Teleponte ha trasmesso da pochi minuti l'exploit di Don Franco Bottoni
e io, Antonietta Battelli, il dirigente scolastico che conduce alla
deriva la scuola rosetana, sono qui ad informarVi per smontare un
castello di bugie che non mi sarei mai aspettata fosse costruito da un
prete.
Il fatto: in data 29 maggio, in occasione di una manifestazione
sportiva in collaborazione con il CONI, è stato chiesto il campo
Piamarta per l'esibizione dei bambini. Al momento del saluto è stato
chiamato Don Franco…
…e non appena ha manifestato la sua intenzione di benedire i bambini e recitare una preghiera gli ho fatto presente, con garbata fermezza, che si trovavano tra noi alunni non cattolici. Alla mia osservazione il prete ha alzato il tono della voce imponendo, di fatto, a tutti la benedizione e la preghiera anche 'a nome del Dio non cattolico'. In silenzio ho atteso il termine della preghiera e a quel punto il prete, in preda ad uno stato di visibile agitazione, ad alta voce ed in modo provocatorio, ribadiva più volte che 'tanta ottusità deve finirÈ e che quello era il campo della chiesa. Dopo aver sottolineato, sempre a voce bassa, data la presenza degli alunni, dei genitori, delle insegnanti, del vicesindaco e dei rappresentanti del Coni, che il campo è stato costruito anche grazie a finanziamenti pubblici, ho salutato il prete e gli alunni e sono tornata in ufficio.
Le dichiarazioni rilasciate da Don Franco a Teleponte, invece, sono mendaci e di quanto affermo mi assumo la piena responsabilità.
Tali dichiarazioni sono state costruite per diffamare un dirigente scolastico fin dall'inizio dell'intervista: la Battelli sarebbe, per Don Franco,la dirigente che non voleva il crocifisso nelle aule (bugia n. 1). A suo tempo fu provato ampiamente da me e dall'intero Collegio dei Docenti che la questione del crocifisso non era mai stata sollevata.
Nel corso della preghiera e della benedizione è stato da me continuamente interrotto (bugia n. 2) ed ho manifestato il mio disappunto a voce altissima (bugia n. 3). Tali comportamenti non rientrano nel mio stile di vita, caratterizzato da estrema riservatezza e misura.
Per quanto concerne le farneticanti affermazioni circa la 'deriva' della scuola rosetana da me gestita e gli appelli alla popolazione ed ai 'partiti politici', faccio presente che giudico pericolosa questa 'crociata' populista intrapresa da Don Franco.
È una crociata pericolosa per una scuola in salute, dove genitori, insegnanti, istituzioni del territorio costituiscono una solida rete a sostegno della crescita dei bambini, ai quali si assicura piena accoglienza, attenzione alla loro formazione e soprattutto rispetto.
È una crociata pericolosa anche per la mia persona: i fanatici sono presenti dappertutto e additare un dirigente scolastico che si attiene alle leggi dello Stato come elemento perturbante di una comunità smuove l'emotività negativa dell'individuo con conseguenze imprevedibili.
Faccia attenzione, pertanto, Don Franco quando instilla il dubbio sul mio operato: un dirigente scolastico è in una posizione vulnerabile poiché non ha lo stesso potere di chi parla alla gente in nome di Dio. Come rappresentante dell'autorità religiosa locale, egli ha senza alcun dubbio il diritto di esprimersi su tematiche che riguardano la morale o il senso della vita e quanto dice dev'essere ascoltato con attenzione; tuttavia non ha il diritto di imporre attività di culto non richieste e non concordate preventivamente con gli organi collegiali.
Sarebbe stato apprezzato da tutti se avesse invece richiesto una conferenza stampa per lanciare i suoi strali contro chi fomenta guerre etniche e religiose, contro chi sfrutta donne e bambini, contro i mercanti di armi, contro chi abusa dell'infanzia, ma, in tutta sincerità, riunire giornalisti della carta stampata e due televisioni per tuonare contro un dirigente che tutela ogni alunno mi sembra soltanto smania di protagonismo.
Ribadisco, infine, che la gestione del 2° Circolo di Roseto non necessita di alcun dibattito : in esso è forte il senso della comunità e del rispetto verso tutti. Sono disposta a confrontarmi su questo, non su altro.
A chi giova la sua rozza crociata? Non alla Chiesa, il cui messaggio evangelico appare tradito nella sua essenza, ovvero nell'invito a conciliare la fede con il rispetto e l'amore per l'altro e la libera scelta individuale; non alla società, in un periodo in cui crescono intolleranza, egoismi e inutili guerre di religione; non alla tranquilla comunità rosetana che testimonia accoglienza e volontà di riconoscere e dialogare con l'altro e con il diverso. Ho poche certezze e, tra queste, che il Cristianesimo non si difende né con l'arroganza né incitando all'odio.
Antonietta Battelli, Dirigente scolastico 2° Circolo di Roseto degli Abruzzi.