Ci segnalano questa incredibile serie di farneticazioni preoccupanti sul sito TecnicaDellaScuola.it in una serie di (per ora) tre lettere che descrivono bene il clima di restaurazione in atto nel nostro paese e l’attenzione che i movimenti anti-scelta riservano al mondo della scuola.
Il tutto ha inizio con questa lettera a firma Daniele Orla che fin dal titolo chiarisce bene la violenza semantica e verbale dell’autore. “Studentesse (magari minorenni) che restano incinte, che fare?“.
Il “magari” già fa capire che l’individuo, dichiaratosi insegnante (di che cosa?) poteva anche chiosare con “che roba Contessa!“. Invece no, sceglie il leninista “che fare” aggiungendoci un inutile punto interrogativo. Inutile perché il Daniele non ha mica dubbi, solo dogmi e certezze.
Quindi leggiamo che “Nella mia carriera d’insegnante mi sono imbattuto in un paio di studentesse ancora minorenni rimaste involontariamente incinte[…]“.
E qui spicca subito la grande sensibilità del docente! “Un paio”, si è così tanto preoccupato di queste povere studentesse minorenni che non ricorda neanche il numero esatto. Un paio, due? tre? quattro? O forse, dato che magari non insegna una materia scientifica, il Prof. Orla conosce solo i termini “uno” e “più di uno” come alcune tribù isolate dell’Amazzonia? Non ci stupiremmo vista la situazione in cui è ridotta la scuola di oggi.
Transeat, perché adesso l’individuo scrivente espone la sua grande umanità.
“L’aborto è un omicidio? Sì, perché si toglie la vita ad un essere umano anche se ancora in formazione.”
Quindi essendo ancora in formazione non è un omicidio, ma un aborto per l’appunto. Anzi, per usare correttamente la lingua italiana si chiama Interruzione Volontaria di Gravidanza, il termine aborto infatti riguarda anche quelli spontanei che avvengono nel 20% del totale delle gravidanze.
“E’ una vigliaccheria? Sì, perché il condannato non ha fatto nulla per meritare la sentenza di morte e non può neanche difendersi, mentre invece un assassino già nato e cresciuto, benché colpevole, può difendersi e per mal che gli vada si becca al massimo l’ergastolo”
Speriamo che il Prof per lo meno non insegni logica… ma ad ogni modo ricapitoliamo: “un paio” di studentesse minorenni involontariamente incinte si sono trovate di fronte un loro insegnante che le ha accusate di omicidio e di vigliaccheria nel caso avessero seguito il consiglio (magari dei genitori) di abortire. E questo insegnante ha anche la faccia tosta di confessarlo pubblicamente in una lettera. C’è qualcuno che può intervenire nella scuola del Prof. Orla? Sarebbe il caso, grazie.
Non è finita! Il Prof. espone la sua geniale soluzione salvifica: in sintesi partorire (tanto nove mesi di gravidanza mica se li fa lui, e non è neanche lui a rischiare le complicanze del parto) e lasciare il neonato in completo anonimato della partoriente alla ASL.
Ah, quanto è grande l’amor cristiano!
Al di la’ del fatto che si sa quanto sia reale poi questo “anonimato” (leggere l’assurda cronaca recente di chi ha avuto la malsana idea di usare le ripristinate rote medievali ritrovandosi poi su tutti i giornali con foto e filmati rubati), ci scommettiamo che lo scrivente sia anche uno di quelli che si battono tanto contro la Gestazione per Altri Solidale; magari usando l’argomentazione che al neonato mancherebbe la partoriente.
Ma del resto che la mente del nostro non sia mai stata sfiorata dalla logica lo dimostra il suo vantarsi in dialettica:
– Ricordo che anni fa mi confrontai su questi temi con un abortista convinto. A un certo punto gli domandai:
“Se tua madre avesse abortito quando aspettava te, tu non saresti nato”;
“Certo che no”;
“E allora perché non ha abortito???”
Preso in contropiede, il mio interlocutore rimase ammutolito! –
Tra il paio di studentesse e un interlocutore così incapace di argomentare possiamo solo pensare che il nostro abbia tanta fantasia. Comunque, per amor di interlocuzione: da pro-scelta convinti (nessuno è un abortista, perché nessuno a differenza di Daniele Orla e degli integralisti come lui vuole convincere altri dei propri dogmi) è facile rispondere che in primo luogo, nostra madre ha fatto una scelta (scelta per l’appunto) che va sempre rispettata e non è ben chiaro di quale titolo lui abbia per chiacchierarne, e che in secondo luogo tante persone avrebbero voluto che la madre di Hitler, tanto per fare un esempio, avesse abortito per tempo.
Non vorremmo leggere altro per amor della ragione umana, ma purtroppo il nostro propone il gran finale della sua lettera. “[…]ogni bambino non nato è un mancato futuro studente (il calo delle nascite inciderà prima o poi anche sul numero di chi va a scuola) – è evidente che da bravo docente abbia il terrore di perdere il posto – e più in là un mancato lavoratore quindi un mancato contribuente per lo Stato. Pensiamoci.”
Ci pensiamo, e riteniamo di non doverlo mettere al corrente dei nostri pensieri su di lui perché abbiamo ricevuto un’educazione decente dai nostri genitori.
Ma non finisce qui… sappiamo che si muovono in branco gli integralisti anti-scelta, infatti ecco che arriva sullo stesso sito l’appoggio esplicito di Maria Cariati, membro del Comitato Prolife Insieme, come si firma lei stessa.
Oltre ad annotare l’ennesimo nome diverso di un comitato anti-scelta (cosa che ci fa tornare in mente l’irrisolto dubbio: viste le percentuali da prefisso telefonico che prendono ogni volta che costoro provano a partecipare ad un’elezione, sono di più questi comitati o i loro iscritti?) è subito evidente la lucidità e l’onestà intellettuale del “membro”.
In questo ambito, è molto raro trovare chi si ponga a difesa della vita poichè, a queste latitudini impera un laicismo quasi generalizzato, perciò sono rimasta piacevolmente impressionata apprezzando sia il coraggio, sia il tono leggero ma deciso e chiaro con i quali il docente abbia espresso un concetto di verità.
Minchia! “Un concetto di verità” mica pizza e fichi, come si suol dire.
“Uno” giustamente, perché le verità sono molteplici come dimostrano queste poche righe. La signora infatti dichiara di vivere, poverina, in latitudini che hanno un contesto di laicismo generalizzato. A questo punto siamo curiosi e dallo statuto del comitato in oggetto apprendiamo che questo: “Ha sede a Varese […] presso il Movimento e Centro di aiuto alla vita di Varese”
Incredibile, in profonda Lombardia, culla di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere c’è un laicismo quasi generalizzato. E Don Mercedes muto, verrebbe da dire.
E si sa che in questi contesti laicizzati succede di tutto come, con estremo sprezzo del pericolo e mirabolante dimostrazione di coraggio, la signora Maria denuncia!
“Nelle nostre scuole, avanza sempre più una mentalità positivista”.
Oh per dindirindina signora mia, ma da quando? Non ci dica che questi sconsiderati hanno messo nelle scuole anche quella diavoleria dell’energia elettrica!
“Nella fattispecie, alla scuola secondaria, i ragazzi già dal secondo anno vengono guidati in percorsi che vedono il coinvolgimento in uscite allo Spazio Giovani, dove, senza troppi preamboli, vengono illustrati loro tutti i metodi anticoncezionali”.
Oh noooo! E adesso chi glie lo dice alla cicogna?
“E in casi estremi (gravidanze indesiderate), indicato l’aborto come rimedio efficace, sicuro quanto rapido per risolvere la situazione”. L’aborto come metodo contraccettivo? Dica la verità signora, ma lei lo ha sentito di persona o glie l’ha detto suo cuggino o magari il prete del quartiere?
“Non viene di certo detto ai ragazzi che una IVG è un intervento, farmacologico o chirurgico, pensato per eliminare la vita di un essere umano.” Eh no che questa falsità non gli viene detta… per sentire questo tipo di balle i ragazzi devono aspettare id incontrare il vostro comitato.
Comunque egregia signora, se le interessano altre latitudini, la informiamo che in Arabia Saudita troverà molti pensieri a lei affini.
Come dicevamo gli integralisti sciamano sulla rete e del resto non c’è due senza tre! Così arriva ad intervenire addirittura Vittoria Criscuolo niente di meno che vicepresidente del comitato Prolife Insieme di cui la signora Maria era solo un umile membro.
Ci informa subito che da docente non le è mai capitato di incontrare studentesse minori incinta (deo gratias…) ma da attivista anti-scelta sì! Cribbio è lì per quello, del resto! Quindi come esplica la sua attività la vicepresidente con le sventurate la vicepresidente?
Fase uno: balle antiscientifiche.
