* di Corrado Ocone
Michel Onfray continua a mietere successi, in Francia come altrove. I
suoi libri sono eventi editoriali, i corsi che lo hanno come docente
sono un vero business, i talk show televisivi se lo contendono. E lui,
impassibile, continua a produrre libri sempre più ambiziosi: non di
divulgazione, ma addirittura di «fondazione di un nuovo sistema».
Mentre Grasset fa uscire i primi due tomi di una monumentale Controstoria della filosofia, in Italia i suoi volumi «storici» continuano ad essere tradotti a «furor di popolo». Ora è la volta della Teoria del corpo amoroso, che porta come sottotitolo Per un'erotica solare (Fazi, pagg. 161 pagine, euro 12,60). Nei giorni scorsi, Onfray era a Roma per presentare il volume. Lo abbiamo incontrato. Professore, c'è un filo logico che lega le sue opere, ormai più di trenta? E qual è? «Io non credo nei sistemi filosofici, nella filosofia sistematica. Tuttavia si può dire che c'è un tema centrale che percorre il mio pensiero: l'edonismo. Di volta in volta cerco di vedere come la teoria edonistica si declini in politica, in etica, nell'estetica, e così via…». Che significa edonismo? «La parola edonismo indica prima di tutto una tradizione filosofica ben precisa. Indica poi anche, in senso più generale, una concezione della vita fondata su un rapporto sano con il piacere. Io, nei miei libri, mi riferisco ad entrambe le cose. La mia Controstoria porta in evidenza e mette in luce quella tradizione, mentre praticamente io predico una concezione del sesso e del piacere gioiosa, pagana, cioè senza i sensi di colpa che abbiamo ereditato dalla morale cattolica». Lei l'anno scorso ha scritto un trattato per fondare e elogiare l'ateismo. Ma quella atea non è a suo modo una concezione fideistica, non filosofica? Non sarebbe più corretto l'agnosticismo, l'atteggiamento cioè di chi prende atto con umiltà dei limiti conoscitivi umani, limitandosi a constatare che con le categorie del finito non si può comprendere l'infinito? «Continuo a non seguirla. Non si può mettere sullo stesso piano il razionale e l'irrazionale: non si può dire che coloro che credono che esistano gli Ufo o che esista Babbo Natale siano sullo stesso piano di chi afferma invece il contrario. Se non altro perché chi segue la ragione e non l'irrazionalità non diventa mai intollerante». E come giudica allora il ritorno del sacro nel nostro mondo? È un fenomeno reale o ha ragione chi afferma che, essendo le nostre società irreversibilmente secolarizzate, si tratta semplicemente di un errore prospettico? «Purtroppo si tratta di un fatto reale. Che dipende, a mio avviso, dalla disillusione della politica. È morto il socialismo, trionfa il liberalismo, e il rifugio nell'irrazionale è per le coscienze la risposta più immediata». In Italia si discute da un po' di tempo animatamente di Pacs, cioè dello statuto giuridico da dare alle cosiddette «coppie di fatto». I cattolici parlano dell'«innaturalità» delle unioni non fondate sul matrimonio eterosessuale… «È il peso che ha da voi la Chiesa che vi porta a discutere di queste cose. Non capisco perché non sia sufficiente, per legittimare un'unione, il volere di due persone consenzienti che si amano». I cattolici fanno presente che un figlio che nasce in una famiglia «atipica» prima o poi avrà seri problemi psicologici e sociali, cioè di identità e di inserimento nel gruppo. «La differenza la fa l'amore dei genitori, il resto è chiacchiera. Vi sono coppie aggressive i cui componenti si odiano e coppie armoniose e felici: sia le prime sia le seconde si trovano ugualmente distribuite sia fra gli etero sia fra gli omosessuali. Sa quante famiglie "normali" generano figli afflitti da nevrosi. Bisogna occuparsi di loro, non del sesso dei genitori». Veniamo all'ultimo libro uscito in italiano, in cui rivaluta e esalta la corporeità. Si potrebbe che è un leit motiv della cultura francese del Novecento, basti pensare a Bataille… «Ma io sono agli antipodi di Bataille… Il quale, come Sade, ha in fondo un problema irrisolto con il cristianesimo: ha un fondo di cultura cristiana. Bataille odia il corpo femminile. Ed ha una sorta di fascino per tutto ciò che, nel sesso, è sporco, oscuro, tragico, demoniaco e maniaco. Le donne, in quest'ottica, sono portate a subire la violenza dell'uomo. Quello di Bataille è un libertinismo feudale, appunto a sfondo cristiano. Il mio è invece un libertinismo libertario: gioioso, vivace, sodisfatto. In una parola, pagano. L'uomo che è libertino nel mio senso ama le donne: il rapporto che ha con loro è di puro e sano piacere, fondato in una logica di contratto».