Anche i più disattenti avranno di certo avuto notizia delle polemiche suscitate dall’inchiesta di Curzio Maltese (con la collaborazione di Maurizio Turco), pubblicata nel corso dell’ultimo anno a puntate dal quotidiano “La Repubblica”, sullo scottante tema di quanto costa la Chiesa Cattolica agli italiani.
L’inchiesta è ora diventata il libro “La questua” (Ed. Feltrinelli) che non può mancare nella biblioteca di ogni laicista che si rispetti.
Qualcuno (perfino qualche laicista) potrebbe pensare che è un mero esercizio di contabilità, che non è elegante criticare la Chiesa che si occupa (in linea puramente teorica) di questioni “alte” su fatti così veniali come i finanziamenti che ogni anno percepisce dallo stato italiano.
Ma in realtà la finanza e le finanze sono gli argomenti che più stanno a cuore alle gerarchie della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, e sono proprio queste le inchieste che danno più fastidio agli alti palazzi vaticani.
Curzio Maltese questo lo spiega benissimo nell’introduzione citando Ernesto Rossi. Il più famoso anticlericale italiano sosteneva che quando aveva pubblicato i suoi lavori che testimoniavano come nei fatti il pontefice Pio XII fosse stato uno dei massimi responsabili dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i palazzi vaticani si erano limitati a commenti ufficiosi, in trafiletti sui quotidiani papalini; quando invece pubblicò i suoi studi sulle finanze vaticane e i benefici che traeva dallo stato italiano vi fu una reazione idrofoba da parte di tutti gli alti prelati che reagivano sdegnati all’accusa di interessarsi alla “roba” e non alle anime.
Del resto, come sa chiunque abbia provato ad interessarsi di finanze ecclesiastiche, magari in piccolo semplicemente cercando di verificare quanti soldi il proprio comune destina ogni anno alle parrocchie e al proprio vescovo nelle varie delibere comunali, è quanto mai improbo riuscire ad avere cifre precise. Di fronte a richieste precise si hanno risposte vaghissime, rimandi a delibere che non si trovano, inviti a parlare con gli assessori competenti.
È per questo che l’ottimo e documentatissimo lavoro di Curzio Maltese va ancor più apprezzato, perché finalmente mette un punto fermo che non può essere contestato, a meno di ricorrere a figure patetiche da parte del clericalista di turno che si vede costretto a richiamare in ballo presunti “risarcimenti di guerra” per “l’aggressione subita dal Vaticano nell’unificazione d’Italia” di fronte ai numeri innegabili di Curzio Maltese.
E che siano innegabili lo dimostrano anche le miserrime figure fatte dal quotidiano “Avvenire” che ha provato in maniera goffa e ridicola e confutare l’inchiesta de “La Repubblica” dopo poco la sua pubblicazione.
“La questua” è un libro impressionante perché va tenuto conto che nel suo lavoro Maltese si è mosso facendo i conti con prudenza e operando quasi sempre per difetto. Come racconta lo stesso giornalista, Piergiorgio Odifreddi facendo calcoli analoghi nel suo “Perché non possiamo essere cristiani” arriva a stimare un costo annuo della Chiesa per lo Stato Italiano di 9 miliardi di euro. Curzio Maltese non dice che questo calcolo è sbagliato, anche perché come ripete spesso nel libro stimare tutto il patrimonio immobiliare della Chiesa in Italia è operazione impossibile (soprattutto se chi lo dovrebbe fare per suo interesse, ovvero lo Stato, non usa i mezzi che ha a disposizione per farlo), tuttavia dice di aver seguito un criterio più prudente che lo fa giungere ad una conclusione che è l’esatta metà. Ovvero, secondo Curzio Maltese la Chiesa costa 4,5 miliardi di Euro ogni anno allo Stato Italiano.
Letta questa cifra impressionante (che corrisponde più o meno a una mezza manovra finanziaria), bisogna tener conto di un altro fatto. Il libro che è stato il “caso” del 2007 e che tanto ha indignato l’italico popolo che si è scagliato veementemente contro la casta politica rea di sperperare il patrimonio italiano (sto ovviamente parlando di “La Casta” di Stella e Rizzo), arriva con una stima tutt’altro che prudente a calcolare un costo della casta politica di 4 miliardi di euro annui per lo Stato Italiano.
Si avete letto bene, pur con stime diversamente prudenti (diciamo così) di cui certamente quella usata per misurare il costo della casta ecclesiastica è la più prudente, si arriva allo sconcertante risultato che la Chiesa costa agli italiani più della tanto vituperata casta politica.
Un dato sconvolgente, ma gli Italiani in quanti l’avranno capito?
Obbligatorio citare il pezzo in cui Curzio Maltese descrive ed elenca tutti gli immobili di proprietà della Chiesa (escludendo chiese ed ospedali) lungo tutto il percorso che in bicicletta compie per arrivare alla sede del quotidiano in cui lavora, un elenco interminabile che dura più di due pagine e alla fine riporta il commento di un “suo amico prete” che gli dice che lungo quel percorso la Chiesa non ha grosse proprietà e ce ne sono altri molto più “sconvolgenti” da fare a Roma.
Insomma un libro assolutamente da leggere e da far leggere a chi ancora si ostina a chiederci ragione del nostro attualissimo anticlericalismo.
J. Mnemonic