MIRACOLO A SANT’ANNA di Spike Lee

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Cos'è questo? Un film di Spike Lee? Ma no, deve esserci un errore…
Spike Lee? Volete dire Shelton Jackson Lee? Il regista di capolavori
come Clockers, Malcom X, Summer Of Sam, La venticinquesima ora, Fà la
cosa giusta, He got game, Inside Man? Colui che meglio di tutti gli
altri ha saputo raccontare il razzismo e l'inquietudine americana degli
ultimi trent'anni? Ma stiamo scherzando? Questa schifezza è un film di
Spike Lee? Non ci credo, voglio le prove.


Lasciamo stare le penose dichiarazioni di Spike Lee sulla resistenza degne di un neofascista qualunque, capita a tutti che dopo troppe interviste e parlando di ciò di cui non si ha la minima conoscenza si possa dire qualche enorme fesseria. I partigiani colpivano e scappavano, e quindi? Ovvio che un newyorchese non sappia cosa vuol dire essere occupati militarmente da un nemico in forte predominanza di uomini e mezzi e che quindi l'unica alternativa al "colpire e scappare" è subire passivamente l'occupazione senza muovere una paglia.

Ma ripeto, lasciamole perdere queste dichiarazioni, anzi non gli diamo troppo peso è chiaro che Spike Lee ha preso un abbaglio o non sa di cosa sta parlando. Chi riprende queste dichiarazioni per lanciare l'ennesimo attacco alla memoria della resistenza si commenta e si qualifica da solo.

Parliamo del film invece.

Il film NON parla male della resistenza e NON riprende le tesi neofasciste sulla vigliaccheria e l'inopportunità dell'azione partigiana. Il film NON è una critica alla resistenza. Il film NON è in alcun modo revisionista.

Il film, per dirla alla Fantozzi, è semplicemente una cagata pazzesca.

Iniziamo dagli errori macroscopici.

Quattro militari neri americani impegnati sul fronte italiano soccorrono un bambino trovato in una capanna bombardata in toscana, ovviamente il bambino parla un inglese perfetto visto che tutti e quattro capiscono perfettamente quanto sta dicendo. Il bambino è moribondo, anzi quasi morto e per la precisione in stato di incoscienza, il "gigante di cioccolato" buono lo coccola e lo accudisce con tenerezza… poi i suoi compagni gli dicono "muoviamoci" e nella scena dopo il bambino saltella come un capriolo fra le vette dell'appennino… poi giungono al villaggio e dicono agli abitanti (che anche loro capiscono perfettamente il loro slang americano, come noto nel 1944 l'appennino toscano era un hot spot multirazziale) "abbiamo un bambino malato" ed ecco riportato a braccio il bambino di nuovo incosciente.

Il comando alleato ha le foto aeree della preparazione di una controffensiva nazista, testimoniata dall'enorme accumulo di truppe sul fronte, ha le informazioni date dai partigiani che confermano la preparazione di una controffensiva, ma tutto ciò non basta. Il comandante in capo alleato ordina ai quattro poveracci dispersi oltre la linea del fronte di catturare un tedesco che confermi la controffensiva… ah quale genialità, è ovvio che un qualunque prigioniero tedesco sappia perfettamente le intenzioni dell'alto comando nazista… ed è così importante che un prigioniero tedesco confermi le foto aeree che basta che giunga la notizia che i quattro ne abbiano uno consegnato dai partigiani per far smuovere l'alto comandante delle truppe alleate che per interrogare il tedesco si reca in jeep, attraversando le linee nemiche, al villaggio dove si trovavano i quattro. Roba che Harry Potter è più verosimile…

Se poi vogliamo allargare il discorso e parlare di tutte le situazioni improbabili del film occorrerebbe un trattato… ma attenzione non mi riferisco alle "coincidenze" che sono alla base della trama, quelle paradossalmente sono la parte bella del film. Mi riferisco alle "piccole cose" che quando sono raccontate fanno intuire la differenza se una storia è vera o è falsa. Ad esempio è assolutamente ridicolo pensare che un soldato americano poteva andarsene in giro durante la battaglia con la testa di un monumento di marmo legata con una retina al suo fianco, è assolutamente improbabile che nel 1944 una ragazza si spogli nuda in mezzo alla strada per stendere i panni, è assolutamente improbabile che nel 1944 un'abitante italiana dica "Sono tre anni che vi stavamo aspettando a voi americani"… dal 1941? Quando Hitler e Mussolini erano avviati a vincere la guerra lampo questa aspettava la liberazione americana?

In conclusione, un film fatto da chi evidentemente non ha la minima idea di quello di cui sta parlando. Infatti gli unici pezzi credibili del film sono quelli in cui il buon Spike parla di razzismo, cosa che gli è più congeniale.

Il resto è solo un lungo spot di improbabili miracoli, di baci al crocifisso che non hanno aiutato i 560 abitanti di Sant'Anna di Stazzema (e anche questa è una delle tante imprecisioni del film, sarebbe da chiedersi come mai l'eccidio è mostrato in dimensioni molto ridotte, gli abitanti trucidati nella pellicola sono si è no un centinaio) e di baci al crocifisso che aiutano quarant'anni dopo il protagonista ad essere salvato dalla condanna per omicidio.

Forse l'ennesima dimostrazione che il buon dio si occupa delle piccole cose e ignora i massacri di centinaia di persone?

In conclusione, un film pensato male e riuscito peggio. Non ho la minima intenzione di verificare se le imprecisioni sono presenti anche sul romanzo da cui è stato ispirato, certo è che resta da chiedersi come è possibile che uno dei più importanti registi contemporanei commetta una sequenza di errori tale che non sarebbe ammissibile neanche in un film dei Vanzina. Pagare un consulente storico sembrava brutto?

Miracolo a Sant'Anna di Spike Lee

9 Ottobre 2008   |   articoli   |   Tags: