Odifreddi lascia il PD [La Repubblica]

Pubblicato da

da La Repubblica del 29/2/2008

Professor Odifreddi, ma ha deciso di lasciare il Partito de­mocratico?

«La goccia che ha fatto traboc­care il vaso è il discorso fatto da
Veltroni davanti ai parlamentari cattolici del Pd. Mi sono sentito
chiamare in causa quando ha par­lato di "visione caricaturale" del
rapporto fra laici e cattolici, di "vi­sione anacronistica" o
"superfi­cialità" . Veltroni invece di fare una scelta chiara di campo
cerca di mettere insieme tutto. Ma come faccio io che sono un logico
mate­matico che ha passato la vita insie­me al principio di non
contraddi­zione ad accettare tutto questo?


Qui siamo di fronte alla dialettica hegeliana di peggiore specie. C'è un'unità di facciata: alla prima occasione i nodi verranno al pettine e litigheranno. Mi sembra tutto un pasticcio e io me ne vado prima. Comunque fra Veltroni e Berlusconi scelgo senza dubbio Veltro­ni».

Ma lei sembrava molto impe­gnato?

«Ero entrato nel partito quando ci furono le primarie. Mi chiamò Veltroni e benché avessi dei dubbi molto forti perché il partito nasce­va dall'unione di ex comunisti ed ex dc accettai perché volevo verificare se le mie idee potessero trova­re accoglienza. Sono stato chia­mato nella commissione dei valo­ri, dove questi valori bisognava metterli nero su bianco…».

Franceschini dice che lei quel documento lo ha firmato. E ades­so lascia il partito?

«Franceschini e anche Castagnetti sono persone molto ragio­nevoli. Se nel Pd fossero tutti così ci sarebbe da leccarsi i baffi. Han­no scritto nel manifesto che il par­tito è laico, "ma" la religione deve avere una presenza nello spazio pubblico. Ho subito detto a Reichlin che se la formulazione rimane­va quella, io non avrei firmato. E infatti non ho firmato. Adesso vor­rei che non mi si tirasse più in bal­lo come esempio della laicità del Pd. Magari Franceschini l'ha fatto in buona fede, ma non voglio esse­re la foglia di fico laica del Pd».

Allora non ha sottoscritto…

«No. Perché quei valori non so­no miei. E comunque prima di la­sciare ho aspettato che parlasse il "principe", il "re". Alla fine Veltro­ni ha usato quei termini, ha detto cose che mi fanno pensare che uno di noi due ha delle allucinazioni. Quando dice che la Chiesa non fa ingerenze, ma solo sollecitazioni, mi viene da chiedere dove viva Vel­troni. Ma se solo qualche settimana fa, da sindaco, è andato in Vati­cano e gli hanno tirato le orecchie. Quelle non sono ingerenze? E quando parla dei limiti che la scienza deve porsi mostra l'aspet­to più bieco del clericalismo».

Professore, ma perché a difen­dere i valori della laicità è rimasto un manipolo di scienziati nel di­sinteresse generale?

«Perché sono latitanti i politici e i filosofi. Difendere la laicità toc­cherebbe a loro. Ma se ci guardia­mo intorno, nel Pd per esempio, c'è gente come Cacciari. Ma quan­do parla mi sembra più papista del Papa. E poi va a difendere i valori laici a Porta a Porta. Il problema è che dopo la caduta del Muro le persone di sinistra si sentono orfa­ne e afflitti da un senso di colpa che si trasforma in vergogna per il fal­limento del comunismo. E alla fine tutti si sentono più papisti del papa. Sono rimasti solo i radicali e i socialisti.
Tra Berlusconi e Veltroni scelgo Walter. Voterò per il Partito democratico, ma non voglio essere la foglia di fico laica».

5 Marzo 2008   |   articoli   |   Tags: