Governa regioni, ha centinaia di deputati in parlamento, offre decine di migliaia di strapuntini di potere, di impieghi e impiegucci a uomini, ominicchi e a tanti quaquaraqua (ed equivalenti femminili) ma il Partito Democratico non esiste.
Nello specifico mi riferisco al caso drammatico di Eluana Englaro, sul mantenimento in stato vegetativo del povero corpo della quale la classe politica (per compiacere il Vaticano, ovvio) sta tenendo un comportamento analogo allo squadrismo.
Chi scrive non prende alla leggera il problema, e come per Piergiorgio Welby, non pensa che ci siano soluzioni facili né ovvie a questioni così drammatiche concernenti l'essenza della nostra modernità.
Resto del tutto sconcertato nell'apprendere la decisione del PD di astenersi nel merito del conflitto creatosi tra Parlamento e Cassazione che è in realtà un conflitto non di attribuzione ma tra chi vuole permettere una scelta (la Cassazione) e chi (il Parlamento) invece vuole -impedendo di scegliere- prolungare indefinitamente l'agonia e compiacere così l'altra sponda del Tevere.
Neanche sottotraccia resta il conflitto tra laici e teocons del PD che la pensano all'opposto su quasi tutto e il prodotto è quest'astensione laddove lo stato di diritto (non la mera laicità) viene difeso solo da Antonio di Pietro e dai radicali.
C'è quasi da gioire che governi Silvio Berlusconi. Un PD incapace di scegliere su qualunque questione etica semplicemente non è abile a governare e si condanna da solo a una novella Conventio ad excludendum. Ma un partito incapace di scegliere esiste?