“[…]l’embrione non è un grumo di cellule ma un essere vivente appartenente alla specie umana” Praticamente la vicepresidente è rimasta all’homuncolus degli alchimisti, mai sentito parlare di morule e blastocisti vero? Ah già nella bibbia non sono nominate, ci scusi.
“L’aborto altro non è se non un procedimento che interrompe la vita del bimbo, il suo battito del cuore, presente a 20 giorni, quando la madre ancora non sa di essere incinta. Questi sono i fatti.”
Fatti? La lingua italiana non è un opinione si parla di bimbi dopo la nascita prima si parla di embrioni (fino alla 9a settimana) e successivamente di feti per motivi più che ovvi (leggi vita non indipendente, legata in unicum consanguineo alla madre). Che il cuore sia presente dopo venti giorni (24 in realtà) non vuol dire nulla, visto che di certo l’embrione di 24 giorni fuori dall’utero materno non sopravvive. Ma si sa, pensare a un omino piccolo piccolo che parla con la voce di Fantozzi fa tanta tenerezza, nevvero?
Fase due: balle legali.
ho prospettato le varie possibilità legali per non commettere l’omicidio del bimbo.
Le espongo qui:
1) portare a termine la gravidanza, tenere e riconoscere il bimbo (anche in assenza di un padre disponibile a fare altrettanto);
2) ricevere il sostegno (economico e psicologico e medico)dei centri di aiuto alla vita presenti in tutta Italia;
3) partorire in ospedale e affidare al tribunale l’adozione per vie legali;
4) extrema ratio, partorire e lasciare il piccolo in una culla per la vita, presente presso diverse strutture ospedaliere.
Questa docente (chissà di cosa) va in giro a parlare di metodi legali per non commettere l’omicidio del bimbo. È chiara la situazione? È abbastanza chiaro il danno causato da gente che avrebbe bisogno di aiuto psicoterapeutico va invece in giro a parlare a ragazze minorenni incinta di inesistenti omicidi e di conseguenze legali?
Per il resto, oltre a rilevare la solita schizofrenia di queste persone che si dannano per far fare bambini a chi non li vuole, prospettandogli di darli via come pacchi dono alla medievale rota degli esposti, ma chissà perché poi non vogliono permettere di farli a chi li vorrebbe negando le tecniche della PMA; c’è da sottolinearne anche l’ipocrisia visto che non accennano minimamente alla difficoltà di crescere figli da soli in Italia con contributi che non bastano neanche per il primo anno di pannolini, o dei lavori a cui le SantaMariaGoretti di turno dovranno rinunciare, dell’impreparazione psicologica di ragazzine adolescenti ad essere già madri.
E se queste ragazzine incinte fossero frutto di violenze? Ne vogliamo parlare?
E se è una gravidanza a rischio? Ne vogliamo parlare?
Macché. Basta che nascano i figli, poi ci pensano gli orfanotrofi. Magari gestiti dai preti e dalle suore, così tutto torna.
Spesso chi si mette di traverso sono i genitori e alcune volte i servizi sociali.
Ma come? I genitori si mettono di mezzo? Ma voi non eravate per la famiglia, scusi? E voi volete dare una minorenne consigli migliori di quelli della famiglia? E certo poi i servizi sociali sono cattivissimi, mica sono fanatici integralisti come voi.
E andiamo al gran finale!
Sono fermamente convinta che la letteratura sia il mezzo privilegiato per far scoprire alle giovani generazioni la bellezza della vita, il rispetto di sé, della vita nascente, dell’amore inteso come grande valore: quanto ci insegnano poeti e scrittori ! Omero, Saffo, Seneca, Dante, Shakespeare, Manzoni… per citare i primi che mi vengono in mente
Ecco, meglio fermarsi qui. In una filippica antiabortista citare poeti dell’antica Grecia quando è ben noto come selezionavano i figli più forti è di pessimo gusto. Seneca poi è piuttosto chiaro: “Soffochiamo i nati mostruosi, anche se fossero nostri figli. Se sono venuti al mondo deformi o minorati dovremo annegarli. Dante poi era un tomista e com’è ben noto San Tommaso d’Aquino ammetteva l’aborto fino all’ottavo mese di gravidanza perché, secondo lui, l’anima umana arrivava nel feto per ultima; all’inizio ci sarebbe stata solo quella vegetale a cui poi seguiva l’inserimento di quella animale dopo qualche mese.
Ci fermiamo qui, per laica pietà verso chi non sta bene.
“Il docente ha un mondo infinito da offrire”
Grazie, ma anche no. Si limiti ai programmi ministeriali su queste faccende, che è meglio.
Alessandro Chiometti