo risulterà padre di sé stesso e, come creatore, anche padre di sua madre creando turbe mentali perfino al sommo poeta che così conclude nel 33° canto del Paradiso :
“ Vergine madre, figlia del tuo Figlio”.
E i miracoli?
Tutti i miracoli attribuiti a Gesù erano stati già compiuti da altri prima di lui. Eracle è capace di camminare sulle acque. Budda passeggia sul Gange e trasferisce questa sua facoltà al più fedele dei discepoli così come Cristo farà con Pietro; fa camminare gli storpi, ridà la vista ai ciechi e l’udito ai sordi e predica l’amore tra gli uomini seguito da dodici discepoli tra i quali si annida un traditore. Non trascura poi di moltiplicare i pani e i pesci e di trasformare l’acqua in vino precedendo il Cristo delle nozze di Cana, capacità che ritroviamo in Dioniso che opera molti miracoli del vino e che per ciò è venerato come “ La vite”. Ma quella di moltiplicare i pesci è una miracolosa facoltà che appartiene anche ad Empedocle, come ci riferisce Diogene Laerzio, ma anche a Pitagora che ,più onesto di tutti, ordina di ributtare a mare i pesci moltiplicati e risarcirne il valore commerciale.
Ma non si può tralasciare il profeta ebreo Eliseo che miracolosamente riempie di olio extra-vergine di oliva la cantina di una povera vedova ed è portentoso nella moltiplicazione dei pani d’orzo e di farro. Esculapio è venerato come “Soter” (Salvatore) e il suo tempio in Epidauro è frequentato come oggi la Lourdes cristiana, stracolmo di ex-voto quali ringraziamenti per altrettante guarigioni miracolose.
E i morti resuscitati? Ma via, questo è un gioco da ragazzi per gente del calibro di Elia ed Eliseo, profeti ebrei vissuti 10 secoli prima di Cristo ma anche il già citato Esculapio era capace di resuscitare i morti con il tocco di una mano. A Babilonia resuscitare i morti era considerato un fatto normale , esistevano formule magiche alla bisogna e molte divinità erano considerate “resuscitatrici”. Ma la stessa Chiesa Cattolica non fu da meno: solo i “Libri dei Miracoli” del Sacrario bavarese di Inchenhofen, in pieno medioevo, riferisce di 173 persone resuscitate per l’intercessione del grande santo Wolffgangi; fra i cento e più miracoli assemblati nel sec.XIII per il processo di santificazione di Santa Elisabetta ed esaminati alla corte papale di Perugia dai più autorevoli prelati e approvati ufficialmente dal Papa ci sono ben 9 resurrezioni.
Ma per ritornare a bomba: non è forse la resurrezione di Lazzaro il miracolo più celebrato dalla cristianità? Ma come mai i tre primi evangelisti Marco, Matteo e Luca non ne sanno nulla mentre tale portento viene riferito dal solo vangelo di Giovanni, scritto tre generazioni dopo la morte di Cristo?
La morte, la discesa all’inferno seguita dall’ascensione al cielo?
Questo formidabile e fondamentale credo della religione cristiana trova paralleli in quasi tutte le religioni precedenti e coeve. Tre giorni di viaggio all’inferno dopo la morte seguiti da successiva resurrezione era un miracolo già attribuito ad Eracle, a Dioniso, al babilonese Tammuz, al siriano Adonis, all’egiziano Osiride, al frigio Attis, al babilonese Bel Marduk il quale ultimo fu fatto prigioniero, frustato, condannato a morte e giustiziato assieme a un comune delinquente mentre un altro malfattore veniva liberato (vi ricorda qualcosa?).
Alla morte di Cesare il popolo romano credette che fosse salito al cielo per diventare un dio: e il sole si oscurò, calarono le tenebre, la terra si squarciò e i defunti resuscitarono e uscirono dalle tombe.
La frode più gigantesca è però quella che Paolo di Tarso, il fondatore del Cristianesimo, ha operato ribaltando completamente il messaggio di Cristo assicurandoci che l’avvento di Dio in terra era già avvenuto e la Chiesa lo avrebbe rappresentato, d’ora in poi. Ma Gesù, in realtà, era convinto che si sarebbe realizzato l’avvento del “Regno di Dio” prima che la sua generazione fosse passata, che l’era contemporanea era finita e che i suoi seguaci “ non gusteranno la morte finché non abbiano visto il regno di Dio venuto con potenza” (Marco 9,1 -1,15– Matteo 4,17 –10,7 – 10,23-16,28),
“ In verità io vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute” ( Marco 13,30).
Un solo vantaggio io personalmente riesco a vedere in questa “pia fraus” paolina: allargando il suo messaggio di salvezza a tutte le genti e non riservandolo ai soli ebrei, come voleva Pietro, ci ha esonerato da quella oscena pratica superstiziosa rappresentata dalla circoncisione. Come sosterrebbe Villaggio almeno il nostro apparato di piacere è salvo.
Eraldo Giulianelli