[voto 5,0/10]
[ALLERTA SPOILER: il film viene svelato totalmente o quasi]
Se sul concetto di tempo è caduto anche Cristopher Nolan con l’insopportabile Tenet, M. N.Shyalaman, che di certo non è un perfezionista come il collega, crolla ben più rovinosamente.
Nel passato il regista aveva dimostrato di avere già le idee confuse su diverse tematiche (fanta)scientifiche, con Signs ma soprattutto After Earth, e anche con questo Old conferma di chiedere agli spettatori una “sospensione dell’incredulità” eccessiva, condannando così il film a un’inevitabile bocciatura.
Forse avremmo apprezzato meglio il film se fossimo entrati in sala senza sapere nulla, ma proprio nulla, della trama. Ma fin dai trailer era ben chiaro che lo scorrere del tempo era al centro della vicenda e quindi la suspense è stata per noi praticamente nulla nonostante i giochi di inquadratura “svelo e non svelo” con la macchina da presa in cui Shyalaman è maestro.
[SPOILER]
Il film racconta di un resort di lusso in cui, fra i molti ospiti, ci sono delle famiglie in cui almeno uno dei loro membri ha un problema grave di salute (tumore, schizofrenia, epilessia, coagulazione, sclerosi).
Queste famiglie (una decina di persone in tutto) vengono indirizzate durante la colazione del secondo giorno di permanenza nella struttura, in una spiaggia bellissima che il direttore del resort consiglia solo ai suoi clienti preferiti.
Il pulmino della struttura (guidato dallo stesso Shyalaman in un cameo) li accompagna all’inizio di un sentiero che, attraversando un canyon fra degli enormi costoni di roccia, li condurrà a questa spiaggia effettivamente bellissima.
Lì trovano un uomo silenzioso (che scopriremo essere il famoso rapper Mid-Size Sedan) seduto vicino alle rocce dalla sera prima, o per lo meno da qualche ora (il regista ci ha mostrato poco prima della colazione al resort una scena, ambientata all’alba o al tramonto, in cui Sedan era già in quella spiaggia a guardare la sua compagna mentre questa si denudava e si tuffava in acqua).
Queste undici persone (e un cane) dopo poco che sono lì scoprono il cadavere della suddetta che galleggia nell’acqua ma, neanche il tempo di litigare con il rapper, ovviamente sospettato di omicidio, che devono fare i conti con la scoperta che in quella spiaggia il tempo scorre molto più rapidamente che altrove.
La più anziana del gruppo muore e poco dopo anche il suo cane, i bambini che avevano sei e dieci anni ne dimostrano improvvisamente dodici e diciotto, tornando ai cadaveri si scopre che si sono decomposti rapidamente e c’è rimasto solo scheletro. Quando è quindi chiaro che è il tempo il loro nemico, provano a fuggire, ma dal canyon non si può passare: una sorta di barriera li fa svenire (“come se fosse la pressione quando risali dagli abissi che ti fa svenire” dice uno dei protagonisti chiamando in causa la relatività, ma la cosa non ha seguito e il “perché” dell’anomalia temporale non viene svelata); sviene anche una delle protagoniste che tentava la fuga attraverso una scalata delle rocce e così cade al suolo sfracellandosi, e sviene anche chi tentava di allontanarsi a nuoto morendo anche lui affogato.
Insomma, fra chi impazzisce per la schizofrenia latente, chi muore perché ucciso dallo schizoide, chi impazzisce perché da top model qual’è non sa vedersi vecchia, chi invecchia e muore tranquillamente di vecchiaia dopo il tramonto, all’alba del giorno dopo restano fratello e sorella che, ormai cinquantenni scoprono, grazie ad un aiutino, che i coralli proteggono la fuga da quella spiaggia.
Non vi sveliamo perché i cattivoni di turno (diciamo solo che sono cattivoni oggi molto di moda), che non hanno creato quella spiaggia ma l’hanno scoperta e quindi sfruttata, organizzino tutto questo, ma alla fine il bene trionfa e tutti i cattivi pagheranno per le centinaia di persone che hanno fatto scomparire lì.
Elenco, probabilmente non esaustivo, dei buchi di trama /errori grossolani del film:
1) se il tempo scorre velocemente e un giorno vale 50 anni per il resto del mondo dopo qualche minuto i protagonisti dovrebbero avere capelli, barba e unghie così lunghi e crespi da assomigliare a dei grizzly. Il regista se la cava facendo dire ad uno dei protagonisti che l’effetto “evidentemente” non avviene sule cellule morte. Toppa peggiore del buco, visto che i capelli e i peli non sono certo cellule.
2) I batteri non sono certo cellule morte e subiscono l’effetto del tempo (decomposizione del cadavere) e se ne ha la prova quando uno dei protagonisti viene ferito da un coltello arrugginito e muore così per tetano nel giro di pochi secondi (“la ruggine è veleno per il sangue” dice la protagonista, altro errore è il Clostridium Tetani che spesso è su di essa per via della terra o altro materiale con cui è stato a contatto il metallo arrugginito). Quindi com’è possibile che i cibi continuino ad essere commestibili dopo ore su quella spiaggia? Avete presente che succede se mangiate un’insalata di pollo dopo due anni che è stata preparata?
3) A proposito di questi cibi che vengono forniti all’inizio della sfortunata gita dal resort in quantità abnorme dentro un’enorme cesto di vimini (“i ragazzi hanno sempre fame” dice il complice alla guida del pulmino di fronte alle rimostranze contro lo spreco di uno dei genitori), uno dei protagonisti dice che i ragazzi mangiano così avidamente perché stanno crescendo in modo veloce e il cibo serve per l’aumento delle ossa o della massa muscolare… ma per quanti glie ne abbiano potuti dare, come si può pensare che possano bastare per il consumo necessario di tre corpi che da sei anni passano a diciotto?
4) (voragine di trama) Sulla spiaggia trovano un quaderno un cui uno dei precedenti ospiti ha annotato i nomi delle persone che erano lì con lui, dai dialoghi dei “cattivi” si capisce che loro sono il settantunesimo gruppo inviato lì per motivi di studio… quindi al di là dell’anomalia temporale, nessuno si è mai accorto di settecento persone scomparse che come destinazione finale avevano tutte lo stesso resort?
5) (voragine di trama) Ma come è possibile che il rapper di colore sia stato lì ore prima di loro (almeno quattro se parliamo dell’alba nove o dieci se parliamo del tramonto) e nella notte non abbia percepito nulla di strano se non il sanguinare del suo naso? E perché non è invecchiato? E perché il cadavere della sua donna in acqua da ore ha aspettato loro per decomporsi in 5 minuti?
Peccato, perché il film offre spunti molto interessanti, bambini nel corpo di adulti, adulti messi di fronte alla vecchiaia e alla morte in anticipo, la bellezza che scava a fondo nell’anima fino a non farti più accettare il passare del tempo sul tuo corpo. Però con tutta la buona volontà non è un film presentabile e ancora una volta siamo costretti a chiederci come sia possibile che questo regista indo-statunitense possa passare da geniali capolavori a questi disastri.
Alessandro Chiometti