Non uccidere? (Pia Fraus parte VII)

Pubblicato da

Tutte le 52 imprese guerresche di Carlo Magno sono definite guerre sante, compresa la strage di 4.500 sassoni prigionieri che nel 782 furono sgozzati perché si rifiutarono di convertirsi alla religione cattolica e la Chiesa ribadì per tutto il medioevo che la partecipazione ad una guerra santa avrebbe garantito la salvezza eterna a chi fosse morto per la santa causa. Lo fece Leone IV, papa e santo in una “Preghiera a Dio” nell’849 “ L’Onnipotente sa bene, qualora uno di voi dovesse perdere la vita, che egli è caduto per la fede e per la salvezza della sua anima”…templari spada e croce…e altrettanto promise papa Giovanni VIII nell’878 in una lettera ai vescovi francesi: “ Noi osiamo rispondere che coloro che cadono sul campo di battaglia per la religione cattolica entreranno nel riposo della vita eterna combattendo contro i pagani e gli infedeli”. (15)

La gloria e la salvezza eterna derivanti dalle guerre sono motivi ricorrenti in prediche, pontificali, preghiere di teologi e santi : un esempio eclatante è

l’ “ Enciclica” di papa Sergio IV del 1010 : “ Venite, figli miei! Difendete Dio ed avrete il regno eterno!”. La 1° crociata prese il via dall’ infiammato discorso di Clermont di papa Urbano II nel 1095: “ Chiunque lascerà il padre, la madre o la moglie o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e possiederà la vita eterna!”. Quali orrori si celassero dietro queste divine promesse la Chiesa non lo dice ma sappiamo che prima di arrivare in Palestina i crociati massacrarono solo in Germania ( Magonza, Colonia e altre città) 50.000 ebrei lungo il percorso, tanto per allenarsi, e una volta conquistata Gerusalemme così descrisse la scena il cronista Raymond d’Aguilers: “ Cumuli di teste, di mani e di piedi si potevano scorgere per le vie della città…nel tempio e nel portico di Salomone gli uomini cavalcavano nel sangue fino alle ginocchia e alle briglie dei cavalli. I pellegrini esultavano e cantavano al Signore il nono salmo”. Si calcola che i morti per la sola prima crociata fossero più di un milione. San Bernardo di Chiaravalle così si esprimeva nel “ De laude novae militiae” : “ Non c’è legge che proibisca al Cristianesimo di colpire con la spada. Quanto ai pagani invece che convertirli è molto meglio massacrarli: subire o portare la morte per Cristo non è mai un crimine, è ragione di gloria!” Papa Alessandro III nel canone 27 del Concilio Lateranense del 1179 incitava alla guerra contro i baschi con queste parole : “ Coloro che moriranno in questi combattimenti non dubitino di ottenere la remissione dei peccati e il frutto dell’eterna ricompensa”. Nel 1204 , quando i veneziani dirottarono su Costantinopoli la quarta crociata diretta in Terrasanta, papa Innocenzo III ribattezzò anche quella come guerra santa, voluta da Dio per mettere fine alla divisione della Chiesa d’Oriente:” La presa di Costantinopoli non fu un caso fortuito ma un mistero rivelato dall’alto decreto divino nell’opera dei crociati affinché in futuro potessero esistere un solo ovile di Cristo e un solo pastore”. Per il santo padre era del tutto irrilevante che il sacco della città non avesse paralleli nella storia per le atrocità commesse verso una popolazione anch’essa cristiana, con decine di migliaia di stupri , di saccheggi e di massacri durati tre giorni durante i quali la città venne letteralmente distrutta.

La guerra santa contro gli infedeli era parallela a quella contro gli eretici: a farne le spese furono catari, valdesi e stedingi contro i quali si scatenò per primo San Domenico di Guzman, il fondatore dell’ordine dei domenicani, il quale così si lanciava contro i catari nel “Discorso di Prouille”. “Mi rivolgo a voi albigesi: ora chiameremo a raccolta contro di voi condottieri e vescovi che causeranno la morte violenta di molte persone, abbatteranno le vostre mura e vi ridurranno tutti in schiavitù”. Alle parole del sant’uomo seguì la guerra santa ordinata da papa Innocenzo III nella “ Lettera” del 10 Marzo 1208 nella quale invitava i responsabili della spedizione: “ad annientare la miscredenza eretica , i sovvertiti e i sovversivi. A tutti coloro che si armeranno contro questi portatori di peste sarà garantita la remissione dei peccati. Avanti, valenti soldati di Cristo! Noi vi esortiamo garantendovi la conquista del regno celeste che vi promettiamo con tutta sicurezza!” La crociata durò 18 anni durante i quali morirono circa 700.000 persone ma la Chiesa non ha mai avuto problemi al riguardo, potendo contare su una collaudatissima scuola di ipocrisia, tanto che papa Leone XIII, nel 1883, nell’enciclica “ Supremi apostolatus” ancora così affermava: “Contro siffatti nemici crudelissimi Iddio suscitò un santissimo uomo, padre e fondatore dell’ordine domenicano, che prese a combattere per la Chiesa non con le armi ma con la preghiera che egli per primo introdusse con il nome di santo rosario”.

 

La guerra giusta

La guerra giusta fu ulteriormente codificata dal massimo teologo della cristianità, Tommaso d’Aquino, (16): “ Coloro che fanno delle guerre giuste hanno di mira la pace e se fanno il saccheggio dei nemici non commettono rapina). Coloro che affermavano il contrario erano considerati eretici come accadde a John Wyclif che sosteneva:” Chi impugna le armi per uccidere un altro uomo perde il dono della carità per il suo prossimo e cade in peccato mortale”(17): per punirlo di tale eresia, non potendolo bruciare sul rogo essendo già morto, i suoi resti vennero riesumati ,bruciati e dispersi in un fiume.

La dottrina della guerra giusta fu recepita nel “Catechismo Romano” approvato da papa Pio V, santo, che così recitava: “ Non peccano coloro che in occasione di una guerra giusta tolgono la vita ai nemici. Vi sono anzi delle uccisioni compiute per espresso comando di Dio. I figli di Levi non peccarono quando in un giorno uccisero migliaia di uomini: Mosè disse loro : Oggi avete consacrato le vostre mani a Dio”. Si tratta dello stesso papa che, quand’era ancora cardinale col nome di Antonio Ghislieri, ordinò e diresse, nel 1561, il massacro di 6000 valdesi rifugiatisi in Calabria e che così sollecitò il re di Spagna Filippo II in una lettera del 1570: “ Riconciliarsi mai, non mai pietà; sterminate chi si sottomette e chi non si sottomette, perseguitate ad oltranza, uccidete, ardete , tutto vada a fuoco e a sangue purché sia vendicato il Signore!”. Ed un teologo di massima fama, come Alfonso Maria de’ Liguori, giustifica l’omicidio anche nella guerra “dubbiamente” giusta:

E’ lecito uccidere i nemici nella guerra giusta ed anche dubbiamente giusta se si tratta di ubbidire al proprio monarca”. (18)

La pena di morte era irrogata regolarmente nello Stato della Chiesa : il noto boia Mastro Titta scrisse di circa 400 uccisioni operate nella sua carriera con le modalità previste dalle autorità religiose : lo squartamento, la mazzolatura, l’impiccagione e la ghigliottina: gli ultimi due martiri risorgimentali furono uccisi per ordine di Pio IX nel 1869.

Non sapremo mai quante persone furono bruciate sul rogo durante il periodo della Santa Inquisizione né quante morirono per le torture e le sofferenze imposte durante i processi: le autorità religiose hanno provveduto nel tempo a bruciare e distruggere gran parte dei documenti processuali: per avere una pallida idea si sappia che il solo Torquemada, nella Spagna del XVI secolo, si vantava di aver intentato 100.000 processi e noi sappiamo che raramente accadeva che qualcuno vi scampasse.

Per quanto riguarda i roghi delle presunte streghe la cui caccia fu bandita ufficialmente da papa Innocenzo VIII nel 1484 con la bolla “Summis desiderantes affectibus” e durata per tre secoli si può dire che i magistrati regolarmente bruciavano i documenti processuali sullo stesso rogo su cui bruciava la strega per cui i numeri possono desumersi da documenti di archivio o da relazioni diverse. Chi ha esplorato documentatamente il fenomeno parla di circa mezzo milione di povere vittime (19)

Invano si cercheranno negli archivi vaticani documenti papali, come encicliche, motu proprio, bolle, brevi ecc. che denuncino una sola volta le stragi compiute dai cattolicissimi sovrani spagnoli e portoghesi nella conquista delle terre coloniali e delle Americhe.

Il primo documento papale che legittimò la guerra di conquista coloniale fu la bolla “ Romanus Pontifex” di papa Niccolò V del 1454 che autorizzava i re portoghesi ad una guerra di conquista dei territori africani e asiatici.

Il più colossale genocidio mai perpetrato, che costò la vita a 70 milioni di innocenti vittime della barbarie cristiana nei territori del Nuovo Mondo e nel giro di due sole generazioni, è passato sotto il più assoluto silenzio da parte delle autorità religiose cattoliche anche se fu proprio un papa, il famigerato Alessandro VI Borgia, ad autorizzare la spartizione tra le due allora superpotenze dei territori americani ( Trattato di Tordesillas – 1494).

Per quanto riguarda l’atteggiamento della Chiesa Cattolica nei riguardi dei dittatori nazifascisti che hanno insanguinato il XX secolo mi limito a suggerire la lettura dei due volumi di Karlheinz Deschner “La politica dei papi nel XX secolo” Ariele ed.

Eraldo Giulianelli

15) W. Peruzzi : ( Il cattolicesimo reale, pg 334)

16) Tommaso : ( Summa Theologiae” IIa, q.40)

17) Wyclif : ( De Dominio divino )

18) De’ Liguori: ( Istruzioni al popolo)

19) P. Levack : ( La caccia alle streghe – Laterza)

16 Settembre 2013   |   articoli, storia   |   Tags: , ,