…. e come consuetudine posto in anteprima il mio intervento per i lettori del nostro blog.
L’iniziativa si chiama "io ci metto la faccia: 194 per la 194" e si svolgerà domani a Terni per ulteriori informazioni vedi il nostro sito
Lasciatemi iniziare con un ringraziamento, veramente sentito, agli organizzatori di questa manifestazione.
Per fortuna che c’è qualche forza politica che OSA rispondere a quella che senza mezzi termini definisco un’offensiva clericale senza tregua che da anni sta avvenendo nel nostro paese.
Qualcun’altro invece preferisce chiudere gli occhi e non vedere cosa sta succedendo per non perdere l’appoggio della sua componente teo-dem, come va di moda chiamarla oggi (che per inciso non si è ben capito da cosa si differenzia da quella cosiddetta teo-con).
È un attacco clericale che avviene nella politica, nella cultura e in tutto ciò che è la nazione Italia; ed è in quest’ottica che va inquadrata l’offensiva attuale contro la legge 194.
Ma quest’attacco non è nato ieri, è in corso da più di un decennio, e Civiltà Laica è nata proprio a causa di quest’attacco, da alcune persone che avevano in comune il sentire in pericolo la laicità del nostro stato.
Personalmente non parlo mai troppo volentieri dell’aborto, ma non perché voglio chiudere gli occhi di fronte a un problema preferendo ignorarlo come hanno fatto e continuano a fare in tanti. No, dico che non ne parlo volentieri perché a mio personale giudizio, noi uomini dovremmo imparare a stare zitti e non interferire in ciò che rientra nel diritto all’autodeterminazione della donna. Noi uomini dovremmo cominciare ad ammettere di non essere in grado di poter capire quella che è un’esperienza tutta femminile, sia nella gioia di una gravidanza sia nel dramma di un aborto, quindi dovremmo astenerci innanzitutto dal giudicare e dall’esprimere opinioni etiche.
Tuttavia di fronte a questa dirompente invettiva clericale, di fronte a cialtroni che chiamano assassine le donne che compiono una scelta legittima, che paragonano l’aborto alla pena di morte, o arrivano a chiamare i carabinieri per un presunto feticidio (come recentemente è accaduto a Napoli), non posso esimermi dall’esprimere pubblicamente la mia solidarietà alle donne che sono pesantemente sotto attacco.
Difendiamo la 194 quindi, ma attenzione, da laici convinti quali siamo, non la difendiamo come se fosse un dogma immodificabile e di cui non si può discutere. Noi laici, per definizione, non abbiamo dogmi. Di certo tutto si può migliorare compresa la 194.
Sono diverse le cose che si potrebbero rivedere e applicare meglio.
Parliamo ad esempio del fatto che la legge proclama: Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.
Basta leggere queste poche righe per vedere come alcune parti della legge sono state ampiamente disattese!
Le strutture socio sanitarie come i consultori pubblici anziché essere SVILUPPATI come dice la legge sono addirittura in diminuzione e come ha rilevato un inchiesta del settimanale “l’espresso” dell’ottobre scorso siamo ben lontani dall’obiettivo fissato nel ’96 di avere un consultorio ogni ventimila abitanti. Le cifre parlano chiaro di media, e sottolineo di media, siamo intorno ad un consultorio ogni 30mila… ma solo perché ci sono delle regioni virtuose che alzano la media, e solo perché nel conteggio vengono incluse strutture in realtà chiuse per ristrutturazione. I numeri reali dicono che nel sud Italia siamo intorno ad un consultorio ogni 50mila abitanti!
Di questo pretendiamo che si parli quando chiediamo di verificare il funzionamento della legge 194, non di cose prive di senso come a quale settimana di gestazione occorre operare la rianimazione dei feti abortiti contro il volere dei genitori!
Ma ce ne sono di cose di cui parlare… voglio accennare ad una questione che recentemente è stata esposta anche dal ginecologo Carlo Flamigni su MicroMega, ovvero la legittimità dell’obiezione di coscienza dei medici.
Tengo a precisare che io sono stato, e sono tutt’ora un Obiettore Di Coscienza al servizio di leva obbligatorio, quindi so perfettamente di cosa si parla, e so perfettamente che oggi il termine OBIEZIONE DI COSCIENZA è quanto mai abusato, o per lo meno messo a giustificare un atteggiamento di comodo.
Si fa Obiezione di Coscienza quando si disobbedisce ad un OBBLIGO di legge, fate attenzione all’uso delle parole, si parla di obbligo di legge. Questo era il caso del servizio di leva obbligatorio, questo è il caso degli obiettori di coscienza FISCALI.
In entrambi i casi l’Obiettore paga in prima persona il prezzo delle sue scelte; nel caso dell’Obiettore al servizio militare ad esempio, si paga questa scelta con l’impedimento di svolgere poi nel corso della vita lavori inerenti alla presenza nelle forze armate, nei vigili urbani, o nella polizia. E non è sbagliato, anzi! È un principio giustissimo, io non posso a causa della MIA scelta di non usare armi mettere in pericolo altre persone. Ad esempio, un poliziotto non può trovarsi in pericolo perché un suo collega è un obiettore di coscienza che non usa armi.
Quello che succede invece con gli Obiettori Di Coscienza alla 194 è che altre persone pagano il prezzo delle loro scelte. Loro invece fanno tranquillamente il lavoro che hanno scelto (SCELTO, NON SONO STATI OBBLIGATI DA NESSUNO A FARE QUEL LAVORO) disobbedendo senza alcuna conseguenza (per loro) ad una legge dello stato.
E allora se era comprensibile che fosse prevista l’Obiezione Di Coscienza per i medici che erano già in servizio quando è stata emanata la legge, non è più comprensibile OGGI a trent’anni di distanza.
È decisamente ora che l’Obiezione di Coscienza alla 194 sia dichiarata illegittima, perché oggi chi sceglie di fare il medico ginecologo o il medico chirurgo sa perfettamente che in Italia l’aborto è legittimo, e come tutti noi deve rispettare le leggi dello stato in cui vive anche se le ritiene sbagliate.
Se non vuole avere a che fare con l’Interruzione Volontaria di Gravidanza esistono un ampia gamma di altri lavori, anche nello stesso ambito della medicina, che può scegliere e che gli permetteranno di vivere in ottemperanza ai suoi dogmi morali senza far pagare a nessuno il peso delle sue scelte.
Quindi, concludendo, noi difendiamo, certamente, questa legge ma non in maniera cieca e dogmatica, siamo pronti a discutere delle possibili migliorie che possono essere effettuate.
Ma oggi purtroppo siamo costretti a difenderla da quello che è un attacco che vorrebbe tornare alla criminalizzazione della donna e vorrebbe negare il suo diritto all’autodeterminazione. Un attacco fatto da chi, ignorando volutamente i successi riportati dalla 194 vorrebbe portare indietro le lancette dell’orologio fino ad avere un aborto illegale con il ritorno agli spilloni delle mammane.
Un attacco questo, consentitemi di sottolinearlo, che è cominciato in maniera esplicita quando è stata promulgata la legge 40 sulla fecondazione assistita, legge che non posso che definire, cieca, bigotta e talebana.
Una legge che rispetto alla 194 è indietro di trent’anni pur essendo stata promulgata trent’anni dopo, segno che non sempre le cose nel nostro paese vanno in avanti, anzi per citare Umberto Eco, spesso si procede a “passo di gambero”.
Alessandro Chiometti