Ci sono cose che danno soddisfazione, è inutile negarlo.
Quando nel 2010 pubblicavamo il numero speciale della nostra rivista dal titolo “la città di paglia” dedicato alla situazione della laicità a Terni ci aspettavamo delle reazioni (magari piccate, magari che smentivano il nostro lavoro) che invece non ci furono (se trascuriamo qualche folcloristico personaggio).
Ma per i membri del Partito della Rifondazione Comunista locale quelle pagine sull’inchiesta di Massimiliano Bardani sugli oneri di urbanizzazione secondaria non sono passate inosservate (del resto si parlava di quasi un milione di euro elargiti alla diocesi dal Comune di Terni dal 2001 al 2009) e hanno approfondito la questione.
Il lavoro da loro svolto ha portato alla scoperta di una delibera del 1988 della Regione Umbria che obbliga (o invita, la cosa non è chiara visto che non si tratterebbe di sua competenza) i comuni a destinare almeno l’8% di questi oneri agli enti religiosi. Delibera che dovrebbe essere superata per motivi tecnici se non altro (la legge ha subito delle modifiche), ma in realtà è tutt’ora in vigore.
Ma la cosa più interessante che hanno scoperto gli amici del Prc è che il Comune di Terni recependo tale delibera destinava dal 1989 ben il 15% di questi oneri alla curia locale, il passaggio percentuale dall’8 al 15 è avvenuto “per ovvi motivi di equità” come riportato testualmente dalla “storica” delibera del consiglio comunale.
Da oggi grazie all’atto di indirizzo proposto da Mauro Nannini del Prc si torna all’8%, riducendo così i fondi destinati alla curia di circa 65mila euro per quest’anno. Soldi che andranno alla riparazione delle strade disastrate del nostro comune.
Come si suol dire, ogni tanto una buona notizia e ogni tanto la soddisfazione di vedere che i “semi” che lanciamo non tutti cadono a vuoto.
Un sentito grazie al consigliere comunale Mauro Nannini e al Partito della Rifondazione Comunista che ha operato in tal senso anche in Regione grazie a Damiano Stufara; lì però le cose non erano andate altrettanto bene, in quanto la proposta di abrogare questo indirizzo dell’8% (che non dovrebbe avere valore, infatti alcuni comuni come Perugia non destinano nulla alla curia) è stata rigettata da una maggioranza bipartisan in quanto, dicono loro, trattasi di iniziativa ideologica.
Rispettiamo tutte le opinioni, ma per noi il voler reindirizzare i fondi locali verso realtà che davvero ne hanno bisogno (scuole, asili e parchi pubblici per fare degli esempi) e che non hanno già altri 6 miliardi annui di entrate e/o agevolazioni fiscali dallo Stato italiano non è un’ideologia ma puro buon senso.
Alessandro Chiometti