Che gli eugubini fossero tutti matti è cosa nota e arcinota. Che fossero anche clericalisti giunge nuova.
Gubbio, comune della provincia di Perugia – Umbria, 33mila abitanti circa, nota industrialmente per i colossali cementifici, nota culturalmente per la famigerata “corsa dei ceri”, nota al popolo televisivo per essere il paesino della celebre serie di Don Matteo.
Politicamente è stato il comune più grande mai amministrato interamente da Rifondazione Comunista che ha costretto DS e Margherita per dieci anni all’opposizione insieme alla destra. Come dicevamo, che a Gubbio siano tutti matti è cosa nota.
Dopo dieci anni in cui le bandiere rosse hanno fatto da padrone, le logiche delle primarie e del “fronte democratico” contro il male assoluto hanno consegnato la città a una guida più soft, più politically correct, più presentabile. Un fidato amico di Matteo Renzi, ovvero il nuovo che avanza (e che fa rimpiangere il vecchio ndr) Diego Guerrini, appoggiato dai cosiddetti “cattolici democratici” vince prima le primarie di coalizione (fra mille polemiche) e quindi le elezioni nel 2011. Oggi vediamo i frutti di cotanta democraticità, con un colpo di spugna i cattolici del PD (tra cui ovviamente il Sindaco Guerrini) appoggiano una mozione della destra che cancella il “registro comunale delle coppie di fatto” istituito nel 2002 da quei mangiabambini di Rifondazione Comunista.
Applausi scroscianti da destra e dall’UDC, reazioni disgustate dalla sinistra e dai laici del PD che arrivano a scomodare le figure nazionali di Paola Concia e Aurelio Mancuso che invocano l’intervento di Bersani a riportare l’ordine (come se mai ci fosse stato) nel partito. Il nuovo che avanza, cioè l’amico di Renzi sindaco di Gubbio, si precipita a dichiarare che: «A tutti chiedo il rispetto della libera e autonoma discussione e votazione del consiglio comunale di Gubbio su un tema che non può, per chi si definisce laico e democratico, essere considerato oggetto di vincolo partitico o di coalizione […] Quanto al Pd spero che un partito libero, democratico, laico possa essere realmente tale rispettando anche coloro che in coerenza con i valori della laicità delle istituzioni sono portatori di cultura e scelte semplicemente amministrative che non possono invece essere considerate come lesa maestà» .
Sappiamo che è come sparare sulla croce rossa ma non possiamo esimerci dall’esternare le seguenti considerazioni.
L’ignoranza del significato della parola laicità in costui è tale da non sapere che il fatto che un provvedimento sia stato deciso a maggioranza non vuol dire che sia laico. Un provvedimento laico è un provvedimento che rispetta i diritti di tutti mentre il provvedimento del consiglio eugubino torna a discriminare le minoranze sia omosessuali sia eterosessuali contrarie al matrimonio. Quindi è un provvedimento di natura integralista che tende a riaffermare le convinzioni etiche della presunta maggioranza a discapito delle minoranze.
Sul fatto che sia democratico consigliamo al Sindaco, esponente del nuovo che avanza, prima di usare parole troppo grosse per lui, di rileggersi le lezioni di Tocqueville sulla natura della democrazia e le differenze far questa e fra la dittatura della maggioranza.
Politicamente non capiamo perché i temi etici non possono essere sottoposti a vincoli di coalizione, forse un eletto con i voti della sinistra può infischiarsene della volontà degli elettori che l’hanno votato sulla base di un programma se il tema è eticamente sensibile? A ben poca cosa si riduce cosi la politica.
Concludiamo ricordando che l’anomalia di una forte presenza dei “cattolici (sedicenti) democratici” nelle giunte delle ex zone rosse (vedere lo scandaloso comportamento del consiglio comunale di Terni nell’affossare il Testamento Biologico) è uno dei tanti frutti avvelenati della fusione a freddo fra DS e Margherita che ha sfornato questo ibrido impresentabile incapace di prendere una qualsivoglia decisione non solo sui temi etici.
Alessandro Chiometti