L’11 il 12 e il 13 Aprile si sono svolte a Reggio Emilia le “Giornate della laicità”, un festival di incontri, dibattiti e spettacoli per affermare “la laicità come metodo, cornice e piattaforma stabile sui cui edificare un vivere insieme civile e solidale” come scritto nel programma stesso della manifestazione. È un evento organizzato da “Iniziativa Laica”, associazione di Reggio Emilia con l’aiuto dell’Arci e di altre realtà locali.
È il quinto anno di svolgimento del festival e in questa occasione anche Civiltà Laica di Terni ha dato il suo contributo formando una pattuglia di quattro volontari che si sono uniti ai ragazzi di Reggio nelle operazioni routinarie di accoglienza del pubblico e sistemazione delle sale.
Gli amici di Iniziativa Laica sono stati contentissimi di questa collaborazione e hanno apprezzato il nostro contributo costituito anche dalle nostre riviste che abbiamo lasciato in distribuzione all’ingresso degli eventi.
Speriamo che possa nascere una collaborazione fra le due realtà che porti frutti importanti nel prossimo futuro.
Il festival è stato ovviamente molto interessante e non poteva essere altrimenti dati i nomi nel programma.
Il sempre combattivo e arguto Carlo Flamigni ha fatto praticamente gli onori di casa essendo il responsabile scientifico di Iniziativa Laica; ci è molto piaciuto in particolare il suo incontro con Carlo Alberto Redi in cui si è espressa la soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40/2004 (tema ricorrente in quasi tutti gli incontri) e si è passata in rassegna una serie di novità scientifiche di cui si può venire a conoscenza solo seguendo questo tipo di conferenze tematiche, visto che oramai i maggiori mass media quando parlano di scienza fanno solo disinformazione o per lo meno, volendo essere benevoli, un’informazione non corretta. Certamente come ha ricordato Flamigni la divulgazione scientifica non la devono fare i giornalisti, o per lo meno, aggiungiamo noi, se proprio la vogliono fare che si informino in modo opportuno.
Altro tema ricorrente negli incontri del festival la situazione di scarsa cultura in Italia rispetto al resto di Europa con statistiche Ocse sempre più preoccupanti come hanno ricordato Maurizio Mori e Marina Mengarelli nel loro incontro.
Abbiamo scoperto due blogger molto combattivi e molto preparati come Pierfranco Pellizzetti e Matteo Pucciarelli che hanno parlato dei fenomeni di degradazione della politica in partiti personalistici e di come sia impossibile oramai scrivere qualcosa di politico senza dover rispondere alla inevitabile domanda “chi ti paga?”.
La D.ssa Marilisa D’Amico ha invece fatto il punto sulle recenti condanne dell’Italia da parte dell’Europa per la mancata applicazione della 194/78, ovvero la negazione del diritto delle donne di abortire a causa della sempre più invadente presenza dei sedicenti obiettori di coscienza negli ospedali. Probabilmente la condanna spalanca le porte allo Stato italiano per bandire concorsi per medici e ginecologi non obiettori, però come al solito questo dipenderà dalla volontà politica.
Interessantissimo per chi mastica di filosofia il dialogo fra Giulio Giorello e Stefano Levi Della Torre fatto a colpi di citazioni che variavano da Leopardi a Popper passando per Bohr e Bobbio, mentre il giorno dopo Mauro Barberis (purtroppo orfano di Gian Enrico Rusconi bloccato da ritardi dei treni) ha proposto la “terza via” fra le due posizioni “come se dio non ci fosse” di Grozio e “Come se dio ci fosse” di Ratzinger-Habermas. Ovvero “Non nominare il nome di dio invano” che non vuol dire solo un divieto di bestemmia ma l’invito pesante a lasciare dio al di fuori delle cose che non gli competono.
Molto bello e interessante anche l’ultimo dialogo a cui abbiamo assistito fra Loredana Lipperini e Eugenio Lecaldano che hanno cercato di smontare il mito costruito attorno alla famiglia e hanno elencato le aberrazioni del diritto in nome della presunta naturalità di questa.
Una tre giorni senz’altro intensa e interessante, organizzata da persone molto preparate e competenti che hanno saputo scegliere ospiti in gamba e sempre all’altezza della situazione.
Come dicevamo prima, speriamo vivamente che si riesca ad esportare l’atmosfera e l’organizzazione di questo festival in tante città del nostro paese.
Per farlo occorre collaborazioni fra le associazioni laiche sparse sul territorio italiano, noi di Civiltà Laica siamo pronti a dare il nostro contributo.
Alessandro Chiometti