Al di là della proprie convinzioni personali il Family Day 2015 pone alcune domande ineludibili a cui è tenuto a dare una risposta chiunque gli stia a cuore la Democrazia.
È possibile che la libertà di espressione debba includere il diritto di diffondere notizie “false e tendenziose” del tipo: nelle scuole insegnano ai bambini a masturbarsi?
É possibile che debba diventare un allarme sociale la teoria del gender che come spiega l’ordine degli psicologici semplicemente non esiste?
È possibile che lo Stato Italiano debba finanziare con soldi pubblici chi diffonde confusione, disinformazione e fomenta l’odio verso gli omosessuali in barba alla nostra Costituzione?
È accettabile che la politica Italiana debba ancora essere condizionata da posizione religiose estremiste e fanatiche, portatrici di odio, discriminazione e violenza come dimostra la storia?
È possibile che la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, che ottiene dallo Stato Italiano 6,3 miliardi di euro all’anno, continui a supportare pubblicamente (vedi lettera di Mons. Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia) associazioni che fanno della discriminazione sessuale il loro motivo di vanto conservando intatti i suoi privilegi concessi dallo Stato Italiano?
È eticamente accettabile che il comandante supremo di questa organizzazione millenaria usi i mass media italiani per presentarsi come un rivoluzionario progressista (che si prestano al gioco in nome delle vendite) e poi fomenti la reazione omofoba anche in un enciclica che si doveva occupare di tutt’altro?
Ecco, a queste domande occorre dare, rapidamente una risposta. Sul numero degli omofobi retrogradi e rancorosi che sono scesi in piazza ieri invece possiamo tranquillamente dire: chi se ne frega.
Alessandro Chiometti