Anche se non si sa se per via dei dentoni sempre in bella mostra, specialmente quando s’inalbera, o per quale arcana motivazione, il sottosegretario Carlo Giovanardi (con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile) riceverà lunedì prossimo nientemeno che il premio “Madonna del sorriso”.
E volete sapere da chi? Ma da lui in persona, vale a dire il Silvio nazionale (altro che Pellico!) in visita ufficiale a Molino Silla di Amelia, dove ormai il capo del governo è di casa per via dell’amicizia con Pierino Gelmini. Che, poi, l’ex don, sia al centro di una brutta vicenda giudiziaria non ancora conclusa non importa.
Quel che conta è farsi vedere lì. Già perché ad Amelia, all’insegna della slogan “Pane, mortadella e mele”, sono in corso i festeggiamenti per la fondazione della “casa madre” della Comunità Incontro.
D’altronde un premio per le sue posizioni equilibrate Giovanardi se lo merita di certo, nessuno può negarglielo. Basti, d’altronde, rivangare alcune sue uscite, dal reciso disappunto nei confronti delle adozioni da parte di coppie gay perché “fomenterebbero il mercato dei bambini” all’intenzione di introdurre una legge per impedire lo svolgimento di manifestazioni antiproibizioniste, dalla sortita su Stefano Cucchi
secondo cui il giovane arrestato perché in possesso di una modica quantità di “erba” sarebbe morto in carcere in quanto "anoressico, drogato e sieropositivo" (peccato che nel corpo del poveretto siano
state riscontrate inconfutabili tracce di lesioni, traumi e fratture!).
In fin dei conti, è altrettanto giusto che il premio gli venga consegnato proprio da quel Silvio Berlusconi che recentemente a Yaroslav, davanti ad un altro suo grande amico, tale Vladimir Putin da Leningrado (uno che di democrazia se ne intende, eccome, come dimostrano le tragiche fini in Russia di una quarantina di giornalisti tra cui Antonio Russo, corrispondente di Radio radicale ucciso nell’ottobre di dieci anni fa, Anna Politkovskaja, Serghiei Protazanov, per non parlare di Aleksander Litvinenko, l’ex spia del Kgb avvelenata con il polonio 210), ha affermato, con grande lungimiranza, che il problema della droga si risolve inasprendo le pene per i consumatori (sanzioni “forti”, magari tre anni…).
L’ineffabile Giovanardi, padre, vale la pena ricordarlo, della legge 49/2006 sulla droga (la cosiddetta “Fini-Giovanardi”), anche in questa circostanza, è scattato subito sull’attenti: “Berlusconi ha ragione”, ha detto, “è necessario aumentare il nostro livello di attenzione, incrementando tutti gli sforzi. Anche chi acquista e consuma sostanze psicotrope contribuisce a rendere più forti e agguerrite le organizzazioni criminali che gestiscono i traffici, per cui l’inasprimento potrebbe contribuire a scoraggiare questi comportamenti”. Anzi, è andato oltre: “Come già accade agli sportivi che vengono trovati positivi al doping, si sta pensando di precludere la partecipazione di artisti che facciano uso di droghe a spettacoli finanziati con denaro pubblico”.
Mele, sorrisi e mortadelle a parte, fa riflettere, però, che a rendere omaggio al controverso fondatore della Comunità Incontro, insieme a Silvio Berlusconi, ci saranno non solo il sen. Maurizio Gasparri, l’on. Rocco Bottiglione, l’on. Stefania Craxi, l’on. Mario Baccini, l’opusdeista on. Paola Binetti, il sen. Mauro Cutrufo, ma anche, per spirito bipartisan?, la presidente della Regione dell’Umbria, Katiuscia Marini, e il presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, Eros Brega. Tutti devoti alla Madonna del sorriso?
Francesco Pullia