Per essere sinceri quando arrivano i mondiali o gli europei ci piacerebbe una volta tanto prenderci un mese di vacanza dal pensare e apprezzare solo i gol, le traverse, i rigori e gli spunti più o meno atletici dei protagonisti in mutande che corrono dietro un pallone. Ma il fatto è che non c’è niente di meglio che una fase finale di un importante competizione continentale o mondiale per svelare le ipocrisie di tutti: organizzatori, partecipanti, commentatori improvvisati.
Euro 2012 in tal senso resterà memorabile per i tanti episodi che ne connotano il carattere fortemente ipocrita che rende impossibile guardare le partite senza provare quell’insopportabile retrogusto amaro.
C’è solo l’imbarazzo della scelta sull’atteggiamento da stigmatizzare per primo. Non possiamo non cominciare dagli oltre ventimila randagi (cani e gatti) che in Ucraina sono stati abbattuti barbaramente a fucilate per strada onde evitare fastidi ai turisti. Nonostante tutte le denunce fatte e le promesse in tal senso nessuna squadra ha ritenuto opportuno neanche esporre il lutto in segno di protesta verso l’azione irresponsabile del governo ucraino che è evidentemente ignaro delle politiche di contenimento del fenomeno del randagismo.
Qualcuno dice che questo problema è stato tirato fuori per oscurare il dramma della prostituzione e degli orfanotrofi ucraini; sinceramente non capiamo perché i diritti degli animali debbano essere sempre contrapposti a quelli degli uomini.
Del resto che l’Ucraina sia un paese “parzialmente libero” non lo scopriamo noi ma lo dice da tempo insospettabile la Freedom House; se una protesta formale si voleva mettere in atto contro le torture subite in carcere dall’ex leader Tymoschenko non può essere certo blanda e con l’uso del ridicolo del “se” come quella fatta in questi giorni il ministro Gnudi che si accoda al misero boicottaggio istituzionale messo in campo da Francia e Inghilterra . «Se incontreremo l’Ucraina sul campo non manderemo esponenti di governo alla partita» a questa minaccia che fa tremare i polsi il ministro italiano ha aggiunto «forse!»”… si mormora che il governo Ucraino stia assoldando il grande capo Estiqatzee per rispondere con la giusta preoccupazione a questi boicottaggi.
Ma ovviamente poi c’è l’Uefa dalle mille belle parole e dai zero fatti concreti a fare la parte del leone. Ricordate le belle parole di Platini e dei suoi predecessori contro il razzismo nel calcio e con le millantate punizioni esemplari nei confronti di atteggiamenti razzisti dei tifosi? Ecco, ricordatele bene perché come al solito non sono applicate.
Nei giorni scorsi ultras polacchi hanno aggredito verbalmente i giocatori di colore dell’Olanda durante gli allenamenti, nella partita Russia – Rep. Ceca il giocatore ceco di origine etiope Gebre Selessie è stato oggetto di numerosi “buu” razzisti, i supporters croati hanno sparato tranquillamente ogni tipo di fumogeno durante la partita (e voi provate ad entrare allo stadio con un accendino se ne avete il coraggio). Il tutto sotto gli occhi attenti dei commissari Uefa che hanno dichiarato formalmente «tutto va ben, madama la Marchesa».
Poi ci sarebbe il solito Stormfront, sito nazifascista italiano, che nei giorni scorsi ha tirato fuori l’invidiabile scoop che i genitori adottivi di Balotelli erano ebrei e per questo motivo lui si è trovato bene ad Aushwitz… ma per stimolare il vomito basta già la strage dei randagi.
Buon europeo e non dimenticate il maalox.
Alessandro Chiometti