Preludio trionfale alle innumerevoli falsificazioni successive questo eccezionale falso storico venne redatto nella cancelleria pontificia di papa Stefano II all’inizio degli anni cinquanta dell’VIII secolo.
Denominato Constitutum Constantini o anche Privilegium Sanctae Romanae Ecclesiae questo documento originava a sua volta da una leggenda, uno tra i più diffusi romanzi agiografici del cristianesimo che si chiamava Legenda Sancti Silvestri da cui dobbiamo partire per capire tutta la storia.
Dunque secondo questo racconto fantastico, contenuto negli Acta Silvestri menzionati da papa Gelasio ( 492-496) e trascritto in latino, greco e siriaco, l’imperatore Costantino si sarebbe ammalato di lebbra , punito da Dio per una persecuzione da lui condotta ferocemente contro i cristiani e quindi convinto da sacerdoti pagani che, per guarire, avrebbe dovuto fare un bagno nel sangue di tremila bambini uccisi allo scopo. Ma i santi Pietro e Paolo gli sarebbero apparsi in sogno dicendo che la guarigione gli sarebbe arrivata se si fosse fatto battezzare dal vescovo Silvestro rifugiato sul monte Soratte. Guarito dal miracoloso battesimo nel palazzo del Laterano l’imperatore , per somma riconoscenza, avrebbe con un decreto a favore di papa Silvestro riconosciuto al vescovo di Roma la qualifica di capo di tutti i cristiani e il primato su tutti i sacerdoti, i vescovi e i patriarchi. Non solo: gli avrebbe conferito le insegne della dignità imperiale e regalato a lui ed ai suoi successori la proprietà della città di Roma, delle città e provincie d’Italia e dell’intero Occidente ( omnes Italiae seu occidentalium regionum provintias, loca et civitates). Il documento proseguiva giustificando , a causa del potere concesso ai papi sull’Occidente, il doveroso trasferimento in oriente, a Costantinopoli , della sede dell’impero: “ laddove è stato innalzato un magnifico regno e fondata la capitale della cristianità non s’addice l’esercizio della potestà di un sovrano terreno. Saranno banditi tutti coloro che saranno tanto temerari da modificare tali disposizioni.”
La verità storica ci dice che Costantino non solo non perseguitò i cristiani ma, purtroppo per tutti noi, aprì loro le porte del potere politico che tuttora persiste e che non fu battezzato da Silvestro ma dal vescovo Eusebio di Nicomedia, un ariano, per giunta, sul letto di morte nel 337 mentre Silvestro era morto due anni prima nel 335 ( la Chiesa lo festeggia il 31 dicembre a degno ricordo, ogni fine anno, del proprio debito di riconoscenza verso il grande falso guaritore).
Il documento, con il quale la Chiesa ottenne lo Stato della Chiesa e fondò giuridicamente le proprie pretese di dominio universale, capovolse completamente la situazione: l’imperatore romano, al quale la Chiesa era sottomessa fino ad allora (VIII secolo), d’ora in avanti sarebbe stato considerato sottomesso al papato. L’imbroglio fu gabellato come documento autentico, datato e firmato di suo pugno da Costantino il quale aggiungeva una nota in cui ringraziava per la guarigione dalla lebbra e motivava così quale riconoscenza eterna la donazione di un intero continente al papa ed ai suoi successori.
Il primo papa che utilizzò il documento fu Adriano I ( 772-795) in uno scambio epistolare con Carlo Magno ma fu con Leone XI che si giunse all’apoteosi della ipocrisia istituzionalizzata: costui, nel 1053 , in una bolla , trasformò la “donazione” in una “restituzione” sicché , secondo lui, l’imperatore non aveva donato ma restituito ciò che per diritto divino già apparteneva alla Chiesa: così dicendo l’astuto pontefice evitò di correre il rischio di dover ringraziare l’imperatore. Il papa Gregorio VII inserì la “ Donazione” quale parte integrante del Diritto Canonico e su di essa giustificò il famoso “ Dictatus Papae”. Papa Urbano II ( 1088-1099), l’istigatore del massacro della I° crociata, valendosi della “Donazione” dichiarò la Corsica e le isole Lipari proprietà della Chiesa.
Altri papi come Innocenzo III e Gregorio IX avanzarono altre pretese territoriali mentre Gregorio IX ( 1227-1241) sostenne che Costantino aveva dichiarato lecito il dominio universale del papa non solo sulle anime ma anche su tutti gli uomini e le cose per cui non poteva esistere un’autorità civile indipendente ma era il papa l’unico e vero imperatore e sovrano di tutto.
Questa mostruosa falsificazione fu utilizzata per tutto il medioevo: lo stesso imperatore Sigismondo nel 1433 dovette obbligarsi con giuramento alla conservazione ed osservanza della “Donazione di Costantino” e la stessa arrogante presunzione di onnipotenza permise a papa Borgia, Alessandro VI, di emanare la bolla “ Inter caetera” nel 1493 con la quale autorizzava i regni di Spagna e Portogallo a dividersi i territori del Nuovo Mondo ( Linea Alessandrina: Trattato di Tordesillas 1494).
Dubbi sull’autenticità del documento serpeggiavano da tempo: l’imperatore Ottone III nel 1001 definì esplicitamente la “Donazione” opera falsa e menzognera, frutto di un imbroglio gigantesco, (sub tituolo Magni Constantini longi mendacii tempora finxit). Ma anche Federico Barbarossa e Federico II rifiutarono di riconoscerne l’autenticità la quale fu definitivamente e documentatamente esclusa nel 1494 dall’umanista Lorenzo Valla , segretario del papa e canonico in Laterano ( in un documento pubblicato solo dopo la sua morte).La storiografia cattolica continua imperterrita a definire l’insieme delle falsificazioni ed imbrogli medioevali come “devozione antica” e gli imbroglioni come “uomini eccezionali” e “ venerandi falsari”.*
Oggigiorno ancora paghiamo le conseguenze di quel falso storico: l’art. 7 della nostra Costituzione ha recepito i Patti Lateranensi ( Concordato) in base ai quali lo Stato Italiano , a titolo di risarcimento per la soppressione dello Stato della Chiesa che non sarebbe mai esistito senza quel delinquenziale documento, si obbligò , allora, a pagare un ventesimo del suo bilancio e a definire la religione cattolica quale religione di Stato ( non più dal 1984), e oggigiorno a sottostare ad un onere che, tra esenzioni fiscali, sovvenzione alle scuole cattoliche, insegnamento della religione cattolica, versamento dell’8 per mille e contributi di vario genere grava su noi contribuenti per più di sei miliardi di euro ogni anno.
Eraldo Giulianelli
* Deschner : Storia criminale del cristianesimo – vol.IV – pag 294 sg