Siamo un Paese veramente strano. la fiction "Il padre delle spose", decorosissima storia popolare incentrata sul rapporto tra un padre e una figlia omosessuale, pare fatta apposta per suscitare i migliori sentimenti, in mezzo a tanto cinismo da palinsesto.
E viene duramente cazziata proprio da quei cattolici timorati, come la
senatrice Binetti, che un giorno sì e l'altro pure lamentano la
scostumatezza dei tempi, la crisi dei valori, la morte delle virtù e il
collasso della pietà. (Tra l'altro la stessa Binetti, in un sussulto di
onestà intellettuale davvero autolesionista, ammette di non aver mai
visto la fiction che tanto la turba).
Ora, purtroppo, la sola deduzione possibile è questa: che tra
spettacoli con omosessuali gentili, e spettacoli con eterosessuali
burini oppure stronzi, la preferenza "morale" di alcuni ambienti
cattolici va dritta filata ai secondi. Pavlovianamente, per istinto,
per riflesso meccanico. A dimostrazione che non è affatto la moralità a
contare, ma il moralismo. Che non importa un fico, in certe parrocchie,
la qualità delle persone o delle vite o delle sceneggiature. Importa
che sia fatto salvo lo schemino rassicurante entro il quale, poi, può
accadere senza scandalo qualunque ipocrisia o zozzeria.
da Repubblica del 26 novembre 2006