LE VIE DELLA LAICITÀ DA SOCRATE A DON GALLO

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Marcello Ricci

INTRODUZIONE
Diceva Voltaire che la strada per il paradiso ognuno se la deve scegliere a suo modo, e così è per la laicità, ognuno vi arriva a proprio modo, per la via che ritiene più opportuna e dalle posizioni più varie: filosofi, uomini politici, cantautori, preti hanno fatto della propria laicità uno stile di vita, e il valore di fondo della propria esistenza. Esempi che non vanno lasciati cadere e che vanno portati a conoscenza delle nuove generazioni. Nella prima parte metteremo sotto lo stesso tetto, anche se capisco che la cosa a prima vista sia un po’ spiazzante, Socrate e Vasco Rossi, Kant e De André, Gandhi e Don Gallo, perché a ben vedere i valori laici che li accomunano, al di là delle differenze storiche e di statura intellettuale, sono più simili di quanto si possa pensare. Nella seconda parte un’attenzione particolare sarà dedicata a Don Gallo, di cui esaminerò dettagliatamente tutti gli scritti, essendo un esempio particolarmente originale di prete laico. La terza parte di questo lavoro si occuperà di seguire la nascita e lo sviluppo del concetto moderno di tolleranza attraverso l’analisi di alcune delle maggiori figure del Cinque-Seicento con una puntata anche nel Settecento illuminista. Dunque laicità, tolleranza e naturalmente nonviolenza sono i valori di riferimento di questo lavoro. Potrebbe allora sembrare legittima una domanda: perché laicità, nonviolenza e tolleranza insieme? La risposta a questa sensata domanda è implicita nella concezione della laicità, che cercherò sinteticamente di mettere a punto. Ciò che qualifica più a fondo la laicità è la libertà di coscienza, che si radica nella libertà di ciascun individuo e va rivendicata non solo per sé ma anche per gli altri, da qui la tolleranza nei confronti delle idee diverse dalle proprie e la nonviolenza che la tolleranza reclama come logica conseguenza. Di passaggio desidero ricordare che il termine tolleranza va inteso qui laicamente come accettazione del diritto di ciascuno a proporre la propria verità relativa in mezzo alle altre verità relative, non più nel senso di chi ha una verità assoluta e però paternalisticamente tollera chi sbaglia. Dunque il concetto di laicità contiene in sé quello di tolleranza e di nonviolenza: non si può essere laici e allo stesso tempo intolleranti e violenti. Se questa è la laicità essa si concretizza come la libertà di credere a ciò che si vuole e come rifiuto di ogni obbligo a credere a questa o a quella religione (a questa o quella ideologia), perché questo obbligo non permetterebbe la libertà di essere atei o agnostici, come accade nello stato confessionale. Ugualmente la libertà di coscienza si realizza anche nel rifiuto verso ogni imposizione a non credere in alcuna religione, perché ciò non permetterebbe la libertà religiosa, come accade nell’ateismo di stato. Un’altra delle caratteristiche della laicità è la netta separazione tra sfera pubblica e sfera privata, tra chiesa e stato, come dice Locke, quando afferma che la prima si deve occupare della salvezza delle anime, mentre il secondo dei beni terreni. È il rifiuto della religione di stato ma anche di ogni privilegio per una religione rispetto alle altre, lo stato non può assumere un credo religioso come proprio altrimenti non garantirebbe più la libertà di coscienza di ogni individuo e tenderebbe inevitabilmente a confondere ciò che è peccato con ciò che è reato, basta guardare il caso della shari’a, che gli integralisti islamici mettono a fondamento religioso del diritto pubblico. La libertà di conoscenza e di ricerca scientifica è un altro dei connotati della laicità, a cui è strettamente legata la libertà di critica verso ogni forma di fondamentalismo e assolutismo sia esso religioso o ideologico. Ne discende il rifiuto di ogni forma di clericalismo cioè di uso politico della religione da parte delle gerarchie ecclesiastiche cattoliche e non, che non si limitano a rivendicare come è giusto la libertà religiosa, che nessun laico ha mai messo in discussione, ma pretendono il primato medievale della religione sulla società e sulla politica. Dicevo all’inizio che le vie della laicità sono diverse e si può già fare una distinzione tra coloro che vi arrivano tramite la razionalità, cioè come prodotto di scelte della ragione in genere fondate sull’ agnosticismo o l’ateismo come ad esempio Socrate, Kant, De André, Tenco e Vasco Rossi e tra coloro che vi arrivano tramite la religiosità, cioè come prodotto di uno spirito profondamente credente e religioso ancorché antidogmatico e antigerarchico come Gandhi, M.L. King e Capitini.

Le Vie Della Laicita Da Socrate a Don Gallo

13 Luglio 2012   |   filosofia e scienza   |