L’isteria e l‘ipocrisia dei catto-talebani

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Era ovviamente prevedibile che la sentenza della Corte di Appello Civile di Milano scatenasse le ire dei bigotti che governano ininterrottamente, senza soluzione di continuità, questo paese da tempo immemore a questa parte.

Alle reazioni catto-talebane, isteriche e di conseguenza ridicole, siamo abituati e ci abbiamo fatto il callo; non per questo però dobbiamo tralasciare di controbatterle punto per punto. Evidenziare l’ipocrisia (nonché la pochezza intellettuale) catto-talebana è un compito che nella sventurata Italia di oggi, provincia del Vaticano, è per lo meno doveroso. Non fosse altro che per lasciare la testimonianza ai nostri posteri che, per quanto la potenza catto-talebana all’apice della sua influenza economica e politica si sforzi, in realtà non riesca mai a tacitare le voci ad essa dissidenti neanche nel paese più succube del suo dominio.

Ritengo quindi doveroso ribattere per l’ennesima volta l’accusa di nazismo, anche vergognosamente esplicita, che viene fatta non solo ai sostenitori storici del diritto del morire, cioè i Radicali, l’Ass. Coscioni etc. ma finanche al padre di Eluana Englaro. Per i catto-talebani non c’è differenza fra Hitler che voleva sterminare tutti gli “esseri difettosi” e un padre pietoso che vorrebbe veder realizzato il desiderio di sua figlia di non essere mantenuta in vita artificialmente grazie alle macchine.

Inutile, ma necessario, rimarcare il fatto che per non vedere questa differenza bisogna essere o totalmente idioti, o totalmente in malafede, o accecati dai dogmi irrazionali di una fede malata.

Sempre doveroso inoltre sottolineare l’ipocrisia di quella parte politica, e di tutti i suoi sostenitori, che si preoccupa di seguire i dogmi della Chiesa Cattolica quando si tratta di prolungare l’agonia di una povera ragazza vittima di un incidente, ma poi se ne sbatte altamente quando si tratta di evitare  lo sterminio di centinaia di migliaia di civili in guerre a cui il loro tanto amato Papa era esplicitamente contrario.

Ma quello che più di ogni altra cosa resterà a testimonianza dell’abissale ipocrisia catto-talebana è l’atteggiamento di coloro che sostengono di essere contrari all’applicazione della sentenza in QUESTO caso perchè, udite udite, la volontà della ragazza non è chiaramente manifestata e “non ci si può fidare” delle testimonianze del padre e delle sue amiche.

Non basta quindi che questi cialtroni bigotti abbiano impedito con ogni mezzo e mezzuccio a loro disposizione di arrivare anche solo a discutere una legge sul Testamento Biologico nel nostro parlamento (ormai una succursale della CEI); ora ci dobbiamo anche sentir dire da questi sedicenti liberali che se ci fosse stato un Testamento Biologico allora se ne sarebbe potuto parlare!

Secondo i suddetti cialtroni, noi laici (i propriamente detti intendo, non i conversi di cui il parlamento è pieno) dovremmo restarcene in silenzio mentre loro gettano fango in maniera più o meno esplicita su Beppino Englaro e le amiche di Eluana che hanno testimoniato la sua volontà di non essere mantenuta in vita artificialmente. Semplicemente sentirsi dire che questo caso sarebbe diverso da quello di Welby perché non può essere stabilita la volontà diretta di Eluana è quanto di più offensivo si possa dire a suo padre e alle sue amiche.

È tutto sommato comprensibile che tali atteggiamenti vengano da coloro che una famiglia non ce l’hanno mai avuta (per loro scelta) e si limitano a ficcare il naso nelle famiglie degli altri dall’alto del loro abito talare; più sorprendente invece quando questi atteggiamenti arrivano da persone che una famiglia ce l’hanno… ma si sa, mantenerla la famiglia è difficile e schierarsi con sofistici arrampicamenti sugli specchi dalla parte dei catto-talebani per dar loro un appoggio laico (impropriamente detto) paga non bene, ma benissimo.

Non si capisce per quale motivo questo caso dovrebbe essere diverso da quello di Welby; solo perchè la richiesta è fatta per bocca del tutore legale di Eluana (il padre) e non direttamente da lei che è impossibilitata? Forse i sostenitori di questa risibile tesi dovrebbero riguardarsi cosa significa essere stati nominati tutori legali di una persona…

Incredibile poi l’ipocrisia nel sostenere che infilare un tubo nello stomaco di una persona per alimentarla forzatamente, e infilargliene un altro nei polmoni per ventilarla forzatamente non corrisponda ad un “trattamento sanitario”.

Chissà perché allora il “trattamento sanitario” in questione non è stato effettuato a Karol Woitla che con una semplice tracheotomia e la conseguente ventilazione forzata sarebbe potuto restare in vita probabilmente fino ad oggi. Forse in quel caso, chissà perché, la volontà di dio era diversa… noi poveri mortali che non sentiamo le voci nella nostra testa non potremo mai saperlo.

Fatto sta che comunque vadano le cose il “caso Englaro” un risultato l’ha ottenuto, ha costretto la sempre vaticanamente prona maggioranza clericale che governa il nostro paese a discutere in parlamento del tema “eutanasia”. Cosa che per decenni ha volutamente e deliberatamente ignorato, fino a che un giudice non ha pensato di riempire i vuoti legislativi semplicemente applicando l’art. 32 della nostra costituzione.

Ora  attenderemo (con poche speranze in realtà) quello che la succursale della CEI, ovvero il parlamento italiano, deciderà; qualche speranza in più la riponiamo nella Corte Costituzionale che difficilmente potrà accettare un vergognoso ribaltamento di una sentenza da parte del parlamento, che in questo caso diventerebbe un ennesimo grado di giudizio del nostro già complicato sistema giuridico.

Vedremo inoltre le laiche mosche bianche di questa maggioranza come si comporteranno e se potranno continuare a restare in una maggioranza chiaramente e sfacciatamente alle dipendenze di Bagnasco e company.

 

 

Alessandro Chiometti

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